L'equivoco Par Condicio
Liberta' di espressione
di Amanzio Possenti
Con la giustificazione, importante, di dare a tutti e a ciascuno lo spazio di libertà espressiva in modo da soddisfare la cosiddetta ’par condicio’, capita di ascoltare - non solo nei linguaggi politichesi, anche in altre ribalte - non solo legittimi pareri contrastanti ma una sequela di interventi al limite dell’interesse e del buon senso. Siccome quest’ultimo non può finire sotto i tacchi e sarebbe di gran lunga preferibile assicurarne la presenza riconoscibile e costante, si impone la necessità di distinguere fra diritto alla espressione libera - da garantire al massimo – e licenza di dire cose ovvie o banali che non meriterebbero una ampia platea o anche ascoltare affermazioni estranee in un normale dibattito di idee. Poiché si dovrebbe parlare di idee, non di chiacchiere fine a se stesse.
E’ sempre più evidente che la libertà di parola rischi di trasformarsi in una chiosa di asserzioni che si scaricano su chi non intende né associarsi né sintonizzarsi, con il risultato di schiudere talvolta la porta a facezie o proclami frutto di disinformazione o di informazione precaria. Il che non aiuta, ancor meno un pubblico che amerebbe coltivare idee rappresentative e utili anziché partecipare (salvo il ricorso ad un rapido zapping cambiaprogrammi) ad un fraseggiare di contrappunti da personalismo.
So che è difficile conseguire l’atteso incontro con la realtà espressiva idonea giacchè prevale la disponibilità a lasciar chiacchierare tutti, tuttavia penso che sarebbero necessari auto-freni al dilagare dei chiacchiericci e delle postulazioni a senso unico: affinchè sia protagonista la responsabilità rispettosa ,culturalmente e verbalmente, dei confronti dialettici. Il gusto del dibattito ne guadagnerebbe.