Shaliran - 9
di Ruggero Scarponi
-Tratush in viaggio per la città di Shawrandall incontra la bella Manshay e la libera da malvagi oppressori
Di ritorno dalla città di Ugurud, Tratush ordinò di montare il campo presso il pozzo di yebbaq, per
fare una sosta prima di entrare nella città di Shawrandall. Nel frattempo decise di prendere il cavallo
per perlustrare quei luoghi. Percorso un breve tragitto, fu attirato dagli schiamazzi di alcuni uomini.
Cauto, si nascose dietro delle rocce per spiare senza farsene accorgere il motivo di tanto rumore.
Poco dopo, con grande sorpresa, vide passare, a distanza ravvicinata, una bellissima giovane con le
caviglie legate da una corda che incespicava continuamente nel tentativo di muovere dei brevi passi.
Era inoltre gravata da un grande fardello che le era stato posto sulle spalle di certo non avvezze a
trasportare dei carichi. Dietro di lei due uomini la incitavano a camminare più velocemente
ricorrendo alla frusta e a volgarità d’ogni genere. La giovane, però, oppressa in quel modo piangeva
e cadeva di continuo. I due aguzzini, visibilmente ubriachi, ad ogni caduta, la insultavano e la
percuotevano senza pietà fintanto che la giovane, esausta, non venne meno, cadendo in terra
un’ultima volta. Si era decisa, infatti, a morire, piuttosto che subire ancora le angherie di quelle
belve feroci. Allora Tratush, disgustato da tanta abiezione nei confronti di una giovanetta, uscì
rapido dal suo nascondiglio e sguainata la spada si avventò sui due malvagi carcerieri. Al primo
assalto ne trapassò uno e l’altro che cercava di fuggire lo raggiunse con un pugnale nel mezzo della
schiena, facendolo crollare a terra senza che potesse emettere un grido. Poi si avvicinò alla ragazza
per portarle soccorso. La sollevò e l’adagiò sul suo cavallo e insieme fecero ritorno al campo. Qui
chiamò una serva fidata alla quale ordinò di lavarla, curarla e farla riposare.
L’indomani, poco
prima del tramonto, si recò a farle visita e trovando che stava già molto meglio volle interrogarla
sulla sua sorte e del perché, una bella fanciulla come lei di aspetto nobile e delicato, fosse finita
nelle mani di quei malfattori. La ragazza raccontò di essersi messa in viaggio alcuni giorni prima e
non essendo avvezza a viaggiare da sola si era ben presto smarrita. Allora aveva ingenuamente
chiesto aiuto ad alcuni uomini che stavano sorvegliando degli animali al pascolo ma questi avevano
subito tentato di possederla. Essendosi difesa con grande vigore e con alte grida aveva attirato altri
uomini. Costoro con la scusa di difenderla l’avevano liberata dai pastori per poi venderla all’oste di
una taverna perché ne facesse mercato per il piacere dei viandanti. Tuttavia il primo uomo che
aveva comprato il diritto di giacere con lei, preso dalla sua bellezza, volle rapirla, per condurla
come moglie nella sua casa, sui lontani monti del Kebet. Ma lungo la strada altri viandanti li
avevano brutalmente assaliti. Dopo aver ucciso il suo uomo, le avevano legato le caviglie e la
torturavano in vari modi prima di decidersi ad abusarne.
Certa che l’avrebbero uccisa aveva deciso
di cessare ogni resistenza e di chiedere aiuto alla dea Belt. La dea, infatti, impietosita al suo destino,
aveva ispirato l’uomo che l’aveva tratta in salvo. Allora Tratush che aveva ascoltato con grande
attenzione il racconto le chiese il nome e lei rispose. - Io sono Manshay della casa di Shamor,
dell’onorevole città di Shawrandall e tu, nobile guerriero che mi hai salvato da una sorte crudele e
infamante, disponi di me, se vuoi, che il fiore della mia purezza è ancora rigoglioso. Tu, per me, ti
sei battuto con coraggio e ora io ti appartengo. - Questo disse la bella Manshay dai capelli color
della notte al Mercante bandito Tratush nell’accampamento presso il pozzo di yebbaq.
