#300 - 29 gennaio 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Una novella in forma di dialogo teatrale
ispirato a un originale televisivo degli anni '60.

Compagnia di attori occasionali "Meglio Tardi che Mai"

Il miracolo della rosa

Parte terza

di Ruggero Scarponi

Quarto Quadro
Badessa: Madre portinaia, sono le sei, è l’ora di aprire la chiesa. C’è grande attesa nel popolo.
Madre Portinaia: Che emozione Madre! Chissà se quest’anno…
Badessa: non facciamoci suggestionare dalla curiosità. Questa Sacra rievocazione non è una competizione sportiva e per me, anche se il miracolo non c’è stato, non cambia nulla, la mia fede è salda, grazie alla penitenza e alla preghiera.
La madre portinaia si avvia ad aprire la chiesa e subito si dirige, seguita da presso dalla madre Badessa, alla statua della Santa Vergine.
Madre Portinaia: Oh Meraviglia! Madre Reverendissima! Guardi, guardi lei stessa, Madre! È avvenuto!
Badessa: Che dici? Cosa è avvenuto? Sei diventata pazza?
Madre Portinaia: Non sono pazza! La Santa Vergine ha lasciato cadere la rosa.
Badessa: dove, dove, su quale pergamena?
Madre Portinaia: pergamena? No Madre. Guardi lei, dove è caduta la rosa.
Badessa (osservando con espressione di sconcerto il mucchio di giochi su cui è posata la rosa d’argento): ma questi, sono comunissimi giochi di ragazzi…
Madre Portinaia (in grande orgasmo): che faccio Madre? Faccio suonare le campane?
Badessa (dopo una pausa di riflessione): No. Non mi sembra il caso. Un flautino, dei tamburelli, una corda per saltare… questi sono i giochi di qualche ragazzetto che ha voluto fare uno scherzo.
Madre Portinaia: Ma la chiesa è restata chiusa durante tutta la notte.
Badessa: E che vuol dire! A un ragazzetto non ci vuol molto a introdursi all’interno della chiesa passando da qualche pertugio.
Madre Portinaia: Lei dunque non crede al miracolo?
Badessa: Il miracolo? Non so. Però di sicuro so una cosa. Se si venisse a sapere che la Vergine ha premiato l’impresa di un monello, sarebbe la fine di questa festa. Chi più avrebbe voglia di venire a declamare le proprie composizioni ai piedi della Santa Immagine e di fronte a tutto il popolo? No, molto meglio che non si sappia nulla. La tradizione sarà conservata e ogni anno, il popolo devoto, attenderà trepidante il miracolo. E la festa continuerà a compiere il suo vero miracolo che è quello di unire tutto il clero e il popolo intorno a questa nostra Abbazia.
Madre Portinaia (leggermente delusa): Dunque non suoneremo le campane.
Badessa: No. Tra qualche istante mi affaccerò sul sagrato della chiesa per annunciare al popolo e ai predicatori che anche quest’anno, il miracolo non si è verificato.

Quadro Quinto
Suor Marta: Accidenti! Chissà dove avrò lasciato i tamburelli. I bambini della scuola elementare vogliono giocare e io non riesco a trovarli.
Suor Teresina: Sorella Marta, che ti succede? Dove vai correndo così affannata?
Suor Marta: O, per favore Sorella Teresina, non ti ci mettere pure tu, che stamattina non è proprio aria.
Sono furiosa con me stessa. Non riesco a trovare i tamburelli e i bambini mi chiamano per giocarci. Dove si saranno cacciati?
Suor Teresina: In chiesa.
Suor Marta: che dici?
Suor Teresina: Non ricordi? Li hai tirati fuori per mostrarli alla Verg…cioè alla Statua della Vergine.
Suor Marta: Che sbadata che sono! Hai ragione ora vado subito a prenderli.
Suor Teresina: Ti accompagno.
Suor Marta: Ah! Ma cosa abbiamo fatto?
Suor Teresina: E ora cosa ti prende?
Suor Marta: Abbiamo lasciato tutte le nostre cose ai piedi della santa immagine. Se la Madre Badessa lo scopre, povere noi! Potrebbe anche essere che quest’anno il miracolo non si è verificato per causa nostra.
Suor Teresina: Non dirmelo! Ma poi, a essere sincera, non credo che la Vergine si possa essere risentita per dei giochi innocenti lasciati ai suoi piedi da due sbadatacce come noi.
Suor Marta: Si, però faremmo bene a dire tutto alla Madre Badessa.
Madre Badessa (Nascosta da una colonna ha sentito il discorso delle due suore). La Madre badessa in verità già lo sapeva di chi erano quei giochi.
Suor Teresina e Suor Marta, insieme: Madre!
Madre Badessa: Tranquille. Non sono per nulla in collera con voi, dopotutto non avete fatto nulla di male e poi ho sentito che volevate parlarmene e questo dimostra che siete sincere e di buon cuore. Via, oggi è un giorno di festa ed è bene trascorrerlo in letizia…siete perdonate…però se fossi in voi non farei mancare un visita alla statua della Vergine, sono sicura che gradirà una vostra preghiera…e forse…vi sta aspettando. Andate sorelline sbadatacce e che il Signore vi conservi sempre di buon cuore.

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