#311 - 16 luglio 2022
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Editoriale

Nuovi Mose'

di Dante Fasciolo

Quando Mosè scese dal Monte Sinai
con in braccio le Tavole della Legge di Dio
non si pose l’interrogativo con quale spirito
gli uomini avrebbero accettato i nuovi comandamenti.

Semplici e perentori non suscitarono meraviglia,
molte di quelle indicazioni erano acquisite
ed applicate dall’opinione pubblica del tempo
poiché tramandate da secoli e secoli.

E Mosè ben ricordava che tali principi
erano ascritti alla confessione negativa
dei Testi delle Piramidi, ben mille anni prima
del suo incarico divulgativo.

Chiunque oggi si appresta a proporre regole
dovrebbe sapere che nulla
è veramente nuovo in questo nostro mondo,
e che nessuno sarà disposto a sposarle.

Così come furono in molti a disattendere
l’invito di Mosè – ed ancora oggi è così -
sono pochi disposti a credere ed obbedire
a qualcosa di acquisito e già proposto.

Tuttavia, c’è da considerare che
se la nuova indicazione ha carattere Divino,
ciò ha e conserva in sè un valore,
così non è se laicamente impone.

C’è differenza tra Mosè che scende
dal Monte Sinai armato d’amore per gli uomini,
e chi scende da Monte Citorio
con l’idea di dettare leggi e assoggettare altri…

tanti altri che hanno da molto tempo
acquisito e dibattuto il “nuovo” pretesto.

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