Televisore gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
A “Quarta Repubblica” il salotto di Rete4 affidato alla conduzione di Nicola Porro, è ospite il poco salottiero Pier Francesco Pingitore invitato a presentare un suo libro. Attraverso le parole del prolifico regista e fine umorista riandiamo agli anni gloriosi del Bagaglino, la compagnia di varietà da lui fondata assieme a Mario Castellacci, a Luciano Cirri e a Piero Palumbo, che si insediò, dagli anni ’70 fino al suo scioglimento, nel celebre Salone Margherita sito a pochi passi da Trinità dei Monti e i cui spettacoli, prevalentemente di satira politica, sono stati per molti anni trasmessi sulle reti RAI e soprattutto su Mediaset, con molto successo di pubblico e molto poco di critica.
Ricordiamo con simpatia le numerose parodie di Oreste Lionello, di Leo Gullotta e di Pippo Franco; e il pentolaio Zerbinati gustoso e credibile imitatore di Bettino Craxi.
Muore ultranovantenne la regista Lina Wertmüller, considerata unanimemente un fiore all’occhiello della cinematografia italiana. Si formò come aiuto-regista di Fellini e si distinse per uno stile cinematografico dal registro narrativo agrodolce, sugellato da titoli paradossalmente prolissi. Giancarlo Giannini e Mariangela Melato furono tra i suoi attori preferiti.
Riportiamo, per omaggiarla, un frammento di un’intervista che rilasciò in occasione del festival dell’eccellenza femminile svoltosi a Genova nel 2014 (fonte Youtube). Alla domanda del giornalista: “La sua storia cinematografica è anche una storia di rappresentazione di conflitti sociali. Lei si definirebbe oggi una femminista?”, segue la risposta: “Non so neanche bene cosa vuol dire, però, non so perché, ma questa parola non mi piace tanto…mi fa venire in mente un teatro, una platea di gente che parla tutta insieme, fastidiosamente. Poi per carità il femminismo è stato benedetto perché effettivamente ce n’era bisogno, però insomma: est modus in rebus…”.
Hanno sollevato non poche polemiche alcuni interventi di Mario Monti nella trasmissione “In Onda” su La7 a proposito del dibattito quotidiano sulla pandemia, dove chiunque può pronunciarsi dal pulpito televisivo sostenendo le opinioni più disparate (Vax, NoVax, Green Pass, No Green pass, eccetera). Afferma l’ex premier, pacatamente come suo solito: “Qui c’è un problema di fondo che è lo scarso livello di educazione e di preparazione del popolo italiano”; e a proposito di quella che definisce “infodemia”: “Bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione..”. Inutile dire che si è scatenato un putiferio e che l’incauto Monti ha dovuto ritrattare le sue affermazioni.
Ma se ci divertiamo a saltabeccare, con il nostro impaziente telecomando, da un dibattito all’altro - e sono numerosi - notiamo, avviliti e amareggiati, che i nostri politici da salotto – ci verrebbe da dire:” nessuno escluso”- richiamano, come in un gioco di specchi quella cronica pochezza avvertita da Monti. Quanto alla parola-feticcio democrazia, sarebbe già imperdonabile hybris soltanto tentare di adombrarne la luminosità.