Pace?
Di Amanzio Possenti
Della Pace si conosce e si apprezza il valore totalizzante solo quando non c’è.
'E’ domanda insidiosa, soprattutto in un’Europa che su di essa fonda da anni vita e speranze, improvvisamente messe in forse dalla guerra insensata, crudele, sacrilega ’- aggettivi usati da Francesco - scoppiata in Ucraina a causa della aggressione armata russa.
E ben vero, stante il risveglio allarmante e violento subìto, come doccia gelata, dall’oggi al domani tra bombe, devastazioni e vittime in orribile trascinamento da un mese e mezzo, tra annunci controversi e battaglie feroci. E soprattutto la scoperta di atrocità inenarrabili contro i civili massacrati con disumanità e criminalità deliberata .
I popoli sono angosciati di fronte agli orrori di immagini quotidiane di distruzione e di morte (i Servizi inglesi parlano di 35 mila vittime fra civili e militari di ambo le parti): è difficile per tutti, anche per i più distratti, negare la grande paura che pervade e ipotizza scenari peggiori, di tipo nucleare. Anche se la Tv e la stampa di Stato di una Russia illiberale, repressiva ed autocratica raccontano di una ’operazione militare speciale’, rifuggendo dall’utilizzare la assai più appropriata parola ’guerra’ di invasione, i popoli (liberi) sanno ben distinguere; e la condanna dell’aggressore è automatica e certa come il bisogno della Pace che rasserena.
Per ripristinarla - bene irrinunciabile, come l’aria che respiriamo, alla pari della libertà - occorre venga riconosciuta e posta in primo piano la verità di una scelta aggressiva e inaccettabile sul piano del diritto e della umanità; in sua assenza in via preliminare si tratterebbe di un accordo precario, slegato dalla responsabilità storica e si rischierebbe di rendere la Pace motivo di costante turbamento. Da qui la qualità alta e potente delle esortazioni-suppliche di papa Francesco: la Pace non è un optional, è il risultato felice e combinata di volontà comune, di rispetto, di amore, di verità, di impegno partecipe, di preghiera a Dio, che ne è il principe.
Non si può ipotizzare la Pace – non il solo pur prezioso e necessario avamposto della tregua - senza transitare da Colui che ne è l’Autore; l’umanità tutta ne sente il bisogno. Deve diventare, se già non lo fosse, patrimonio di ogni uomo il cui singolo cuore non sfugge a questa intima necessità. Ponendo Dio quale riferimento assoluto della preghiera di Pace, se ne sostengono gli sforzi verso l’indispensabile traguardo. Sul quale vale la pena di battersi con straordinaria, lucida e finalizzata volontà, allo scopo di eliminare ogni residuo di stolta, funesta e prepotente ira bellica.