-Come il mercante di pecore sentendosi giunto alla fine dei suoi giorni offre Kalina a Tratush credendolo un nobile principe
Tratush, prima di fare il suo ingresso nella città di Shawrandall pensò di abbigliarsi con abiti
sontuosi per ricevere i riguardi dei nobili. Lungo la via che menava alla città incontrò il mercante di
pecore che aveva acquistato Kalina. Egli era disteso su un lettuccio trasportato a mano dai suoi
aiutanti. Si era sentito male ed ora temeva che data l’età avanzata fosse giunto alla fine dei suoi
giorni. Era sempre stato un uomo buono e leale e moriva in pace. Solo una cosa lo preoccupava. La
giovane fanciulla che aveva acquistato quel giorno. Alla sua morte temeva che uomini meno leali di
lui potessero approfittarsi di lei. Essendo stato informato del passaggio di un uomo dal ricco
abbigliamento lo aveva fatto chiamare, credendolo un principe.
Così parlò il mercante di pecore a
Tratush.- Nobile principe, mi si dice che il tuo sguardo sia fiero e la tua figura altera, ciò mi
conforta. Desidero, infatti, offrirti un raro gioiello che ha acceso la cupidigia di molti uomini. È una
giovane fanciulla, bella e di animo sensibile. Con facilità potrei lucrare su di lei un grande
guadagno. Ma il mio desiderio è di preservarne la sorte, per amore della sacra Naor, si che possa
compiere degnamente il suo destino come una donna onorata di questa città. Nobile principe, ti
prego, portala nella tua casa, proteggila e preservane la purezza, poi compiuto un giusto tempo
cerca per lei un giovane adatto che possa condurla in moglie. Gli dei te ne renderanno merito che da
essi è beneamata come avvenne che questa mattina una fitta nebbia la nascose agli sguardi
impudichi dei compratori. Per me, nobile principe, che sono alla fine dei miei giorni, non chiedo
nulla. I miei aiutanti hanno già avuto quanto loro dovuto, avendo ricevuto il doppio di quanto era
stato pattuito. Il denaro per l’acquisto della fanciulla, invece, offrilo al tempio Karashan e dopo,
portala nella tua casa. Essa vi risplenderà come una gemma preziosa e sarai lodato per la tua
devozione agli dei. - Così parlò il mercante di pecore e queste furono le sue ultime parole. Subito
dopo, infatti, chiuse gli occhi, reclinò il capo e serenamente morì. Per tre giorni i suoi dipendenti e
quanti lo avevano conosciuto e stimato lo piansero. Al quarto giorno fu issato su un’alta pira cui fu
appiccato il fuoco. A tutti coloro che lo avevano amato piacque pensare che assieme al fumo anche
l’anima del vecchio salisse al cielo. Al termine delle esequie Tratush per rispettarne le ultime
volontà, chiese ai suoi dipendenti quale fosse il prezzo fissato per l’acquisto della giovane di cui il
buon mercante gli aveva parlato. Ricevuta la risposta e valutando molto elevato il prezzo chiese di
vederla. Quando gli fu presentata ne fu colpito per la bellezza e la virtù della modestia che rifulgeva
già al primo sguardo. Allora, come stabilito, depose l’offerta al tempio Karashan e presa la giovane
con sé, la condusse al proprio campo, presso il pozzo di yebbaq. Kalina riconoscendo il luogo, si
ricordò che qualche tempo prima, mentre era intenta ad attingere acqua, il giovane Yabel, levando
lo sguardo su di lei, si era offerto di aiutarla e lei lo aveva ricompensato con un ritroso sorriso.