Per la prima volta in Italia, a Palazzo Altemps si presenta una mostra che celebra
lo spirito che animò Bloomsbury: il luogo dove si sono sperimentate
forme di vita e di pensiero nuove che cambiarono i principi vittoriani
e il forte spirito patriarcale di cui era ancora intriso il ventesimo secolo.
Roma - Palazzo Altemps
Virginia Woolf
Rimasti orfani nel 1904, Virginia Stephen, non ancora Woolf, e i fratelli Vanessa, Thoby e Adrian si trasferiscono dall’altolocato
Kensington nel meno privilegiato quartiere di Bloomsbury.
Dal 1905 un nutrito gruppo di giovani donne
e uomini si incontra nella casa al 46 di Gordon Square per inventare una vita nuova e libera.
Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing Life è un progetto del Museo Nazionale Romano e della casa
editrice Electa, realizzato in collaborazione con la National Portrait Gallery di Londra.
La mostra porta in primo piano l’anima primigenia di Palazzo Altemps, nato come casa nobiliare nel cuore di Roma.
Ideata e curata da Nadia Fusini – profonda conoscitrice dell’autrice inglese della quale ha curato l’edizione
in due volumi nei Meridiani – in collaborazione con Luca Scarlini – scrittore, drammaturgo, narratore,
performance artist – l’esposizione racconta innanzi tutto la complessa esperienza di amicizia intellettuale
del gruppo di Bloomsbury attraverso libri, parole, dipinti, fotografie e oggetti dei protagonisti di questa
avventura dell’arte e del pensiero.
Nelle stanze di Palazzo Altemps, in cinque sezioni si svolge il racconto delle figure di Bloomsbury.
I giovani intellettuali che si incontravano nelle stanze delle sorelle Stephen condividevano predilezioni
artistiche, relazioni romantiche, esperienze lavorative innovative, motivazioni sociali.
Questi individui dalla forte personalità diventeranno economisti, storici, scrittori, filosofi e artisti impegnati di sinistra: spesso
saranno molto famosi.
Speravano, come Leonard Woolf, in una società senza classi o, come Virginia, in un
mondo senza torri d’avorio per i suoi artisti; John Maynard Keynes ha rivoluzionato il pensiero economico
e ha posto le basi del welfare state, nonché della collaborazione dello stato alle arti; ééLytton Stracheyéé ha
inventato un nuovo modo di scrivere la storia e Roger Fry, critico e pittore, un’altra maniera di guardare
e creare opere d’arte.
Al di là del valore indiscusso dell’uguaglianza, intanto e prima di tutto economica,
altro valore irrinunciabile era il riconoscimento della singolarità di ciascuno.
La mostra non a caso è allestita negli ambienti di Palazzo Altemps, che nel passato hanno accolto una
prestigiosa biblioteca - raccolta tra la fine del XVI e il XVII secolo dal cardinale Marco Sittico Altemps e
dal nipote Giovanni Angelo, poi confluita nella Biblioteca Apostolica Vaticana -, e nell’Ottocento hanno
ospitato prestigiosi salotti letterari.
È qui, nella chiesa della Clemenza e di Sant’Aniceto custodita all’interno dell’edificio, che Gabriele D’Annunzio sposò nel 1883 Maria Hardouin di Gallese, famiglia che per ultima abitò Palazzo Altemps.
Curato da Nadia Fusini e Luca Scarlini, il catalogo della mostra edito da Electa è costruito come un
diario intimo, un quaderno di appunti e ricordi, un racconto visivo che, anche attraverso autorevoli saggi,
ripercorre i nuclei tematici dell’esposizione, ossia i protagonisti, le case, gli amori, la letteratura, il rapporto
con le arti e l’editoria, tracciando il ritratto di una delle esperienze culturali più significative del Novecento.
Il Museo Nazionale Romano con la casa editrice Electa e con il sostegno dell’Italian Virginia Woolf Society
propongono un articolato programma di appuntamenti legati alle tematiche dell’esposizione Virginia
Woolf e Bloomsbury. Inventing Life. Nadia Fusini e Luca Scarlini incontreranno il pubblico in più
occasioni per raccontare, approfondire e celebrare l’affascinante storia del gruppo di Bloomsbury.