#318 - 19 novembre 2022
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Antropocene

L’arachide è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Fabacee.

Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida,
Ordine Fabales, Famiglia Fabaceae, Sottofamiglia Faboideae,
Tribù Aeschynomeneae e quindi al Genere Arachis ed alla Specie A. hypogaea.

Arachis hypogaea

di Guido Bissanti

Arachis hypogaea

Etimologia –
Il termine Arachis deriva dal greco ἄρακος arachos, pianta delle leguminose citata già da Aristofane, Ipparco e Teofrasto. L’epiteto specifico hypogaea proviene dal prefisso greco ὑπο- hypo- sotto e da γῆ ge terra: cioè sotterraneo, per la caratteristica del legume di interrarsi.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Arachis hypogaea non esiste allo stato selvatico nativo ma si ritiene che si sia originata dall’ibridazione di Arachis duranensis e Arachis ipaensis. L’inizio della coltivazione, con questa iniziale ibridazione, potrebbe aver avuto luogo nella regione degli attuali Paraguay e Bolivia, mentre secondo altri sarebbe originaria del Brasile.

Descrizione –
L’Arachis hypogaea è una specie erbacea annuale con fusto eretto, pubescente, che raggiunge un’altezza fra i 30 e gli 80 cm. Ha foglie opposte, paripennate, composte da quattro foglioline lunghe da 1 a 6 centimetri e larghe 0,5–3,5 cm. I fiori sono tipicamente papilionacei, formati da un petalo più grande, chiamato vessillo e altri due petali che contengono l’ovario, del diametro di 2–4 cm, di colore giallo con venature rossastre. A seguito dell’impollinazione si forma il legume di 2-5 cm che penetra nel terreno per maturare. Questo contiene da 1 a 4 semi.

Arachis hypogaea

Coltivazione –
Per essere coltivata l’arachide necessita di una temperatura superiore a 16°C durante la germinazione, di 20°C in occasione della fioritura e di 18°C durante la maturazione. È una specie meno esigente nei confronti dell’acqua, che comunque deve essere disponibile in elevate quantità durante le fasi della germinazione, della fioritura e l’interramento ed accrescimento dei legumi; durante la maturazione invece non deve essere irrigata. È una pianta che preferisce terreni sciolti e sabbiosi, non calcarei e con pH tra 5 e 6. per la sua tecnica colturale puoi consultare la scheda presente.

Usi e Tradizioni –
L’Arachide è una specie oleaginosa di importanza mondiale, originaria del’America del sud da dove si è diffusa negli altri continenti. In Italia la coltivazione ha avuto alterna fortuna dal 1870, anno in cui fu coltivata per la prima volta nei dintorni di Valenza (AL), senza assumere però vaste proporzioni. È invece coltivata soprattutto in Asia ed Africa e seguono, a notevole distanza, le Americhe, l’Oceania e l’Europa. Il genere Arachis comprende una quarantina di specie, ma solo l’A. hypogaea L. è coltivata, con diverse varietà.
I frutti sono chiamati in vari modi: arachidi, spagnolette, noccioline americane, bagigi, scachetti, caccaetti (dal nahuatl tlālcacahuatl, che significa “cacao di terra”, divenuto in spagnolo o cacahuate, nei paesi delle Americhe dove viene usata questa parola, o cacahuete, in Spagna), giapponi o cecini.
Il seme di Arachis hypogaea contiene fino al 50% di olio e il 40% di proteine; da questo si estrae un olio è di ottima qualità che contiene acido arachidonico (2-5%) ed ha una composizione equilibrata. Il panello che resta dall’estrazione dell’olio viene impiegato nell’alimentazione zootecnica.
Oltre all’elevato contenuto d’olio, le arachidi contengono delle sostanze benefiche per l’organismo, come la vitamina E e gli antiossidanti.
Il seme tostato viene largamente impiegato nell’industria dolciaria o per gli snack. Durante la conservazione è facilmente contaminato da aflatossine. Molto utilizzato, soprattutto negli Stati Uniti, è il burro di arachidi che è un alimento ricavato dalla macinatura di semi di arachidi. La pasta è composta dai semi macinati, olio vegetale di palma, sale e zucchero.
L’importanza dell’arachide nei popoli precolombiani è tale che spesso si trovano sue raffigurazioni e testimonianze.

Arachis hypogaea

Modalità di Preparazione –
Le arachidi sono da sempre associate all’aperitivo: immancabili sui banconi dei bar, accanto a patatine, salatini e olive, quelle salate accompagnano Spritz, bitter e cocktail alcolici e analcolici.
Si mangiano prevalentemente essiccate o tostate, come spuntino. In cucina sono un ingrediente versatile, che si presta a tante preparazioni dolci e salate. Pestate nel mortaio con olio extravergine e acciughe, le arachidi si trasformano in una saporita crema, ideale per condire trofie o bavette; possono poi essere utilizzate al posto delle mandorle nel pesto tradizionale di basilico o in quello di rucola, o ancora aggiunte come tocco finale alla pasta – spaghetti o linguine – condita con panna o con crema di formaggio. Sono ottime per rendere più particolari le insalate, abbinate a lattuga e scaglie di grana, avocado e gamberetti. Sono presenti in una ricetta diffusa in Tailandia, Cina e in altri Paesi orientali, dove la carne viene cotta con l’aggiunta delle tipiche salse locali, come quella di soia e di pesce.

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