#330 - 13 maggio 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

In occasione della Festa della Mamma e della Giornata Mondiale delle Famiglie
pensando ai lutti delle madri dei soldati caduti in tutti i fronti di guerra presenti oggi nel mondo

Mamma

di Dante Fasciolo

E’ la prima parola pasticciata
che le labbra di un bimbo pronunciano.
Esperienza di amore e speranza
che lega i giorni della festa e del lavoro,
della gioia, dell’amore, del dolore.
Certezza e rifugio.

Nello sguardo, nel cuore,
nella parola e nel silenzio:
lungo, costante pensiero
al volto, fisionomia nel profondo
solco tra sorriso e timore dritto
alla carne della sua carne.

Madre e figlio, simbiosi dell’anima
che i giorni del tempo dell’uomo
stravolge e divide con violenza:
gracile carne nelle trincee di guerra
si fa urlo di ingiustizia e paura,
e richiamo di carità e misericordia
nelle vene arse d’amore
delle mamme di ogni latitudine.

“Vieni, andiamo ai campi”
ripropone il suo tragico evento.
Lontani i confini della terra
palestra di fraternità;
lontani gli orizzonti
del tempo del perdono.
Vige pepetuo odio e vendetta
nei campi degli uomini di ogni tempo.

Ma l’ultima parola a pronunciarsi
alla fine di un destino resta,
soffocata sulle labbra, ma viva nel cuore:
mamma!

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