#309 - 18 giugno 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

La dieta

Parte terza

di Ruggero Scarponi

Purtroppo le cose quando si rompono non tornano più come nuove.
Giovannone era tornato quello di una volta?
Sulla bilancia faceva quasi centoventi chili, come prima di iniziare la dieta. Ed era ancora allegro, spiritoso e galante con le signore. Di nuovo si dava da fare ad allestire cene e festini memorabili, di nuovo trascinava la combriccola degli insegnanti per contrade e campagne alla scoperta di tesori d’arte dimenticati…ma Giovannone era ancora il Giovannone di qualche mese prima?
No, pensò De Dominicis che con discrezione aveva preso a scrutarlo.
E, infatti, di tanto in tanto ne coglieva un’espressione nuova, un po’ arcigna e un poco maliziosa.
Giovannone, sentenziò, è definitivamente cambiato.
Può darsi che non se ne rendesse conto lui stesso ma nel suo animo, nel suo modo di fare, si era insinuato un cinismo che lo rendeva avido, gretto e grossolano.
Non gli riusciva più di spalancare le porte del Parnaso per il godimento dei suoi colleghi insegnanti. Ora, ad ascoltarlo parlare della sua materia non si veniva rapiti dall’incantamento che un tempo l’aveva reso una specie di pifferaio magico. Ora, ascoltarlo, poteva addirittura risultare noioso e non era raro il caso che qualcuno si facesse sorprendere da un eloquente sbadiglio.
Anche la Gherardi, che oca di certo non era, se ne era accorta e alla avances di Giovannone portate con tanta irritante sicumera si era garbatamente schermita lasciando il colosso incredulo e per certi versi sconcertato.
Ma ciò che sconcertava davvero il nostro De Dominicis non era tanto il cambiamento di Giovannone, quanto quello suo e di tutti gli altri componenti l’allegra brigata.
Inspiegabilmente De Dominicis aveva visto scemare in sé stesso ma persino in sua moglie quell’ansia di divertimento che li aveva portati a condividere con Giovannone buona parte del loro tempo libero.
Ora preferivano passare le domeniche pomeriggio sdraiati sul divano davanti alla televisione piuttosto che per misteriose campagne alla scoperta di chissà cosa. E anche gli altri insegnanti cominciarono, chi con una scusa, chi con un’altra, a disertare gli inviti dell’ex splendido anfitrione.
Qualcosa si era rotto e non sarebbe mai più tornato come prima.
È il tempo che passa disse una volta qualcuno. Quando si è giovani ti sembra di avere a disposizione un tempo infinito ma poi, una mattina, senza preavviso, tutto cambia. Basta una malattia, una delusione amorosa, oppure, semplicemente, un incidente come quello che aveva coinvolto la sognante Angelica Gherardi.
Le urla, gli strepiti del marito tradito, avevano improvvisamente riportato tutti a confrontarsi con la realtà, una realtà che non si può fermare perché il tempo è come l’acqua che scorre tra le dita della mano.
Un giorno, all’inizio dell’estate, De Dominicis ricevette un’offerta di lavoro presso il liceo classico del capoluogo. Ne parlò con sua moglie la quale fu entusiasta all’idea di lasciare il piccolo borgo. Tanto, disse, un posto da insegnante in qualche scuola del capoluogo lo trovo anche io. E così De Dominicis accettò l’incarico e già ai primi di settembre si trovò ad insegnare lettere in una quarta ginnasio.
Non seppe mai di come evolvessero le cose alla scuola media di Monte Sacrano e se il mitico Giovannone fosse riuscito o meno a recuperare l’antico prestigio.
Ma di tutta quella storia conservò un insegnamento di cui fece tesoro per il resto della sua vita.
Non avrebbe mai più suggerito a chicchessia di mettersi a dieta. Troppa responsabilità. Certe cose ognuno le deve decidere da solo.
Questo pensò De Dominicis in una pigra e noiosa domenica mentre insieme alla moglie guardava la televisione, mezzo addormentato, sul divano nella sala da pranzo.

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