Amatrice 24 agosto 2016
Terremoto
Di
Dante Fasciolo
Nella notte, improvviso un boato, uno squarcio,
e le grida riempiono il silenzio di un cielo stellato.
La terra trema, le case crollano e intrappolano gli uomini;
soffocati dalla polvere, si barcolla in cerca di un respiro.
Nello smarrimento, vana è la ricerca
dei cari sepolti tra le macerie e l’irriconoscibile
nega fisionomie e luoghi di sempre.
Ora, fantasmi senza meta
riannodano il gomitolo della memoria
mentre il dolore e la disperazione crescono
e attanagliano il cuore come una morsa senza pietà.
E’ buio d’intorno ma non sfugge l’immane tragedia
di vite spezzate che non vedranno il sorgere,
lento, troppo lento, di questo nuovo giorno.
L’impotenza gioca la sua ultima carta,
tormenta lo spirito di quanti solo ora ravvisano
la loro condizione di vivi, e preme
sui confini dell’egoismo: Gioisci, sei vivo!
Solo la rassegnazione è la tua medicina…!
Non vince però; dal profondo della coscienza
sale un moto vorticoso di speranza.
Nei secoli, questa terra ha nutrito gli uomini
di pane e di amore;
ha segnato dolori e gioie;
ha aperto orizzonti e mantenuto promesse;
ha forgiato nel rispetto e nella dignità
gli animi e le coscienze delle genti,
testimoni sereni del senso della vita.
L'orologio della torre, inorridito, non batte più,
ha fermato le sue lancette nel buio della notte
e non può accompagnare ora, con il battito dei suoi minuti
il battito del cuore di molti giovani, uomini e donne,
colonna sonora interiore che rifiuta l’angoscia
e guida con determinazione il ritmo della speranza
che si staglia all’orizzonte di una Risurrezione.