Difficile e istruttivo il rapporto con gli aspiranti fotografi
Racconti di fotografia
Domande & Risposte
di Guido Alberto Rossi
Oltre a fare il fotografo al 100% del mio tempo lavorativo, ho avuto un’agenzia fotografica, o meglio ero il referente italiano per la più grande e prestigiosa agenzia di foto stock mondiale, meglio conosciuta come The Image Bank, nata a New York intorno al 1986. Nel 1989 ne presi la rappresentanza per l’Italia e ne fui il responsabile fino al 2003.
Un paio d’anni prima gli americani l’avevano venduta ad un nascente gruppo di affaristi per i quali ho nutrito subito un’antipatia (immagino reciproca) che non mi era mai capitata prima, ma come ben sappiamo c’è sempre una prima volta e così un bel giorno thankyou and goodbye. Gestirla è stato abbastanza facile grazie ai miei bravissimi collaboratori, che fortunatamente mi battevano per miglior senso commerciale e ovviamente amministrativo. Ma il successo era dovuto, come ovvio, grazie al materiale che offrivamo: solo foto dei migliori fotografi mondiali di quegli anni, lo slogan base era poche ma belle. In pratica era facile vendere questo tipo di foto come con il popcorn al cinema.
Le uniche cose di cui mi occupavo seriamente era farla conoscere sul mercato e gestire i rapporti con i fotografi quando capitavano a Milano e reclutarne di nuovi, ambedue le cose ovviamente mi divertivano un mondo.
Tra i fotografi italiani ebbi l’onore ed il piacere di avere a bordo Gina Lollobrigida che, insieme a Ruggero Orlando, furono anche madrina e padrino dell’inaugurazione ufficiale, (ma questa storia magari la racconto un’altra volta).
Conoscere i grandi fotografi e diventare amico di molti è stato impagabile, così come è stato curioso conoscere tantissimi aspiranti fotografi, diversi bravi che in seguito sono diventati bravissimi ed affermati e altri che non avevano la più pallida idea di perché fossero al mondo e perché avevano in mente di voler fare il fotografo.
Non rifiutavo mai d’incontrare un’aspirante Cartier Bresson, in genere l’incontro dopo le presentazioni e strette di mano iniziava con domande e risposte. Qui faccio finta che sia un’aspirante unico e vi ripropongo circa vent’anni di domande anche strane e di mie risposte sincere.
- Mia Domanda- Mi fai vedere quello che fai?
Risposta 1- oggi non ho portato niente, era solo per conoscerci.
(in genere non lo vedevo più) - Risposta 2- Finora ho scattato questo, (circa 50 dia) ma se mi dici cosa serve all’agenzia, ne scatto altre. (in genere non lo vedevo più)
- Risposta 3- Si ecco, ho portato questo portfolio e penso che queste siano tra quelle che ritengo le mie foto che possano avere un qualche un utilizzo commerciale
(promettente) - Domanda Aspirante- quante foto servono per entrare in agenzia?
- Mia Risposta- Ovviamente dipende dai soggetti che hai e che scatterai prossimamente. (se era bravo e promettente dicevo 500, se era un asino 5.000)
Almeno il 90% degli aspiranti fotografi avevano un altro lavoro ed erano convinti che bastava lavorare con un’agenzia per fare il salto del fosso e diventare fotografi. Ricordo uno in particolare che faceva il gioielliere, aveva girato il mondo e faceva delle belle foto, la sua aspirazione era veder le sue foto pubblicate con tanto di firma ed ovviamente era disposto a darle gratis.
La cosa mi andò di traverso e gli risposi che era come se mettessi su una bancarella di gioielli uguali a quelli che vendeva davanti alle sue vetrine ed invece di farli pagare li regalavo, non ricordo se mi abbia salutato.
Molti di questi aspiranti volevano fare il fotografo al solo scopo di girare il mondo gratis altri volevano fare il fotografo di moda o beauty solo con la squallida idea di tampinare le modelle.
Di personaggi che avevano davvero la fotografia nel DNA ne ho conosciuti pochissimi. I professionisti che ho reclutato erano solo gente seria.
The Image Bank aveva un numero molto ristretto di fotografi, erano meno di 400 in tutto il mondo ed il mio vanto era che ben 28 fossero italiani da me reclutati e tutti producevano un numero imponente di immagini.
Erano gli anni d’oro della fotografia, si vendevano immagini di nuvole per sfondi di campagne stampa importanti allo stesso prezzo di una utilitaria con tanto di mangianastri. C’erano poi soggetti quali le spiagge bianche con le palme, i campi di grano o i famosi cipressi toscani che erano sempre scatti vincenti.
Ma la domanda che più mi mandava in bestia era:
- Domanda Aspirante - Cosa mi consigli di fare per fare tanti soldi velocemente?
- Mia Risposta - (ormai collaudata) Hai due buone possibilità: la prima è fondare una banca o una finanziaria e studiare bene uno schema Ponzi. L’altra è entrare in società con Pablo Escobar. Stranamente nessuno sul momento le ha mai apprezzate e ringraziato per le idee. Se poi abbiano seguito il consiglio non so.