#313 - 3 settembre 2022
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
beni culturali e paesaggistici

In collaborazione con l' "Istituto Italiano dei Castelli "

I luoghi delle Giornate Nazionali per il 2022

Castello di Calendasco (Piacenza)

Vivere i castelli - 8

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Il primo nucleo del castello di Calensasco, il recetto, risale ai primi anni dell'XI secolo, mentre il castello vero e proprio viene edificato a partire dal secolo successivo.
Tra le mura del castrum burgi calendaschi nasce nel 1290 il nobile San Corrado Confalonieri, la cui famiglia era feudataria bonis et juribus della zona di Calendasco.

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Nel 1346 venne distrutto dai ghibellini fuoriusciti da Piacenza, viene poi ricostruito negli anni immediatamente successivi dai guelfi per la sua importante posizione nell'ambito della resistenza contro i Visconti.

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Nel 1572, il castello è teatro dell'assassinio del conte Ludovico Confalonieri ad opera di Antonello De Rossi, amante della contessa Camilla, moglie di Ludovico. Metà del feudo passa, così, alla famiglia Sanseverino, imparentata con i Confalonieri che conservano i diritti sulla rimanente metà.
1913 venne donata dal proprietario, il giurista Giuseppe Scopesi della Capanna, alla cui famiglia era pervenuta per matrimonio, ad un ente di carità che lo cede, in seguito, al comune di Calendasco. L'altra porzione del castello viene, invece, ceduta dalla famiglia Zanardi Landi ai signori Guasconi.

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Nel 2021 il maniero è stato sottoposto a lavori di restauro finalizzati alla sistemazione del ponte d'ingresso, della facciata principale, dell'androne dotato di volta a ombrello e del salone al piano terra. Questi interventi hanno permesso la riscoperta della pavimentazione originale in cotto nel salone e nell'androne d'ingresso, di un camino nascosto da un pannello, sempre nel salone, e di una serie di locali posti alla base di una delle torri, caduti in degrado dopo essere stati riattati a deposito in passato e inaccessibili ormai da tempo.

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Come indicato dal dossier scientifico del Consiglio d’Europa (1994), le fonti documentarie sono avare di notizie sul percorso emiliano della Via Francigena, detta anche romea. Le prime due citazioni risalgono all’XI secolo: una riguarda Piacenza, l’altra Calendasco.
Quest’ultima è relativa alla permuta di terreni avvenuta nel 1056 fra Adeleita, badessa del monastero di San Sisto (Piacenza) e Teudisio detto Pagano: la religiosa cede due appezzamenti di terra a Piacenza, presso la chiesa di San Dalmazio, in cambio di case ed altri beni fondiari posti in “in locasa et fondas Calendasco, Casanova”, ossia collocati a Calendasco “super strada Romea”, lungo la strada Romea. Ancora un atto di permuta tra il monastero di San Sisto ed un nobile, datato 1140, indica chiaramente come confine dei possessi terrieri la Strada Romea che passa per Kalendasco.

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Tra le curiosità turistiche: un servizio di taxi fluviale per i pellegrini della Via Francigena. A partire dalla metà del 2007, infatti, è diventata operativa la nuova imbarcazione acquistata dall’amministrazione municipale di Calendasco per consentire il transito l’attraversamento del Po da parte dei pellegrini provenienti dalla sponda lombarda, in particolare dall’attracco di Corte Sant’Andrea, e diretti a quella emiliana.
Per usufruire del taxi fluviale, attivo ogni giorno dalle ore 16 alle 17, è necessario prenotare telefonicamente al numero 0523 771607.
L’imbarcazione messa a disposizione dal comune è ancorata al Guado di Sigerico – nella zona in cui il codice del re longobardo Liutprando identificava la presenza del “Transitus Padi”, punto di approdo delle barche trasportanti merci e dei pellegrini nel periodo medioevale – ed è condotta dal signor Danilo Parisi, presidente del Circolo Biffolus, in possesso del titolo professionale specifico per il trasporto di persone.

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