L'impegno in difesa dei Valori
Cattolici
di Amanzio Possenti
La circostanza delle prossime elezioni riporta nel dibattito partitico e giornalistico la questione dei cattolici nella vita politica.
Essi furono per molti anni, dapprima con don Sturzo (Partito Popolare), poi con la Democrazia Cristiana (fino al 1992), rappresentati ampiamente in parlamento, protagonisti. Poi la conclusione (amara e infelice) di una storia preziosa per il Paese con la diaspora Dc e la nascita - senza più i larghissimi numeri del passato – di piccoli partiti o movimenti, in un rimescolamento globale.
Il problema è la identità, in grado di connettere i Valori della fede - il Vangelo – con l’impegno pragmatico nella realtà politica, mediatore il cattolicesimo popolare, promotore di giustizia sociale, solidarietà, sussidiarietà e senso del bene comune, riferimenti fondanti.
Quel partito è stato centrale, chiamato ad agire (fra regole, storia e correnti) secondo ispirazione cristiana e sulla scia del magistero sociale della Chiesa. Artefice primario ( in dialettica con altre rappresentanze) della ricostruzione, della libertà, della sicurezza, del mantenimento della pace e della armonia sociale, si è via via ritrovato inidoneo a reggere i tempi nuovi, decadendo e scomparendo (fra inchieste e Italia nuova).
Ricambi generazionali, nuove sigle, bipolarismo hanno riempito il vuoto lasciato dai cattolici rimasti senza casacca identitaria, militanti in esperienze politiche diverse e opposte.
Ai cattolici (impegnati e responsabili) spetta tuttavia il ruolo rilevante di un’azione politica ardente di Valori: veri, non negoziabili, di giustizia e crescita sociale. E di credibile responsabilità.