Mantova - Galleria Anna Sartori
Tutto a casa
La Galleria Arianna Sartori di Mantova presenta la mostra Riportando tutto a casa opere di Maria Jannelli e Renato Galbusera. La mostra, curata da Arianna Sartori, è stata inaugurata Sabato 25 marzo alla presenza degli Artisti e la presentazione di Luca Pietro Nicoletti; resterà aperta fino al 13 aprile. Nel loro studio-abitazione milanese, Renato Galbusera e Maria Jannelli lavorano letteralmente gomito a gomito; con grandi fogli o tela libera fissati direttamente alla parete, affrontando ampie estensioni di pittura.
Renato lavora con tempi serrati, di cui si trova traccia nel segno ruvido e spesso dai contorni contrastanti che scolpiscono le sue figure.
Maria ha invece un tempo di decantazione più lungo, da cui deriva una pittura che di velatura in velatura assume un nitore straniante e, alle volte, persino smaterializzante.
Si dovrebbe guardare ai rispettivi lavori separatamente, come se non avessero condiviso un lungo tratto insieme, nell’arte come nella vita.
Si conoscono e si frequentano, del resto, da quando erano studenti all’Accademia di Brera, nel pieno della contestazione, e coinvolti nelle dinamiche del movimento studentesco.
Eppure, - scrive Luca Pietro Nicoletti - dopo qualche tentativo di aggiornamento sui modi della figurazione della generazione più anziana dei loro maestri, questo non avrebbe impedito loro di volgere lo sguardo a un canone visivo diverso, tornato d’attualità alla fine degli anni Settanta, capendo più di altri che si poteva recuperare il repertorio formale dell’arte fra le due guerre e conciliarlo magari col muralismo sudamericano, ed elaborare così una formula monumentale, portatrice di nuovi valori umani e morali.
Per Renato, infatti, la pittura è un grande racconto corale, che si dispiega come come in un fregio all’antica, o si affolla di elementi come in una nuova immagine araldica. Maria, invece, con spirito neorinascimentale è andata via via concentrandosi sull’individuo, magari in compagnia di animali, come nella loro vita di tutti i giorni.
Presto Maria e Renato capirono, forse grazie alla lunga frequentazione con Floriano Bodini e a un altrettanto lungo cimento con l’incisione, che risiedeva nel disegno la via della chiarezza formale e compositiva, e che qui stava un dato irrinunciabile, ieri come oggi, per una più diretta e condivisa immediatezza comunicativa.