Televisore gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Terremoti, trombe d’aria, eruzioni vulcaniche, esondazioni devastanti…hai voglia a chiamarla “ambiente” e sognare ingenuamente di “gestirla”!
La Natura, quando crede, si fa sentire, sbadiglia, rutta, vomita, evacua infischiandosene dell’uomo, del quale mostra di poter fare tranquillamente a meno.
Ma, come l’uomo – sempre solerte a gargarizzarsi, quotidianamente, con pingui e oblianti dosi di “civiltà” e di “progresso”- è incastrato nella Natura, nondimeno la Natura è annidata nell’uomo (lo compenetra fino al midollo e oltre) e ogni suo sbadiglio, ogni sua deiezione è in grado di sconquassarlo, di ammalarlo, di ucciderlo o di farne una macchina automatica dagli effetti devastanti.
Così un Capo di Stato, può mutarsi, improvvisamente, in un bullo di periferia, scatenare una guerra, e provocare morte e distruzione in nome del controllo del territorio.
Lo stiamo vedendo in questi giorni che ci trovano, increduli, nuovamente in guerra.
L’ultima l’abbiamo fatta da protagonisti nel 1999, partecipando al bombardamento umanitario di Belgrado al seguito della Nato.
Ma, all’epoca, scene di madri disperate, di bambini terrorizzati, in TV non se ne vedevano, e si era tutti più tranquilli nelle nostre case.
Seguendo, in questi giorni, le estenuanti, interminabili dirette che hanno cancellato tutti i virologi dalla faccia della TV, non riusciamo a non soffermarci sul linguaggio impiegato dai due principali belligeranti. Sono parole ricorrenti: “Hitler”, “nazista”, “denazificare”.
Nella trasmissione di Del Debbio su Rete4, una signora ucraina si è alzata urlando, minacciano di andarsene, perché qualcuno degli invitati ha definito “neonazisti” i suoi connazionali. Riteniamo che Hitler, o, meglio, il suo simulacro, stia svolgendo, da circa settant’anni a questa parte, un ruolo cruciale per l’attuale assetto mondiale: è la cloaca maxima dell’umanità, una discarica dalla capienza – sembrerebbe – illimitata che ci consente di risolvere con efficienza il problema universale dei rifiuti inquinanti.
Perfino i russi e i loro vicini ucraini, se ne servono, fingendo o immaginando che il Comunismo non sia mai esistito - o che in fondo era una cosa buona (ma applicata male, aggiungono i buontemponi di casa nostra) e li vediamo tutt’oggi salutare le telecamere col pugno chiuso. Per inciso, nel Mein Kampf (l’ultimo libro proibito, finalmente sdoganato qualche anno fa da Alessandro Sallusti che, da sincero liberale, lo ha pubblicato in allegato al quotidiano Libero) Hitler afferma di essersi ispirato ai comunisti nella organizzazione del suo partito. Sempre per inciso, ricordiamo anche che Lenin, il padre dei Gulag, ha anticipato e ispirato i Lager. Ma il mio ufficio postale di riferimento è ubicato in Via Lenin! Nulla da ridire, la cloaca maxima tiene eccome! Intanto la situazione va rapidamente degenerando.
Sono appena stati oscurati (cioè censurati), in tutta la UE, un paio di noti media russi (Sputnik ed RT); nel mondo della lirica il prestigioso direttore d’orchestra Valery Gergiev è licenziato dalla Filarmonica di Monaco e il Teatro alla Scala ha depennato la programmazione di un’opera che avrebbe dovuto dirigere; sorte simile è toccata al soprano Anna Netrebko; l’Ospedale Spallanzani sospende la collaborazione con gli scienziati russi per la sperimentazione del vaccino sputnik; l’Università Bicocca cancella un seminario su Dostoevskij, salvo poi ripensarci. Ecco il testo della mail ricevuto dal professor Nori: “Caro professore, il prorettore alla didattica ha comunicato la decisione presa con la rettrice di rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è evitare qualsiasi forma di polemica, soprattutto interna, in questo momento di forte tensione”.
Il corrispondente da Mosca di Rai1 Marc Innaro ha affermato durante un collegamento: “basta guardare la cartina geografica per capire che, negli ultimi 30 anni, chi si è allargato non è stata la Russia, ma la Nato". Da allora non è più comparso. Viene inevitabilmente da chiedersi cosa sia una democrazia liberale. Da quanto si osserva in questi giorni tragici verrebbe da definire il liberalismo come uno sport domenicale da praticarsi in tranquillità.
Quando la temperatura si alza, quando le acque si agitano, ecco affiorare la caratteristica peculiare di ogni ideologia: la tentazione totalitaria.