Natale 2021
di Amanzio Possenti
All’arrivo del Natale sembra che tutti o quasi ci sentiamo migliori, attenti all’altro, cristiani autentici: la nascita del Bambino di Betlemme, motivo di letizia comune e di disponibilità ad amare, ci coinvolge e ci induce a riflettere.
Almeno per un giorno...E poi? Tutto torna come prima fra indifferenza, orgoglio, intolleranza, ricerca di benessere? Ecco il timore che si manifesta quando il Natale è vissuto solo come un fatto consumistico e non per il suo splendore divino, l’Incarnazione del Figlio di Dio nell’umiltà di una grotta disadorna e fredda.
Lo sfolgorìo delle luci, il richiamo delle vetrine, lo scambio dei regali, il desiderio di stare in famiglia - pur nobili e significativi intenti - mentre ci accompagnano in un clima di festa non aiutano a svelarci e a donarci la gioia che è Luce, non esteriorità, la Pace di un Bimbo che parla il linguaggio dell’Amore e stimola a sentirci parte di un’eternità paradisiaca.
Il Natale 2021 si propone all’insegna del covid, come il precedente: se l’anno scorso eravamo turbati dalla forza crescente e mortale del contagio e dall’assenza di un antidoto finalizzato, quest’anno disponiamo fortunatamente del vaccino salvavita pur se segnaliamo presenze di contagi prodotti dalle varianti di un virus tuttora insidioso (oltre 135 mila vittime). Ma si è aperta nel frattempo una grande speranza, la somministrazione vaccinale alla terza dose. Un Natale dunque più sereno anche se ancora ricco di interrogativi sulla salute generale e accompagnato dalle negative posizioni novax.
Ma c’è Gesù che ci viene a salvare. Da Betlemme parte un coro di attesa gioiosa che fa del Bambino la Speranza per l’umanità vagante, incerta, dubbiosa, spesso guerresca e violenta, sulla quale si stende il chiarore imparagonabile della Natività che a tutti riserva spirito nuovo. Il solo guardarla con occhi di disponibilità all’accoglienza apre orizzonti di serenità nel buio delle tenebre quotidiane: in Essa gli uomini riscoprono il senso della vita donata affinchè sia fonte comune e amichevole di gioia anche nella sofferenza.
Questo Natale della quarta ondata covid, pur nella difficoltà del momento - anche per la povertà di ritorno che colpisce il Paese scosso economicamente dalla pandemia – invita ad essere familiari e credenti di quel Gesù che, dalla mangiatoia, si offre con Amore infinito dimostrandosi Amico Salvatore delle nostre fragilità.