#309 - 18 giugno 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
conoscenza

La parola

Il complesso di un singolo o più fonemi

di Roberto Bonsi

Un tema di scuola, un articolo, come nel nostro caso, il “bello scrivere” di un libro, la didascalia di una foto, e quella di una vignetta, un dialogare “Vis-à-vis”, oppure a “quattr’occhi”, un’ingiunzione o un qualsiasi atto di natura prettamente giuridica, il tutto è sempre … “condito” di parole, e le stesse son necessarie per dare un’approvazione, o diversamente possono anche negare , oppure anche … “uccidere”, perlomeno nel senso lato del termine.
Le parole …”scendono a valanga”, e quando si parla a dismisura sono “fiumi di parole”, questo per buona grazia dei nostri talentuosi amici: I “Jalisse”.

I nostri nonni, ed anche un po’ dopo (n.d.a.: chi scrive “gode” di ben oltre quattordici lustri di vita vissuta), han studiato i primordi della parola, dopo aver imparato a leggere e a scrivere, studiando i loro primi approcci linguistici su di un abbecedario. Ma che cosa è questa strana parolona? Palesemente, deriva dalle prime tre lettere poste all’inizio dell’alfabeto, e qui naturalmente ci riferiamo a quello di casa nostra, che come si sa è composto da ventuno lettere, che composte ma anche scomposte tra di loro, vanno a formare una sorta di … “parolario” atto a formare una e più parole, e da qui, una frase completa e ordinata, che possiede un senso comune per esser pienamente compresa dai più, ed alcuni termini, o meglio una differenziata proprietà di linguaggio, sono compresi per motivi di avanzamento nello studio e su di più ampie e diverse basi culturali, questo da un pubblico più ristretto, che forma così una scampolo di società da definirsi “elitaria”.

La parola

Esistono anche le cosiddette: “parole sconce” o “parolacce”, come dir si voglia, e queste sono di solito “rinchiuse” in un ambito più popolaresco, e in un linguaggio più … elegante, siamo a scrivervi della “semantica dell’eufemismo”. Siamo però tutti esseri umani, ed anche un politico, un nobile, un uomo di cultura, una persona oltremodo titolata, vede sfuggirgli o sfuggirle per bocca, termini così poco lusinghieri, come: “Cazzo”, “vaffanculo”, “Stronzo” o “Stronza”, e così via imprecando.
Tra la gente, vi è chi ha il dono della parola, ed invece c’è chi è muto come un pesce, quest’ultimo, può avere anche una parola pronta , se poi non è più stanco di trattenersi. Si potrebbe davvero scrivere un libro, magari intitolato: “La parola questa (S)conosciuta”. Ora però basta parole, e passiamo or dunque ai fatti, che nel nostro caso sono sempre e comunque composti di parole. Così per celia, ma non troppo, abbiamo chiesto il fattivo supporto di alcune persone.
Sonia, una giovanilissima donna milanese, un tipo magrolino, dolce e carezzevole nel suo fare, che lavora come telefonista “inbound” presso un Ente pubblico periferico della sua città, ci ha indicato il termine: Respiro, e noi la ringraziamo di cuore per il “dono” di tale termine, così attualissimo ed azzeccato, e che mal si coniuga per tutti coloro che vivono in una metropoli come Milano, od altre grandi città, le quali subiscono giornalmente la concentrazione di numerosi “veleni” che certo bene non fanno alla salute pubblica. L’inquinamento ambientale e quello acustico, rappresentano un serio problema ed un effettivo danno ai nostri organi vitali ed alla nostra psiche, e gli abitanti di grandi, ma anche di piccole città, invase dai “fumi inquinanti”, scappano appena possono, e se ne hanno la reale possibilità, fuggono in campagna, sui laghi, in montagna e al mare, questo per ritrovare il loro equilibrio, ed anche meglio respirare.

