Sui passi di Alexandre Dumas
Il sortilegio della Fata Morgana - La gelosia della Maga Circe
Scilla e Cariddi
Viaggio in Calabria
di Giuseppe Cocco
Per rimanere incantati dal sortilegio della mitica Fata Morgana, non occorre recarsi in Cornovaglia ma basta passeggiare per le magnifiche coste Regine nei pressi di Scilla. Quando la temperatura dell’aria in prossimità del mare e minore dell’aria sovrastante, e cielo e mare sono perfettamente immobili, avviene un fenomeno di rifrazione molto particolare: in quel momento da Scilla, la Sicilia e in particolare la città di Messina, appaiono vicinissime addirittura da poter distinguere i veicoli in movimento o le persone a passeggio per le strade, quasi come se si potesse toccarle.
La leggenda racconta che tale prodigio sia avvenuto la prima volta a causa di un sortilegio della Fata Morgana, la quale voleva convincere Ruggero I d'Altavilla, ultimo rampollo del nobile Tancredi, a conquistare la Sicilia, che in quel tempo era dominio degli arabi, servendosi della magia.
Il nobile Ruggero, mentre dall’alto della rupe di Scilla contemplava le coste siciliane, meta della sua brama di conquista, non poté fare a meno di pensare che l’impresa si preannunciava ardua, essendo il suo esercito di gran lunga inferiore a quello degli arabi. Ad un tratto, egli udì dei lamenti mescolati a della musica festante provenienti dalla città di Messina: erano le urla di disperazione di quanti stavano soffrendo, sovrastati dai canti di gioia dei loro oppressori.
Fu in quel momento, che dalle acque cristalline del mare, emerse una magnifica fanciulla: era la mitica Fata Morgana, che attratta dai pensieri del prode condottiero decise di palesarsi. Lei, domandò a lui, quale era la causa di tal turbamento, nonostante a la furba strega, conoscesse già la risposta poiché capace di leggere nel pensiero. Ruggero, confidò alla bella dama, le sue perplessità e lei mossa dai nobili sentimenti del prode guerriero, gli offrì il suo aiuto senza pretendere nulla in cambio: “farò per te un ponte di cristallo affinché tu possa, col tuo esercito, giungere in men che non si dica, alle rive della città di Messina”. Ruggero declinò la allettante proposta, spiegando alla fata, che, un nobile fervente servo della Croce di Cristo, mai si sarebbe prestato ad utilizzare la magia per i propri scopi, e ringraziandola tentò di congedarsi da lei.
Ma ella, la sorellastra di re Artù, tentò in tutti i modi di esercitare il suo magico fascino sull’integerrimo Re, e con un cenno della sua mano fece si che le due coste si avvicinassero al punto di essere attraversate a piedi.
Le fatiche di Morgana furono vane, il prode Ruggero, preferì impiegare trent’anni nella conquista dell’isola, piuttosto che cedere, affidandosi alle forze oscure della potentissima maga.
Se vi capita di passare da Scilla, oltre che cercare d’incontrare i mostri di ellenica memoria “Cariddi e Scilla”, fermatevi ad osservare le coste Siciliane, con un po’ di fortuna, magari, potreste osservare il Miraggio della Fata Morgana, ne vale sicuramente la pena.
Il mito di Scilla dà il nome all’omonima località turistica in provincia di Reggio Calabria. La sua storia viene descritta da Omero nell’Odissea.
Secondo la mitologia greca, Scilla era una splendida fanciulla dagli occhi azzurri e dalla bellezza sconvolgente, della quale si innamora Glauco, il Dio marino, metà uomo metà pesce, che vedendosi rifiutato il suo amore, si rivolge alla Maga Circe, chiedendole un filtro d’amore per ricondurre a sé l’amata fanciulla. Ma la Maga, da sempre innamorata del Dio marino, in preda ad una folle gelosia, prepara una pozione malefica e la getta nelle acque dove Scilla era solita recarsi a farsi il bagno. Ignara del sortilegio, la ninfa, si immerge e specchiandosi nel mare, assiste alla trasformazione del suo corpo in un mostro malefico con dodici piedi e sei teste. Presa dalla disperazione, si getta in mare e va a vivere nella cavità di uno scoglio in una grotta sotto la Rocca dove sorge il Castello che esiste ancora oggi, e a pochi passi da Cariddi, un altro mostro marino creato da Zeus che popola le acque dello stretto Reggio- Messina.
Il mito di Scilla, come quello di Cariddi, da sempre ha spaventato marinai e viaggiatori, ma il suo fascino avvolto di mistero e fatto di amori non corrisposti, ha reso questo tratto di mare famoso in tutto il mondo.