#300 - 29 gennaio 2022
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Televisione

Televisore gioia e dolore

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

Finalmente per un paio di settimane o poco più sentiremo attutirsi il rumore mediatico sulla pandemia, sui vaccini, sui greenpass etc.: ci sono le elezioni del tredicesimo presidente della repubblica e poi, la settimana prossima, si riparte con l‘immancabile festival di Sanremo condotto per la terza volta consecutiva dal prode Amadeus che è riuscito a portare sul mitico palco dell’Ariston, per la prima volta, il comico irriverente del momento, Checco Zalone.

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In queste ore di venerdì 28 gennaio, i cosiddetti grandi elettori stanno votando per la quinta volta nell’aula di Montecitorio: la destra candida la Casellati, attuale presidente del Senato; la sinistra, che a quanto pare rimprovera ai compagni di gioco di non averla consultata, si astiene. E’ l’eterno, bambinesco trastullo dei partiti, così maldestramente sovrapposti alla vita reale da sembrarne una buffa e inopportuna superfetazione. Che la politica, nel significato più nobile del termine, non possa veramente fare a meno dei partiti, dovrebbe essere oggetto di una riflessione non partigiana se mai fosse possibile; che la politica, nel senso più triviale del termine, si nutra della dialettica effimera dei partiti in gioco, è un dato di fatto che cade sotto gli occhi di tutti.

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Il direttore artistico Amadeus ha deciso di rendere omaggio a due importanti donne dello spettacolo che ci hanno lasciato lo scorso anno: la popolarissima Raffaella Carrà e la raffinata Milva dalla voce vellutata e pastosa. E di mettere in gara vecchie glorie della canzone italiana come Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Iva Zanicchi. Non dubitiamo del valore sociale dello spettacolo, come momento pacificante, lenitivo del sistema nervoso. Chi vincerà questa settantaduesima edizione del festival di Sanremo? Sarà un giovane di primo pelo, o piuttosto vi sarà una sorta di premio alla carriera per omaggiare qualche grande nome? Il dibattito è aperto e appassionato.

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Intanto continua la processione dei grandi elettori davanti alla democratica urna elettorale (chiamata affettuosamente “insalatiera”) – stiamo seguendo la diretta streaming – ma le cose si mettono male per la seconda carica dello stato, impallinata dalla sua stessa parte politica. Tuttavia, considerato che, per tutto il tempo dello spoglio, abbiamo visto la Casellati intenta al telefonino, con scarso senso istituzionale - in regime di democrazia il momento del voto è ritenuto sacro - possiamo dire che non è stata una grande perdita e che anzi ci è andata benone.

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Sul versante sanremese, anche quest’anno è molto probabile la presenza di Fiorello - caro amico di Amadeus - se non come co-conduttore (ruolo quest’anno, riservato alle donne: Sabrina Ferilli e Ornella Muti tra queste) almeno come ospite. La presenza di Fiorello, della sua verve comica, ancora schietta e vitale, è garanzia di successo e lo scaltro Amadeus lo sa bene. Sbirciamo ancora una volta, di sottecchi, le urne-insalatiere ormai svuotate e andiamo volentieri a farci una pennichella.

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