In occasione della Festa della Mamma e della Giornata Mondiale delle Famiglie
pensando ai lutti delle madri dei soldati caduti in tutti i fronti di guerra presenti oggi nel mondo
Mamma
di Dante Fasciolo
E’ la prima parola pasticciata
che le labbra di un bimbo pronunciano.
Esperienza di amore e speranza
che lega i giorni della festa e del lavoro,
della gioia, dell’amore, del dolore.
Certezza e rifugio.
Nello sguardo, nel cuore,
nella parola e nel silenzio:
lungo, costante pensiero
al volto, fisionomia nel profondo
solco tra sorriso e timore dritto
alla carne della sua carne.
Madre e figlio, simbiosi dell’anima
che i giorni del tempo dell’uomo
stravolge e divide con violenza:
gracile carne nelle trincee di guerra
si fa urlo di ingiustizia e paura,
e richiamo di carità e misericordia
nelle vene arse d’amore
delle mamme di ogni latitudine.
“Vieni, andiamo ai campi”
ripropone il suo tragico evento.
Lontani i confini della terra
palestra di fraternità;
lontani gli orizzonti
del tempo del perdono.
Vige pepetuo odio e vendetta
nei campi degli uomini di ogni tempo.
Ma l’ultima parola a pronunciarsi
alla fine di un destino resta,
soffocata sulle labbra, ma viva nel cuore:
mamma!