Tra coinvolgimento ed evasione
Calcio in TV
di Amanzio Possenti
La ’indigestione’ di calcio in Tv - di livello mondiale, sicuramente di mediatico coinvolgimento popolare – mentre rivela quel che il pubblico, non solo maschile, chiede ai monitor ’spettacolo, spettacolo, spettacolo’ - aggiunge altresì un elemento di considerazione, poco contemplato però consolatorio: il desiderio di evasione.
Di fronte alle dispute quotidiane della politica – che non sa arrendersi alla necessità di parlare meno e fare di più e meglio-, davanti agli orrori della guerra in Ucraina - che penetrano nel cuore e gridano il bisogno imperativo di tregua e di pace -, tra le problematiche sociali ed esistenziali - che addolorano e suscitano sconforto nella difficoltà ad affrontarle con prospettive di soluzione - , in mezzo a innumerevoli situazioni di sofferenza che sollecitano solidarietà, si consolida il desiderio di evasione, intesa non fine a se stessa né svago illusorio, bensì quale pausa di silenzio e pace interiore.
L’utente ha bisogno di pause di riposo della mente e del cuore per non essere in balìa della invadenza mediatica ed altrui e poter coltivare, nella speranza, il senso di fuga dalla malinconia mistificante verso una fiducia maggiore in se stesso e nel prossimo. Un processo di intima rottura con la consuetudine che tutto blocca.
Se questo tipo di ’evasione’ è fatto proprio, può aprirsi uno spiraglio di ottimistica attesa.
Dallo spettacolo che cancella pensieri, si profila possibile, in positivo, l’antimalinconia di sensibilità cristiana, che dona senso rasserenante, di conforto alla quotidianità.
Gesto di sola post-evasione? Non va sottovalutato...pur dopo il sovraccarico calcistico.