Non ci ha abbandonati
La nebbia
Densa quasi come ai vecchi tempi
di Amanzio Possenti
Ecco, è arrivata, anche se un po’ in ritardo, essendo novembre il suo mese.
E’ ricomparsa nella Valle Padana, vedi la Lombardia già nei giorni precedenti il Natale.
Coltre compatta e impenetrabile, con più repliche soprattutto mattutine e serali.
Sì, è la nebbia padana, densa ma accettabile nelle vie dei centri città, da tagliare con il coltello in periferia e nelle campagne .
E se il termometro si è fermato a -3 raffreddandoci oltre misura, l’umidità ha pervaso le ossa come nei giorni postpioggia, dimostrando che la nebbia è fenomeno negativo non solo per il traffico, anche per la salute : lo attestano gli starnuti fortunatamente non portatori di covid....
Muoversi nella nebbia è un po’ come entrare in un girone dantesco, fra sorprese di mancata o scarsa visibilità e tentativi di capire dove ci si trova; anche gli angoli più noti della città sono alterati come se avessero improvvisamente cambiato volto, facendoci faticare nella ricerca della identificazione.
Certo, le conseguenze visive non sono quelle degli storici nebbioni ante 2000 quando, ad esempio, scendendo dal treno a Treviglio Ovest, davanti si stentava ad intravvedere il fabbricato della stazione, accolti da un muro invalicabile, fosco e complesso: e non si poteva neppure procedere...a vista.
La perfidia della nebbia è nota e i lombardi ne sanno alquanto : vuoi per esserci nati (e quindi abituati come al latte materno), vuoi per conviverci abitualmente sino a considerarla una piaga... incurabile, vuoi per averne subìto talvolta drammatiche conseguenze da incidenti.
Sia guardandola dalla finestra di casa - orizzonte opaco - sia affrontandola da un’automobile tra curve e rettilinei - pericolo costante – essa emana poesia, semplice, immediata, comunicativa: persino dolce, poiché conserva in sè, nel suo stravagante e muto sipario calato sullo scenario quotidiano, la bellezza e il fascino di una naturalità coperta dal mistero.
Questa è la nebbia di casa Lombardia, amica-nemica, che ‘ama’ particolarmente alcuni territori della Bassa - determinando spesso un incrocio pericoloso ma di rara bellezza tra nebbia e gelo, la cosiddetta ‘galaverna’ - visitandoli con autunnal-invernale e fraterna convivenza.
Il suo saluto di presenza richiama a non dircene liberati solo perché meno persistente di anni addietro. Non ci ha abbandonati.... l’abbiamo ancora tra noi. E ce ne siamo accorti. Facciamone pure un’elegia...di memoria.