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Dai piedi e dal cuore
Astutillo e le sue bordate
di Roberto Bonsi
Iniziamo con un personaggio pubblico, ma non troppo, un uomo dal carattere deciso ma anche fortemente schivo e riservato, un campione dello sport, di calcio, ma soprattutto un campione nella vita, quella di tutti i giorni, dove “supportato” dalla famiglia, ed a titolo totalmente gratuito, allevia in buona parte il disagio psicofisico di tanti bambini ed anche di ragazzini, che altrimenti avrebbero avute serie difficoltà nel farsi curare od altro. Si scrive dunque, del buon Astutillo Malgioglio, il quale però, non ha nessuna parentela con il noto, bravo ed estroso cantautore di Ramacca nell’agrigentino, ma “trapiantato” a Milano, che di nome fa Cristiano. Tornando al nostro Astutillo, consideriamo così che il suo nome di battesimo è oltremodo atipico. Pare che lungo tutto l’intero schienale del nostro Paese, vi siano solamente una dozzina di uomini battezzati con questo nome.
Il Malgioglio è un emiliano D.o.c. essendo nato in quel di Piacenza il 3 maggio dell’anno 1958. Innamorato del pallone, e il caso di dirlo: “A tutto tondo”, ma non del suo mondo, così a volte, o forse spesso e volentieri, avido di denaro, di pregiudizi, di falsità, di compromessi e di quant’altro di negativo ci possa essere, naturalmente salvo eccezioni, ma ben sappiamo che così è la vita, così è il mondo della “stragrande” maggioranza di ogni tipo di lavoro.
Per arrivare al dunque il buon Astutillo, un bel giorno ha deciso (non “ipso-facto”, ma dopo molte sofferenze e recriminazioni subite), per così dire, di “Appendere le scarpette al chiodo” ed intraprendere un nuovo percorso di vita, un sentiero che oggigiorno ancor di più lo aggrada.
Mettiamo ora ordine alla sua scheda biografica, raccontando che lo stesso ebbe i suoi esordi nelle file della squadretta piacentina del San Lazzaro (Settore giovanile). Di seguito si trasferì tra i “Pulcini” della Cremonese, poi tra quelli del Bologna F:C. . Lì a Bologna debuttò nella serie “A”, questo esattamente il 22 maggio 1977, quando ebbe modo di sostituire un altro giocatore sul campo della Roma F.C. . Passa poi alla serie “B” tra le file del Brescia, contribuendo a riportare la squadra della “Leonessa d’Italia” direttamente in serie “A”. Agli albori degli anni’80 per la prima ma anche unica volta debutta come titolare. Ah!. Si dimenticava che grazie alla sua formazione calcistica ed alla sua “stazza” fu il portiere delle squadre sin qui menzionate. Malgioglio è alto 1,80 ed è così di adeguata corporatura, un po’ il Donarumma di ieri. Perde poi il ruolo su citato a causa di un dissidio con il suo allenatore di quel tempo. il suo “cartellino” venne poi acquistato dalla Lazio, tornando così a giocare in serie “B”, ma anche qui ebbe vita difficile e pressochè tormentata, in quanto venne poi preso di mira e ripetutamente, da alcuni tifosi laziali, questo a causa dei suoi precedenti in casa romanista. Venne anche sottoposto a negativissimi “fuochi di fila” anche a causa del suo costante impegno alla causa dei giovani disabili, allora subentrata, e per la quale si divideva insieme alla sua professione di calciatore. Un anno venne duramente contestato allo Stadio Olimpico dell’Urbe, essendo di punto in bianco, stato accusato di molteplici incertezze sul campo, che fecero determinare la vittoria della squadra del Lanerossi -Vicenza sulla Lazio stessa, persa per 4 a 3.
Astutillo che in quel periodo era anche provato per l’allora recentissima morte del padre, ebbe in quel frangente una reazione atipica per il suo carattere, si sfilò dal petto la maglia di ordinanza e vi sputò sopra, gesto grave soprattutto perché determinato in maniera così plateale, questo perché sugli spalti, apparve un indecoroso striscione che recitava così: -“Tornatene tra i tuoi mostri". Così arrabbiato per i suoi … “bambini” così ingiustamente e brutalmente vilipesi, Astutillo rompe successivamente il contratto che lo lega, va alla squadra capitolina. In prossimità degli anni’90 il “mitico” allenatore Giovanni Trapattoni lo chiama per fare il vice del portiere Walter Zenga presso la squadra dell’Inter, ma anche dopo qualche anno di onorato servizio viene travolto dagli insulti, come sopra descritto, Lascia così l’Inter per l’Atalanta. Ma vi rimane per una stagione sola, poi a causa di alcuni problemi fisici lascia definitivamente il calcio e si ritira così a vita privata., questo ad appena 34 anni di età.
