Un'opera è un passaggio segreto, chiunque avrà coraggio la oltrepasserà
e sarà travolto dal suo movimento inquietante, turbolento, seducente.
Open studio in sinergia con Rome Art Week
Il velluto e il diamante
In esposizione opere dell'artista
Viola Di Massimo
Per il settimo anno consecutivo partono gli Open Studio con Rome Art Week in cui gli studi degli artisti professionisti aprono al pubblico.
Viola Di Massimo propone la visita alle opere dal titolo “Il velluto e il diamante”, con l’amico curatore Giorgio Bertozzi di Neoartgallery, associazione culturale diretta e fondata con Ferdan Yusufi.
Viola Di Massimo afferma:”Giorgio Bertozzi che conosco più o meno dal 2004, è una di quelle persone che si inventa e reinventa nel far fruire l’arte. Viaggiatore curioso, vive l’arte prima di tutto come passione poi come lavoro fra Istanbul, Italia e chissà quanti altri infiniti luoghi”. Fra mercanti, curatori e galleristi quanta distinzione c’è? E quando gli chiesi di definirmi il ruolo del curatore mi raccontò del velluto e il diamante, una storia interessante che scoprirà chi avrà il piacere di partecipare ai miei incontri.
Districarsi fra i lavori di Viola Di Massimo non è facile: scacchiere, labirinti, arredamenti... facilmente ci si lascia coinvolgere in un gioco di rimandi continui ad immagini e segni surreali. Al centro della scena cè sempre la donna, soggetto privilegiato dell'intera narrazione artistica che spazia nel tempo lungo dell'impegno dell'artista... e vale la pena affidarsi al suo racconto-giuida.
Il disegno - La Sacralità del corpo.
Il disegno non è un semplice tratto sulla carta, il disegno parte dal segno, ed il segno ci unisce ad ere lontane “segnando” un patrimonio comune che ci collega immediatamente al principio, quando qualcuno, su una parete naturale, tracciò con un gesto, il primo segno.
Quel gesto, quel segno, ci appartengono. Sono gli elementi, la via visibile per andare lontano dentro noi e dentro gli altri, in un’umanità che collega tutti…
Il disegno è istinto, è ciò che viene dall’impeto dalla passione improvvisa. E’ amore allo stato primitivo. E’ desiderio incontenibile di tracciare con un gesto qualcosa che rimarrà e di cui si rimarrà appagati subito dopo. Il disegno è ciò che accompagnerà la pittura, di pari passo, con costanza e perseveranza, è ciò che vive in equilibrio assieme all’opera pittorica.
Qui troverete invenzione e verità, ma distinguere una dall’altra non sarà cosa semplice e forse, non ce ne sarà bisogno.
Ogni disegno traccia la mia biografia e quella delle persone che ho potuto vivere e disegnare in questi anni, consapevoli o meno che ne siano stati.
Le figure femminili che hanno voluto posare per desiderio intimo e personale, hanno avuto in poco tempo la possibilità di scoprirsi belle di quella bellezza che scoprii anche io la prima volta con Anna, la prima modella che disegnai a 16 anni. E’ accorgersi di essere un tutt’uno col mondo, la natura, la consapevolezza chiara e definita di essere bellezza e naturale sensualità che va oltre e che vola alto sopra ogni “cosa”. La modella di 86 anni in bilico fra consapevolezza e inconsapevolezza mi ha lasciato un fondamentale segno dentro e un’eredità indimenticabile facendomi vivere in pochi minuti un futuro possibile e un passato improbabile. Le persone dormienti sui letti di ospedale mi hanno aperto gli occhi sull’uguaglianza tutti “nudi” allo stesso modo, ognuno con la stessa angoscia e lo stesso sguardo negli occhi: la paura non fa differenze.
La serie di “Bellezze al bagno ” che troverete ogni tanto negli anni, sono la mia verità dell’essere. Disegnare al mare significa accogliere e cogliere la verità del fisico e della mente, la vita che vuole essere vissuta fino all’ultimo raggio di sole, l’ironia, la tragedia e la tenerezza che ci contraddistingue come esseri umani.
La fisicità diviene separazione dall’animo nelle persone più mature e attaccamento nonché unica identificazione nei più giovani. Posso cogliere la storia data dalle cicatrici visibili di alcuni, dagli atteggiamenti, dalle pose viziate negli anni. Dalla magrezza, o la voluminosità.
Il corpo non mente, mostra la nostra storia, sofferenze, mancanze e fragilità.
Il corpo è sacro.
Il dipinto ad 0lio.
In questa pagina sono raccolti dipinti ad olio. L'opera ad olio, nel mio caso, non nasce dal momento in cui viene oggettivamente iniziata la raffigurazione. Ha invece inizio da un movimento, un'attrazione per una stoffa di cotone o lino (che sia un lenzuolo antico, una juta o un vecchio canovaccio). Inizia dal profumo del legno o dalla sensazione che la materia dove vorrò dipingere e con cui avrò un legame, mi regalerà.
La pittura ad olio inizia quindi da qualcosa di invisibile... poi, dai chiodi che vengono messi sul telaio uno ad uno per fissare la tela, dall’imprimitura che richiede tempo e e dall’impeto di un disegno non pensato prima.
Opera che nasce e cresce, attraverso mescolanze di pigmenti e pennellate più o meno meticolose, nei giorni a seguire; inclusi turbolenti e minacciosi tempi emotivi.
Durante, e anche dopo questo processo, l’opera sarà esattamente come siamo noi: immagine, carattere, anima. E se sarà fortunata, saprà anche comunicare, divenire specchio di un osservatore e assumere significati ogni volta nuovi, per sempre.
Tecnica mista.
La tecnica Mista su carta è per me una delle tecniche più antiche. Ho assaporato con lei quell'idea di "tutto è possibile" e del poter esprimere il mio "essere" finalmente e intimamente senza regole e imposizione, ciò è accaduto prima di lavorare con la pittura ad olio. È un'espressione dove qualsiasi mezzo è concesso.
Dove la libertà del segno si unisce alla preziosità del colore che sia china, olio, acquarello, inchiostro… È espressione libera di un’opera che può durare giorni, mesi o secoli come un dipinto ad olio, oppure un attimo eterno e indefinito come accade nel disegno a matita.
È l’unione perfetta fra le due manifestazioni visive. È ragione e istinto che si fondono in una danza sola: Milonga, Valzer, Sirtaki e Cha cha cha. Tutto insieme.
È la tecnica che mi ha fatto sentire un’artista quando ancora solo lo immaginavo nascostamente e che, ora che lo sono realmente, mi rende immaginativa e libera come in principio nonostante gli anni di accademia, le regole acquisite e da sapere.
È una tecnica impetuosa, drammatica, ironica, “divertente”, dove posso esprimere in breve tempo ciò che ho visto, ascoltato, vissuto, sognato. Senza drammi… o meglio, intrappolandoli dentro.