#330 - 13 maggio 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Shaliran

Il Piccolo fiore sorridente - 13

di Ruggero Scarponi

-Come La bella Manshay rivela a Kalina di non essere più amata da Tratush

Kalina pianse sommessamente tutta la notte ai piedi del letto della Bella Manshay. Costei infatti non era stata chiamata da Tratush e nella sua tenda, accanto al letto, aveva voluto la sua prediletta. Nel cuore della notte la bella Manshay chiamò a sé Shaliran per calmarla e consolarla. Provava infatti grande rimorso per il duro trattamento che aveva inflitto ai suoi parenti. Kalina, invece, si rammaricò, temendo di averla disturbata con il suo pianto. Ma la bella Manshay l’abbracciò con grande affetto e le sollevò il volto che l’ancella teneva abbassato e visto come era segnato dalle lacrime ne fu turbata. Allora così parlò la bella Manshay. - O Shaliran, io so perché la dea Belt ha scelto te come prediletta mentre io ne sono stata ripudiata. Come è puro il tuo cuore! E come sei sempre buona e comprensiva. Io invece non conosco che l’orgoglio, la vanità e la vendetta. Ecco, io sono stata cattiva con i tuoi parenti e tu, invece, ti rammarichi per avermi arrecato disturbo. O Shaliran sono io che dovrei implorare il tuo perdono. - Così rispose Shaliran - Perché mia signora dovreste chiedere il mio perdono? - Io, Shaliran,- rispose la bella Manshay, - insultando i tuoi genitori volevo dar sfogo alla mia rabbia e alla mia delusione. Come vedi questa notte dormo nella mia tenda. Invano ho atteso dopo il bagno profumato che il mio signore mi chiamasse. Egli non mi ha voluto con sé questa notte. Nei suoi occhi di smeraldo io ho scorto un’altra donna ed ora io sono triste e la più infelice tra tutte le donne. Tu Shaliran sei la mia unica consolazione. La tua amicizia e la tua bontà mi sono preziose. Ora io sono pentita di quello che ho fatto a te e ai tuoi parenti e voglio porvi rimedio. Domani andremo insieme alla tua vecchia casa per dare a tuo padre tanti denari perché possa vivere in pace con la sua famiglia per molti anni ancora.

-Tratush preso da collera contro Betelian che gli chiede l’elemosina la insulta e la frusta e poi chiama a sé Kalina

Il mattino seguente mentre si preparavano alla partenza, Kalina e la bella Manshay furono sorprese da un grande clamore. Quando uscirono dalla tenda rimasero agghiacciate da quanto videro i loro occhi. Tratush infatti, preso uno scudiscio stava colpendo rabbiosamente l’anziana Betelian e di sicuro l’avrebbe uccisa se i suoi compagni, rendendosi conto di quanto stava accadendo, non l’avessero trattenuto. Era accaduto che Betelian in preda allo sconforto per l’umiliazione subita il giorno prima e vedendo che l’anziano marito Rudash ne era stato talmente colpito da cadere ammalato si era decisa di tornare al campo per chiedere aiuto direttamente a Tratush. Costui, che era di cattivo umore, prima l’aveva insultata e poi preso dalla collera l’aveva ripetutamente battuta con lo scudiscio. Vedendo la propria madre a terra, Kalina avrebbe voluto soccorrerla. Ma Tratush la fermò e ordinò a delle serve di portare l’anziana in un ricovero per approntarle delle cure. Poi chiamò a sé Kalina nella sua tenda per parlarle. Così le parlò Tratush.- Kalina ora ti dirò quanto devi sapere. Ho colpito tua madre per la sua impudenza. Ha osato interrompermi per chiedermi aiuto, mentre parlavo con un mercante. Che posso farci io? ne ho forse colpa io dei suoi guai? e debbo forse farmi carico io di tutti coloro che cadono in disgrazia? e tu perché continui a guardarmi con quegli occhi, non sai forse che da giorni non ho che te, nei miei pensieri? non sai forse che per causa tua il mio riposo è turbato? non sai forse che a causa delle tue belle grazie i miei affari ne sono compromessi? Da giorni infatti avrei dovuto levare il campo e recarmi a Shawrandall ma io, nonostante i miei uomini me lo rammentino continuamente, non posso fare altro che pensare a te. Perché non sei venuta questa notte? non hai visto che ho lasciato la bella Manshay nella sua tenda? Perché Kalina ti prendi gioco del tuo padrone? - E così dicendo Tratush era caduto in ginocchio ai piedi della giovane fanciulla. Allora Kalina fu presa da grande timore. Tremava tutta e non sapeva cosa rispondere. Quell’uomo che nei suoi confronti poteva tutto ora la implorava come un mendicante. Cercò di dire qualche cosa e lo scongiurò di alzarsi, ma Tratush, continuò dicendo. - Mia Kalina, dammi il tuo amore, ti scongiuro! Io potrei averti con la forza se volessi e obbligarti a congiungerti con me. Ma io voglio amarti e voglio il tuo amore e dunque non mi alzerò di fronte a te finché non avrò intenerito il tuo cuore, finché non accetterai di diventare la mia unica signora. - Kalina allora in cuor suo chiese aiuto alla dea Belt e disse. - Mio signore voi stesso avete consacrato il mio destino. Promettendo al vecchio mercante di pecore di accondiscendere alla sua volontà di preservare la mia virtù fino al giorno in cui mi avreste dato in sposa a un uomo degno e successivamente, recando in offerta al tempio della sacra Naor, il pegno del mio riscatto, vi siete stretto in patto con gli dei. Voi potete sottomettermi e possedermi se lo volete ma gli dei terranno conto di questa profanazione. Mio signore perché disdegnate la mia bella padrona? Essa è cento volte più bella di me. Nella città di Shawrandall non un solo giovane era insensibile alla sua bellezza. - L’interruppe allora Tratush.- Vedo Kalina che il tuo cuore è duro come la pietra e non t’importa dei patimenti del tuo padrone. La tua vista è per me come vampa di fuoco e bramo di averti come l’assetato brama l’acqua nel deserto. Ma tu mi parli di patti di dei che stanno in cielo e non ti curi di colui che qui su questa terra ti ha risparmiato le tribolazioni che sono riservate alle schiave e ti ha elevato al rango di padrona e addirittura si abbassa, in ginocchio, a chiederti di amarlo. Come puoi essere così insensibile Kalina? Ora basta così, torna dalla tua padrona e fra tre giorni dopo che avrai avuto modo di riflettere sulla mia offerta se l’accetterai ti prometto che farò di te la regina del deserto di Kor e regnerai per sempre sul mio cuore. Inoltre prenderò con me la tua famiglia perché tu possa godere pienamente di tutti i tuoi affetti. Questo disse col cuore gonfio di passione Tratush prostrato ai piedi della sua schiava Kalina.

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