#329 - 27 aprile 2023
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

La Parte Difficile

di Guido Alberto Rossi

Credo che tutti quelli che fanno, hanno fatto e faranno il mestiere del fotografo, converranno con me sul fatto che la parte più difficile di questo lavoro (forse anche di altri, ma io ho fatto solo e sempre il fotografo, quindi non ho altre esperienze) non sia fare delle belle foto ma sia la parte commerciale e ovviamente poi farsi pagare il vil denaro dovuto.
Forse la difficoltà numero uno è dovuta al fatto che mentre il numero dei potenziali clienti è molto basso il numero delle agenzie fotografiche e dei fotografi (veri o finti) è astronomico e siccome i primi sono furbi come le volpi ed i secondi un po' capre o per nascita o per necessità, rimane sempre il fatto che il coltello dalla parte del manico l’ha sempre il cliente ed è un coltello con una grande lama.

La Parte Difficile

Mentre in quasi tutte le professioni, diciamo artigianali, la clientela può essere vastissima, vedi l’idraulico del quale prima o poi tutti ne abbiamo bisogno e magari anche un paio di volte all’anno, i fotografi hanno come clienti solo gli editori, le agenzie pubblicitarie e gli studi grafici.
Quest’ultimi in gran parte lavorano anche per le aziende e quindi il potenziale contatto diretto tra cliente finale e fotografo viene già qui filtrato, riducendo il potenziale numero di aziende che hanno bisogno di fotografie e ovviamente i primi hanno le loro simpatie, amicizie o tangentine.
I fotografi specializzati in matrimoni hanno ovviamente la stessa potenziale clientela dell’idraulico, ma mentre non si trova mai un idraulico, di fotografi di matrimoni se ne trovano tantissimi, tra veri e finti.
Comunque, leggendo i giornali pare che in Italia ci si sposi burocraticamente sempre meno e quindi forse anche qui la domanda scende e infatti non conosco nessuna coppia che quando ha deciso di andare a convivere ha dato una festa con l’album fotografico di rito.

L’editoria si divide grosso modo in quotidiani, periodici, libraria e editoria scolastica, grande consumatrice di foto ma a bassissimo prezzo. C’è poi l’editoria del web ma qui scendiamo un velo pietoso sulla parte economica, che vale anche per i siti web commerciali, che in genere sono realizzati da specifiche agenzie, che salvo eccezioni cercano sempre di usare foto gratuite ed in molti casi se devono fotografare il prodotto del cliente finale, le foto le fanno loro, quasi sempre con il telefonino, che oggi in molti casi è quasi meglio della macchina fotografica.

Se parliamo d’editoria quotidiani o riviste, chi ha l’ultima parola è il direttore. Per arrivare a fargli vedere il proprio lavoro il fotografo deve passare diversi filtri:
n° 1- la segretaria/o di redazione che filtra a sua discrezione il passaggio al
n° 2- che è il foto o photo editor a seconda dei gusti (inutile cercare di fare i carini o i simpaticoni per conquistarli, perché questi signore/i ne hanno viste di tutti colori e poi sono sempre dei seri professionisti che sanno riconoscere il buono, il brutto ed il cattivo).
n° 3- è il direttore, che ovviamente ha sempre pochissimo tempo, nella stragrande maggior parte dei casi è uno/a super professionale, ma ultimamente causa crisi finanziaria del settore, alcuni colleghi mi dicono che ci sono in giro anche diversi direttori asini e anche un po' furbacchioni per non dire cialtroni.

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Più o meno è lo stesso iter con le agenzie pubblicitarie o gli studi grafici, cambiano solo i nomi: la segretaria/o di redazione diventa l’art buyer, il foto/photo editor diventa l’art director o direttore creativo (stessa figura ma scritto diverso) che in questo caso fa anche le veci del direttore e ha l’ultima parola nella scelta del fotografo, starà poi agli account convincere il cliente finale che hanno scelto il fotografo giusto.
Raramente un’agenzia accetta di lavorare con il fotografo presentato dal cliente; ultimamente mi dicono che è un po' diverso, visto che c’è anche molta difficoltà da parte delle agenzie a procurarsi il cliente finale, quindi se questo gli presenta un fotografo cugino, fanno buon viso e sperano in bene.

Nell’editoria libraria ci sono molti meno personaggi e passaggi, in genere un libro fotografico o molto illustrato nasce già con un fotografo nel cassetto. Anche nell’editoria scolastica è tutto più semplice, c’è la figura del ricercatore che deve trovare le foto per illustrare il testo del libro, che va dalla scuola materna al tomo universitario. Difficilmente questi editori (ormai rimasti in pochi) lavorano direttamente con i fotografi ad esclusione degli specialisti monotematici come i fotografi naturalistici o geografici che hanno vasti archivi e tendono in genere fare accordi annuali con le agenzie e poi cercano fuori solo quello che non trovano.

Il fotografo come tutti i professionisti deve far sapere al mondo che esiste e far vedere quello che sa scattare; quindi, deve farsi pubblicità e in un mondo governato dal web è indispensabile che abbia un sito, dove fa vedere il meglio del suo lavoro e qui pesa molto quello che ha già pubblicato e la lista dei clienti. Ma poi bisogna convincere i potenziali clienti ad andare a vederlo e qui il gioco diventa duro e difficile, anche perché come dicevo sopra ci sono tantissimi fotografi e pochi clienti, quindi un po' come tanti cani sub sahariani affamati ed un solo osso.

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Anche per i clienti è difficile scegliere, perché hanno tutti poco tempo e non amano sprecarlo. Inoltre, ci sono anche in giro dei fotografi farlocchi che pubblicano sui loro siti web foto di noti fotografi, spacciandole per loro lavori, pensando che il mondo sia ingenuo. Ho personalmente conosciuto uno di questi che sul suo sito aveva messo niente meno che le foto di Helmut Newton, quando glielo lo rimproverai mi rispose che era una fine tecnica, con quelle attirava il cliente e poi mostrava le sue. Mi hanno riferito che si sia trasferito in Colombia e faccia un altro lavoro. Alcuni spendono un sacco di soldi per fare delle magnifiche mostre, ma a mio modesto parere, servono a poco, devi sperare che il potenziale cliente vada a vederla, quindi mandare tantissimi inviti, seguiti da telefonate etc. Penso che le possibilità che un direttore di giornale o art director veda la mostra siano pari a vincere con il gratta e vinci.

Se questa parte vi è sembrata complicata e difficile non avete ancora letto la vera parte difficile: fatturare e farsi pagare.
Sia in editoria, dal più grande editore al più piccolo, che nelle agenzie pubblicitarie ci sono due entità: il reparto produttivo e quello amministrativo (come in tantissime altre aziende) con la differenza che qui non si parlano; sembra sempre che il reparto creativo e produttivo sia sulla terra mentre quello amministrativo su Marte.
Normalmente il fotografo prima di poter emettere la fattura deve aspettare l’ordine o buono d’acquisto, che con alcuni editori se va bene arriva dopo la pubblicazione delle foto o del servizio e che per ragioni misteriose ci mette quasi sempre da un minimo di due fino a cinque o sei settimane ad arrivare (pare sia il tempo di gestazione). Questa e-mail che autorizza a fatturare ha sempre scritto il termine di pagamento che non combacia mai con quello pattuito con i creativi. Questi tempi vanno da un minimo di 60 giorni a 180 giorni fine mese data fattura, direi senza paura di essere smentito che solo pochi, se non pochissimi rispettano i termini scritti da loro stessi e quindi si deve sollecitare l’ufficio apposito che, sia per gli editori che per i pubblicitari, riceve le telefonate solo il mercoledì e spesso il responsabile che può dire qualcosa è fuori ufficio. Anche con queste persone i sorrisi e le carinerie servono a poco mentre le maniere forti e le minacce ottengono il risultato che se per caso la fattura era quasi in pagamento viene rimessa in fondo alla lista e magari anche smarrita.

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Ci sono poi anche alcuni casi che tra lo scatto della foto e la scadenza della fattura il cliente sia fallito o abbia chiuso e quindi zero, totalmente improduttivo andare per vie legali. Sconsigliate anche quelle illegali. Ovviamente questo succede anche in tutte le altre attività che implichino uno scambio tra lavoro e denari. La mia unica invidia (finora) è la gelateria in fondo alla via che ha aperto i battenti quando io ho aperto la mia agenzia fotografica TIPS Images (2004) lei da subito aveva la fila di clienti fuori dalla porta e che per avere il cono dovevano e ancora oggi devono prima passare dalla cassa e pagare.

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