#298 - 1 gennaio 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Racconto

Una novella in forma di dialogo teatrale
ispirato a un originale televisivo degli anni '60.

Compagnia di attori occasionali “Meglio Tardi che mai”

Il miracolo della rosa

Atto primo

di Ruggero Scarponi

Primo quadro
Suor Teresina: Eccoli! Eccoli Madre, arrivano.
Badessa dell’Abbazia di Santa B**: presto Sorelle, stanno bussando, andate ad aprire.
Padre Dionigi da Sangallo (mentre varca la soglia del grande portone d'ingresso dell'Abbazia): Buon giorno Reverenda Madre. Finalmente! È stato un viaggio lungo e faticoso. Ma ne valeva la pena. È bello trovarsi in questo santo luogo tra persone amiche e caritatevoli.
Badessa (fa strada nel parlatorio annesso alla porterìa): siete venuto a piedi! Vergine Santa, se ci aveste avvisato con una lettera, avremmo mandato a prendervi con il nostro calessino.
Padre Dionigi: grazie, Madre ma camminare a lungo, oltre ad essere un sano esercizio per il corpo, costituisce un’ottima occasione anche per lo spirito. In tal modo ho potuto recitare senza distrazioni le mie devozioni e, lo dico con un poco di vergogna, per timore di vanità, ho potuto anche riflettere e ripassare la Lode che mi propongo di recitare in onore della Santa Vergine, domenica sera, durante la rievocazione del Miracolo della Rosa.
Badessa (fa cenno al religioso di accomodarsi su un divanetto e poi rivolgendosi a una novizia che li ha seguiti): Su, Félicita, porta dell'acqua limonata fresca, il Padre Dionigi sarà assetato dopo tanta strada (e poi rivolgendosi al Padre), quest’anno c’è grande attesa nel popolo. Chissà come, si è diffusa una voce che afferma che questo sarà l’anno buono, l’anno in cui si ripeterà il miracolo.
Suor Teresina – (fa irruzione nella conversazione) Io, Madre, sono qui da poco tempo e non conosco la storia nei dettagli. Mi piacerebbe sapere quando avvenne il primo miracolo.
Badessa – (con tono di blando rimprovero) Suor Teresina, sarebbe educato da parte tua se evitassi d’interrompere la tua Superiora quando parla con un ospite. (Padre Dionigi si schermisce con un gesto delle mani). Comunque per quanto possibile soddisferò la tua curiosità, quindi devi sapere che una data precisa non si conosce ma da secoli se ne tramanda il racconto, da quando nel medioevo, un monaco boemo, intenerì il cuore della Vergine con una sua orazione, tanto da riceverne in dono una rosa che si trovava nelle mani della santa immagine.
(Fa il suo ingresso una novizia che reca su un vassoio una brocca con acqua e grossi spicchi di limone, ne versa in un bicchiere vi aggiunge uno spicchio di limone e sotto lo sguardo attento della Badessa lo offre al religioso. Poi ne offre anche alla Badessa che però rifiuta con un cenno della mano. Dopo aver lasciato la brocca su un tavolo si ritira accanto alla porta della stanza in attesa di ricevere ulteriori comandi dalla Badessa).
Padre Dionigi (beve di gusto la fresca bevanda): C’è molto di leggendario in tutto questo e tuttavia l’occasione di onorare la Nostra Madre Celeste con inni, lodi e preghiere costituisce una tradizione commovente, per non parlare poi dello spettacolo del popolo, tutto raccolto intorno a queste sacre mura, sorretto da una fede genuina e per un giorno, dimentico dei quotidiani contrasti, unito nella devozione alla Vergine.
Badessa (Porgendo l'orecchio). Padre Dionigi, sento voci giungere dal portone d’ingresso, di sicuro stanno affluendo gli altri ospiti, suoi compagni in questa lodevole competizione. Ora debbo lasciarla, devo occuparmi della sistemazione dei nuovi arrivati. Suor Teresina le mostrerà la cella dove potrà riposarsi in attesa del pranzo.
Suor Teresina: Venga Padre, da questa parte, le faccio strada. Venga, venga, la Madre le ha assegnato una cella con tutto il necessario. C’è il letto, un tavolo, il lavabo e c’è anche un bellissimo inginocchiatoio proprio sotto al bel crocifisso di legno di quercia, antico sa, del mille e due, credo.
Padre Dionigi: Sorella! non ho dubbi che la Madre abbia predisposto tutto per il meglio e sono certo che sarà un soggiorno confortevole per il corpo e per lo spirito.
Suor Teresina: Oh, Padre Dionigi! Mi perdoni per tutte le mie chiacchiere. Ma siamo così eccitate per questa giornata così speciale…Eh sì, insomma, io…noi…non vediamo l’ora di assistere alla competizione…
Padre Dionigi: Competizione! Non so se sia il termine più appropriato, però, se per competizione s’intende il desiderio di render lode alla Vergine, con tutto il cuore, allora, credo che possa andar bene.
Suor Teresina – (Introducendo il religioso nel piccolo ambiente) Ecco, Padre Dionigi, questa è la sua cella. Come le dicevo c’è tutto il necessario e poi, e poi c’è anche un balconcino che prospetta sulla valle. Vedrà, con il sole è un incanto.
Padre Dionigi: Sì è tutto molto bello qui. Sono sicuro che mi ci troverò benissimo e forse…avrò un poco di magone al momento di andarmene, al termine della festa, tanto sono affettuose queste buone suore!
Suor Teresina: Ah! Dimenticavo, Padre Dionigi, la Madre mi ha raccomandato di ricordarle i nostri orari per la preghiera, le funzioni, il desinare.
Padre Dionigi: Credo di esserne già informato, Sorella. La Madre stessa me li aveva indicati nella lettera che mi ha inviato il mese scorso.
Suor Teresina: Allora se non ha più bisogno di me… Padre Dionigi: No, sorella, so come organizzarmi. Porti i ringraziamenti alla Madre per questa ospitalità così premurosa.
Suor Teresina: Senz’altro, Padre.

Secondo Quadro (In Chiesa)
Badessa (dopo la funzione dei Vespri): In quanto Badessa di questa antica Abbazia di Santa B*, compete a me di fare gli onori di casa. Saluto pertanto le Autorità religiose e civili e soprattutto, mi si consenta, i sapienti letterati che come ogni anno sono convenuti presso questa nostra casa per rendere omaggio alla Santa Vergine con meditati componimenti. Dunque, Benvenuti! E Benvenuto anche al popolo che fa da splendida cornice a questa antica usanza. L’intero paese è pavesato a festa e migliaia di torce e candele rendono questa notte suggestiva e memorabile. Sarà questa la notte del miracolo? Prima d’iniziare la competizione, o meglio il servizio di lode, però, raccogliamoci in preghiera. E dopo si dia inizio alle letture. Come vuole la tradizione, dopo l’esposizione, ad opera degli autori, i testi, vergati su preziose pergamene, saranno deposti ai piedi della statua della Vergine, per tutta la notte. Domattina prima della Santa Messa, vedremo se si è ripetuto il miracolo, se la Santa Vergine nella sua infinita bontà avrà lasciato cadere la rosa sul manoscritto che più di ogni altro avrà saputo intenerire il suo cuore. Ma quand’anche non fosse così, rendiamo sempre e comunque grazie al Signore, perché questa calorosa partecipazione di popolo e di appassionati è di per sé uno straordinario miracolo.
(Dopo la preghiera corale vari predicatori e persino qualche donna predicatrice danno inizio alla competizione recitando ognuno un componimento di propria invenzione).
(Continua)*

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