Un genere di foto un po' particolare
Scatti da un Matrimonio
di Guido Alberto Rossi
Qualche giorno fa, nella nostra quasi settimanale telefonata, il mio vecchio amico Giuseppe Salomone, (detto Geppino per amici e parenti) mi chiede perché non racconto qualcosa sui matrimoni.
Mi sembra una buona idea ci penso un po' su e in effetti ho diverse storie mie e alcune che sono capitate a colleghi e così è nato questo articoletto.
Il primo matrimonio che ho fotografato è stato proprio quello di Geppino e Brigidanel giugno del 1977, il secondo è stato quello del loro figlio Marconell’estate del 2017. Ben due matrimoni in quarant’anni esatti e questi sono gli unici due che ho fotografato: il primo ovviamente in pellicola, il secondo solo con lo smartphone.
Però devo dire che negli anni molti amici mi hanno chiesto se potevo fare le foto al matrimonio dei figli, dei nipoti o dei cugini.
Ho sempre risposto con un secco no.
Però ai figli degli amici più cari ho sempre regalato una lavatrice, agli altri invece ho detto solo no e mi sono anche risparmiato il regalo.
E qui ho capito che per il 99% delle persone il fatto che tu faccia il fotografo vuol dire che puoi scattare di tutto e visto che siamo amici, e in molti casi ho anche visto nascere e crescere i figli, perché non fare il servizio fotografico gratis.
La cosa è quasi imbarazzante, perché significa che nessuno ha ben presente che uno fa il fotografo per campare.
Non ho mai sentito chiedere al dentista amico di aggiustare i denti degli sposi gratuitamente.
Però girando il mondo, quando mi è capitato un matrimonio e avevo le macchine al collo, qualche scatto mi è partito.
In India è anche successo che siccome ero nello stesso albergo dove era in corso il ricevimento di un matrimonio ed ero all’ingresso mentre entrava lo sposo ed i suoi amici, questi mi hanno trascinato al banchetto, per altro ottimo e ben annaffiato.
Durante la mia brevissima carriera come CTU presso il tribunale di Milano (consulente tecnico d’ufficio) e poco prima di portare in cantina la pergamena di CTU incorniciata e dando fine alla mia carriera forense, ebbi modo di vivere un’esperienza da Oscar della stupidità.
Un fruttivendolo fece causa al fotografo che aveva realizzato l’album del suo matrimonio con la motivazione che le foto erano brutte e che non lo avrebbe pagato, ma voleva comunque l’album. Convocate le parti ed esaminato il corpo del reato, notai che le foto erano perfette. Le uniche cose brutte erano gli sposi e i parenti. Consigliai al querelante di pagare e portarsi a casa l’album spiegandogli che nella mia memoria al giudice avrei dato ragione al fotografo.
Nella sua ingenuità il fruttivendolo mi confidò che a lui le foto piacevano: era il suo avvocato che gli aveva consigliato di fare causa per non pagare l’album e in cambio voleva pomodori e banane gratis. La cosa ovviamente fini lì, ma nel mio rapporto al giudice spiegai la squallida vicenda nella speranza che l’avvocato venisse condannato all’ergastolo così il fruttivendolo gli avrebbe potuto portare le classiche arance.
Sempre nel campo delle foto di matrimonio a New York conobbi un fotografo specializzato che girava in Ferrari, vestiva Armani, calzava Prada e sembrava un re. Le sua specialità erano i matrimoni dell’alta società newyorkese; lui però non fotografava mai la cerimonia religiosa perché sosteneva di non voler disturbare il sacro momento, ma seguiva tutta la fase preparatoria, ovviamente il pranzo o la cena e la festa e in molti casi seguiva gli sposi anche in viaggio di nozze.
Nei suoi album c’erano anche dettagli dei bicchieri pieni di champagne o delle scarpe delle damigelle e altri scatti simili, queste immagini venivano considerate dai clienti dei capolavori artistici e lui fatturava.
Un giorno parlando con il mio amico M.C. di Brescia (grande fotografo naturalista) gli raccontai questa storia e combinazione dopo qualche mese un’importante industriale della zona gli chiese se potesse fare le foto al matrimonio della figlia. M.C si ricordò della nostra chiacchierata e ripropose la storia newyorkese in chiave bresciana.
Gli sposi andarono pazzi per l’idea, lui fece l’album e tutti vissero felici e contenti.