La parola

A Chiavari, nel genovese, invece si è da qualche settimana svolto il “Festival della Parola”, una rassegna che vede tutti gli eventi in programma uniti e coordinati da una sola parola. Il Festival in questione giunto alla sua “nona” edizione, ha visto come collante, il termine, o meglio la parola: “Ostinazione”.
Si tratta di un’interessante manifestazione che ha visto anche quest’anno degli ospiti graditi, come il regista cinematografico Enrico Vanzina, l’editore Elisabetta Sgarbi, lo scrittore Gianluigi Nuzzi, la scrittrice e regista Elisabetta Villaggio (N.d.a.: figlia del noto attore, scomparso cinque anni orsono),e Il compositore di “colonne sonore”, ed un tempo, cantante di successo, Pino Donaggio, e tanti altri ancora.
Ed ecco invece un termine del quale dovremmo davvero averne un po’ tutti quanti bisogno, e vi scrivo di un amico caro che nei tempi anche per lui oggi lontani, della gioventù, svolgeva la professione di … “celerino” su è giù per l’Italia (n.d.a.: da “Celere”, il reparto mobile del Corpo della Polizia di Stato), il quale dopo lil raggiungimento della sua pensione, è diventato una sorta di “Sherlock Holmes” , ovvero un investigatore privato, ed egli, ci ha sapientemente “forgiata” la parola: “Serenità’”. Questo termine verso il quale seppur faticosamente ci si agogna, e secondo il dizionario “Oxford Languages” , tale parola sta a significare: -“Assenza di turbamento, interpretabile come limpida armonia spirituale … . La serenità è il termine con il quale viene descritta la singola emotività, caratterizzata a livello interiore e non solo, da una certa tranquillità e dalla calma, il tutto con un’eventuale assenza di preoccupazioni e di timori. Una sorta di pace interiore che denota in senso positivo la situazione psicofisica di una persona.
Ci sarà mai una differenza tra “serenità” e “felicità”?. Della prima abbiamo poc’anzi fatta una breve descrizione, ed è una pari condizione che si può raggiungere dopo anni di esperienze anche negative , questo secondo il grado di maturità dell’individuo, e sono le esperienze che la vita ci offre in buon od anche in malo modo. La “felicità” è un qualcosa di non facile raggiungimento, e quando la si “acchiappa”, sfugge poi quasi subito di mano.

La parola

Enzo è come si suol dire un palermitano “D.o.c.”, ed anch’egli è un pensionato, ma prima era un solerte impiegato delle Poste, che ha lavorato tra Milano e la sua città natale. Enzo ci ha regalata la parola: “Orologio”. Il quale come ben sappiamo è lo strumento per eccellenza per la misurazione del passare del tempo. Secondo una trascorsa indagine, sapete dove si trova l’orologio più antico del mondo? Si trova in quel di Chioggia in provincia di Venezia, ed è posto sulla locale Torre di Sant’Andrea, annessa all’omonima chiesa.
Tale Peter Henlein, nel 1505 inventò il primo orologio al mondo, che fu chiamato il “Pomander”, il quale era molto simile ad un sonaglio da appendersi al collo di ciascuno, ed il suo disegno consisteva in due semisfere unite da una sorta di cerniera. Il nostro Galileo Galilei scoprendo il “moto del pendolo”, ebbe così modo di proporre il suo uso quotidiano, e così nacque l’orologio con il pendolo, ancor oggi in uso. L’8 giugno 1810 nacque invece il primissimo orologio da polso, ed il suo inventore fu tal Breguet. Peter Henlein nominato qualche riga più in alto, inventò anche l’orologio da taschino, ai più noto come: “cipolla”. Una semplice curiosità, vi ricordate del Senatore Gianni Agnelli, grande protagonista della “jet-society” dei tempi andati, ma soprattutto Presidente dell’allora FIAT , Casa automobilistica, nei suoi tempi di maggior fulgore?. Agnelli portava il suo costosissimo orologio sopra il polsino della sua camicia ben inamidata, e questo diventò una specie di segno distintivo della sua persona e della sua personalità, a volte un tantino estrosa.

La parola

A Milano, nei pressi del poderoso Duomo e dietro il Palazzo Reale, c’è la chiesa di San Gottardo in Corte, e lì c’è una splendida torre campanaria costruita su pianta ottagonale, ed è ancor oggi dotata di un grande orologio che fu definito uno dei primi orologi pubblici della città, ed i suoi rintocchi indicano la prima ora della notte fino al successivo tramonto, i quali sono per l’appunto ventiquattro, e per tal motivo la zona circostante fu a suo tempo definita la “Contrada delle ore”. E’ cronaca milanese di questi giorni, che in pieno centro, almeno tre persone sono state rapinate dei loro orologi di grande valore, che portavano al polso, e purtroppo tutto questo ha un che di periodico.
Chi scrive indica invece, e lo fa anche per tagliar corto, visto il poco spazio rimasto, la parola: “Fine”, dal latino: “Finis”, ed il concetto di natura filosofica che si appropria di questa parola, ebbe un sua prima determinazione con lo stoicismo di “termine, “cessazione”, l’ultima parte di un qualcosa, il fine settimana, il fine di tutto, quello di ogni cosa, ed ora per salutarvi , vi scriviamo solo questa per l’appunto, brevissima parola: "Fine".

La parola

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