Un nuovo anno
di Dante Fasciolo
Inizia un nuovo anno,
si apre davanti a noi come in un palcoscenico,
pronto per una recita sempre uguale
vestita e illuminata di nuova finzione.
Uniscono la trama luci d’effetto e angoli di buio,
si alternano voci tra frastuoni e silenzi,
accolti da una distratta platea
troppo presa da affanni e successi.
Scanditi da tempi impetuosi
si affacciano servi e padroni:
baruffe, sberleffi, sorrisi, carezze…
fili gestiti dietro le quinte.
Protagonista resta la boria,
e il tono di voce s’impenna imperiosa,
tace oltre la casa di latta,
il bambino stringendo il suo latte.
La spalla si gode in moine
per raccogliere briciole di successo,
detta le regole e miete consenso
ma è vuota la bisaccia del rispetto.
Luccicano le armi, profuma il denaro,
mai mancano all’appello di chi vende terra e tesori
e nasconde nel buco del petto
ogni angoscia del proprio fratello.
Guerre, battaglie, tradimenti, conquiste…
distruzioni, miserie, fame,
malattie, disperazioni, fughe…
fili invisibili guidati dal Potere.
Dalle quinte sbuca una manciata di farina…
elargire un’elemosina è nella tradizione,
ogni opera di teatro lo evidenzia:
che si sappia! il Dio Denaro Re del Potere
è generoso… ha perfino un cuore.