#297 - 8 dicembre 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

Televisore gioia e dolore

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

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A “Quarta Repubblica” il salotto di Rete4 affidato alla conduzione di Nicola Porro, è ospite il poco salottiero Pier Francesco Pingitore invitato a presentare un suo libro. Attraverso le parole del prolifico regista e fine umorista riandiamo agli anni gloriosi del Bagaglino, la compagnia di varietà da lui fondata assieme a Mario Castellacci, a Luciano Cirri e a Piero Palumbo, che si insediò, dagli anni ’70 fino al suo scioglimento, nel celebre Salone Margherita sito a pochi passi da Trinità dei Monti e i cui spettacoli, prevalentemente di satira politica, sono stati per molti anni trasmessi sulle reti RAI e soprattutto su Mediaset, con molto successo di pubblico e molto poco di critica.
Ricordiamo con simpatia le numerose parodie di Oreste Lionello, di Leo Gullotta e di Pippo Franco; e il pentolaio Zerbinati gustoso e credibile imitatore di Bettino Craxi.

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Muore ultranovantenne la regista Lina Wertmüller, considerata unanimemente un fiore all’occhiello della cinematografia italiana. Si formò come aiuto-regista di Fellini e si distinse per uno stile cinematografico dal registro narrativo agrodolce, sugellato da titoli paradossalmente prolissi. Giancarlo Giannini e Mariangela Melato furono tra i suoi attori preferiti.
Riportiamo, per omaggiarla, un frammento di un’intervista che rilasciò in occasione del festival dell’eccellenza femminile svoltosi a Genova nel 2014 (fonte Youtube). Alla domanda del giornalista: “La sua storia cinematografica è anche una storia di rappresentazione di conflitti sociali. Lei si definirebbe oggi una femminista?”, segue la risposta: “Non so neanche bene cosa vuol dire, però, non so perché, ma questa parola non mi piace tanto…mi fa venire in mente un teatro, una platea di gente che parla tutta insieme, fastidiosamente. Poi per carità il femminismo è stato benedetto perché effettivamente ce n’era bisogno, però insomma: est modus in rebus…”.

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Hanno sollevato non poche polemiche alcuni interventi di Mario Monti nella trasmissione “In Onda” su La7 a proposito del dibattito quotidiano sulla pandemia, dove chiunque può pronunciarsi dal pulpito televisivo sostenendo le opinioni più disparate (Vax, NoVax, Green Pass, No Green pass, eccetera). Afferma l’ex premier, pacatamente come suo solito: “Qui c’è un problema di fondo che è lo scarso livello di educazione e di preparazione del popolo italiano”; e a proposito di quella che definisce “infodemia”: “Bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione..”. Inutile dire che si è scatenato un putiferio e che l’incauto Monti ha dovuto ritrattare le sue affermazioni.
Ma se ci divertiamo a saltabeccare, con il nostro impaziente telecomando, da un dibattito all’altro - e sono numerosi - notiamo, avviliti e amareggiati, che i nostri politici da salotto – ci verrebbe da dire:” nessuno escluso”- richiamano, come in un gioco di specchi quella cronica pochezza avvertita da Monti. Quanto alla parola-feticcio democrazia, sarebbe già imperdonabile hybris soltanto tentare di adombrarne la luminosità.

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