Caino
...il fratello disse all’altro fratello: «Andiamo ai campi»
di Dante Fasciolo
C’è rabbia…e impotenza
nelle ore del giorno e della notte;
c’è sgomento e paura in noi,
e nella gente anonima che fugge
verso mete indefinite,
mentre bruciano città e le proprie case,
mentre muoiono nel cuore le speranze
e i sogni si perdono tra pensieri
affogati nel fumo acre della guerra.
C’è rabbia …e impotenza
un nodo sale prepotente alla gola
e la voce non trova più parole,
corre la memoria alla storia dell’uomo
e ai Caino di ogni tempo.
"Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore."