#324 - 18 febbraio 2023
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
curiosità

Maschera, sinonimo del Carnevale, ma non solo

Giu' la maschera

Seconda parte

di Roberto Bonsi

Esiste anche la maschera di bellezza per far sì che le donne possano sentirsi alquanto sicure di sé ed ancor più fascinose, per curare ogni giorno od ogni qualvolta la loro pelle ed anche ritardare l'invecchiamento della stessa.
Al giorno d'oggi anche gli uomini si sono avvicinati alla cura della loro pelle, ed ormai pare che stiano di fatto superando il sesso femminile.
Le madamigelle ed i "cicisbei" delle Corti settecentesche usavano mascherarsi durante le feste a cui partecipavano, questo tra un minuetto ed una quadriglia, un po' per sommariamente nascondersi ed un po' per una per una sorta di vezzo.

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Vi ricordate della "Maschera di Ferro"? Si auspica un si, in quanto sempre la storia passata narra di un tale, di uno sconosciuto, la cui identità non riuscirono mai ad accertare, e pare che fosse tenuto in prigione durante il regno di Luigi XIV (n.d.a.: Il "Re Sole"). Molti "grandi" della letteratura scrissero di lui, e tra i tanti, vogliamo ricordare Voltaire e Alexandre Dumas padre. Secondo il su menzionato sovrano tale "Maschera di Ferro", non fu mai esistita, ed l tutto divenne come una sorta di "leggenda metropolitana". Ai "si dice" di allora, sembra che fosse un emissario del Duca di Mantova che regnava su quella città e su i suoi possedimenti, e che fosse una "spia" alla Corte di Francia al servizio del appena su citato Duca.
Questo anonimo personaggio non si toglieva mai dal suo volto tale maschera. Qui in Italia negli anni '60/'70 andava per la maggiore un fumetto nato negli "States" che era intitolato: "L'uomo Mascherato".
Non dimentichiamoci invece della maschera di Zorro, una lunga serie di telefilms, in un tempo lontano irradiati da RAI1, allora ancora in versione B/N, e vivamente apprezzato da tutti coloro che oggigiorno hanno superati oltre i sessanti lustri da quel periodo della loro giovinezza. Furono girate anche delle pellicole con diversi protagonisti che hanno invece impersonato "Zorro,", il quale era un nobiluomo californiano che in quel di Los Angeles, combatté la tirannia dei governatori di quel territorio per riscattare così la soverchiata povera gente. "Zorro" era vestito tutto di nero, maschera compresa.

Giu' la mascheraGiu' la maschera

Torniamo ora nella nostra penisola, dove ancor oggi di maschere ve ne sono fin troppe, e ricorriamo a Luigi Pirandello, il grande scrittore, poeta, drammaturgo e commediografo, che ebbe dire: -"Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti"-. Quanta triste verità in tutto questo. La frase in questione divenuta ben presto una citazione, fu presa dal suo romanzo: "Uno, nessuno e centomila". Pirandello andò comunque oltre, scrivendo che le maschere rappresentano la frantumazione dell'io in identità molteplici ed un adattamento dell'individuo sulla base del contesto e della situazione sociale in cui si trova.

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I "Krapunz", che parolone ...!!!..Chi sono costoro???. Presto a leggersi!. I "Krapunz" o meglio il "Krapunz", secondo la mitologia del Mitteleuropa in ispecie nei Paesi di lingua tedesca e nel nostro Alto-Adige (Sud Tirolo), e Friuli Venezia Giulia, è una maschera chiaramente sempre facciale, che rappresenta un essere demoniaco, chiamata ad accompagnare la figura folkloristica ed anche religiosa rivolta al ricordo della reincarnazione di San Nicola, che viene così festeggiato da una sfilata tradizionale in maschera che si svolge lungo le strade dei piccoli e medi paesi del luoghi su citati. Questo tipo di tradizione è comunque fortemente legata alla mitologia cristiana, e riguarda per l'appunto il vescovo San Nicola ed un suo servitore chiamato per l'appunto: "Krampus", e quest'ultimo come abbiamo scritto, era un demonio, sconfitto dallo stesso santo, che poi di seguito lo costrinse a servirlo. Tale iniziativa oggi più che mai appartenente al folklore locale è omunemente ancor oggi festeggiata oltre ai luoghi sopraelencati, anche in Slovenia, Croazia ed Austria. Queste maschere il cui significato in lingua tedesca vuol dire: "morto", "putrefatto", sono dei demoni dalle sembianze mostruose, ed oltremodo inquietanti nel loro aspetto, e sono anche malvestiti, e girando per le strade: "provocano" quasi con furia anche il pubblico cge sosta a seguirli.

Giu' la mascheraGiu' la maschera

Andiamo ora nel nostro centro-sud e precisamente nella "bella Napoli", e qui potete trovare le maschere napoletane, le quali come tutte le maschere in genere che calcano i palcoscenici ed i teatri dei burattini o delle marionette, appartengono alla "Commedia dell'arte", una su tutte il "mitico" Pulcinella ... . C'è però un altro tipo di ... maschera, se possiamo dirla tale, ed una ... maschera che gode appieno delle "luci della ribalta", ed essa è quella del seduttore, la quale è una vera e propria istituzione nella lunga storia del teatro italiano. L'attore che la interpreta, che sia giovane o maturo, ha un suo segreto per apparire sempre fascinoso sulla scena, si mette un velo di farina sul viso e cosi è pronto per entrare sul palcoscenico.

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Davvero importanti furono le maschere dell'Ellade ma anche quelle dell'antica Roma, che però meriterebbero dei capitoli a parte. Per finire, arriviamo a: "Ti conosco mascherina", una frase perlopiù rivolta ad una persona che si tende a riconoscere nonostante la mascherata, ed in senso figurato ad una persona che vive di menzogne e di inganni, questo per far comprendere che si è scoperto il suo "sporco gioco". A Mamoiada in Sardegna, sfilano durante il Carnevale, in processione, le singolari maschere dei "mamuthones", ed ora per chiudere il ... cerchio, eccoci giunti alle "mascherine" per proteggerci dal "Covid-Sars 19", la brutta pandemia che ci ha colpiti, cosi come ha colpito il mondo intero; e per finire, ora per così dire: "gettiamo la maschera", e stendiamo un ... "velo pietoso". Tutti noi siamo su questa traballante "ribalta " chiamata: vita, e siamo anche duramente costretti ad indossare una e più maschere. A proposito, se nel nostro scrivere abbiamo scordate altre tipologie di maschere, qui chiediamo venia, ma come sarebbe invece bello poter dire: -"Cerchiamo davvero di gettare la maschera"-, e quindi di vivere una vita più serena e maggiormente compatibile con le bellezze del Creato e con i nostri sentimenti più positivi.

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