Ma ora - per così dire - “tiriamo un calcio al pallone” e scopriamo qualcosa della sua nuova vita, quella che vede lui come un “buon samaritano” , e che in realtà aveva ormai da anni iniziato, facendo gli allenamenti al mattino e nel pomeriggio, ed infine recandosi alla sera tra i suoi “Ragazzi” meno fortunati, ai quali dona tutta la sua umana disponibilità e l’intero tempo a sua disposizione.
Si sta riparlando di lui, proprio in queste settimane, che evocano i primissimi vagiti dell’anno nuovo “targato” 2022, in quanto il Presidente della Repubblica On.le Sergio Mattarella, il 13 novembre 2021, ha insignito il Malgioglio dell’onorificenza dell’”Ordine al Merito della Repubblica Italiana”, con questa menzione: -“Per il suo costante e coraggioso impegno a favore dell’assistenza e dell’integrazione dei bambini affetti da distrofia muscolare”-. Questa per il buon e bravo Astutillo è così la sua più grande vittoria, manifestata non più su di un terreno da gioco a tirare dei calci sulla base di un preciso regolamento, ma bensì in un altro settore ancor più complesso e difficile, dove in gioco è solamente la vita di tutti i giovani che sono stati colpiti da questa malattia.
Ma al saper di tutti noi, che cosa è questa malattia chiamata distrofia muscolare?. In medicina è il termine usato per indicare una somma di malattie genetiche, le quali spesso sono di natura ereditaria, e che provocano in maniera subdola un graduale indebolimento di tutta o quasi la fascia muscolare, determinando una forte e progressiva disabilità, e la stessa a lungo andare risulta essere una malattia mortale.
Noi siamo davvero amici ed ammiriamo tutti coloro che di buon animo, compiono il loro breve o lungo percorso terreno, con delle buone azioni che mettono in pieno risalto la loro bontà e la loro umana disponibilità nel porsi verso i propri simili tendendo loro la mano e facendo del bene che poi si adagia nel loro “karma”.
Astutillo ebbe questa sua “illuminazione” visitando un centro per disabili della sua città natale.
Sposato con Raffaella, hanno una figlia di nome Elena, e dall’ormai lontano 1977 ha fondato l’Associazione “Ara 77”, questo per il recupero dei bambini distrofici. A causa di alcuni problemi di salute dello stesso Malgioglio, e per la mancanza di fondi, il centro da loro fondato, fu chiuso nel corso del 2001. Nel 1995 per questo suo impegno sociale gli fu concesso il Premio: “Sportivo Più” e nel 2018 ebbe anche il Premio “ISUPP” (Io Sono Una Persona Per Bene), mentre l’anno successivo gli fa dato il Premio “BUU” (Brothers Universally United) cioè: “Fratelli Universalmente Uniti”. Quest’ultimo premio è stato istituito dalla dirigenza dell’”Internazionale F.C. ”, per l’appunto della milanesissima Inter che lo ha creato per tutti coloro da porre su di un ipotetico podio in quanto sono riusciti a mettersi il luce grazie ad attività umanitarie da loro stessi avviate, e tutto questo senza discriminazione alcuna.
Il Malgioglio ora privo della sede dentro la quale svolgeva con il fattivo supporto di altri, l’attività di massofisioterapia a favore dei “suoi” bambini, ora ha completamente cambiato il registro della sua vita, recandosi presso le abitazioni dove gli stessi vivono con i loro familiari che con amore ed attenzione quotidiana li accudiscono. Il nostro amico Astutillo, che ha preferito l’impegno sociale alle grosse auto di marca, ai viaggi di lusso ed alle discoteche per i V.I:P., ha avuta sempre la costante di una vita difficile. La moglie che come sappiamo lo segue nel suo operato, e che ha conosciuto quando lui militava tra le file del Brescia F.C. è stata da lui sempre considerata come il palo più solido della sua porta, la barriera da contrapporre tra sé ed un mondo soprattutto calcistico che non lo comprendeva affatto. In quel tempo passato, spesso la moglie, mentre era all’interno di un supermercato, vedeva molti bofonchiare qualcosa contro il marito, ed altri pur vili ma comunque presi da più coraggio, urlavano in direzione della consorte: -“ Sei la moglie del portiere Malgioglio, vero?. Brutta zoc...., spiegalo a tuo marito che è una testa di c....”-. Questa e tanti altre più che vergognose cattiverie, che arrivarono anche a colpire la figlia nel suo ambito scolastico. (Dal Blog: www.calcioscout.com del 13 dicembre 2020, che ha ripreso un articolo de: “Il Corriere della Sera”). No!. Cosi assolutamente non si fa e non si agisce. Un vivo plauso ad Astutillo Malgioglio, un “Grande” campione nella vita di tutti i giorni. Quello del calcio è spesso un mondo effimero, dove si muovono interessi di parte e tanto “sterco del Diavolo”, che sarebbe più utile operare a fin di bene, specie nell’ambito della ricerca medico –scientifica.