#293 - 9 ottobre 2021
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Poesia

Versi dedicati alla memoria

Smarrimenti

di Angelo Zito

Me vojo perde
a ciancicà le gomme americane
le caramelle cor buco, er cioccolato
li Dodge dar galoppatore ar Pincio.
Er grembiule er cestino e la merenna
cor sapore der fumo de la stufa
er freddo a le ginocchia scorticate
er cappotto de l’artr’anno rivortato.
Me vojo perde
la sirena er ricovero l’allarme
“Si ‘n sia mai sta bomba ce vié addosso
famo la fine der topo giù in cantina”.
Tutti li firmi visti ar pidocchietto
Amedeo Nazzari e la Sansonne
e li fazzoletti fracichi de pianto.
Me vojo perde a ripéte “rosa rosae”
tutto er bello e er brutto de quei giorni
li cuscinetti a sfera che invenzione.
Le sere d’estate ar Bersajere
Lisetta che s’aggiustava già la vesta
lo schiaffo der sordato, er sottomuro.
Me vojo perde
Papa Pacelli l’anno der 50
tutto de bianco ce pareva un santo
nun c’era più la guera famo pace.
Me vojo perde...ormai ho perso tutto
poche foto so’ rimaste ner tiretto
quer tempo in bianco e nero s’è appannato
se l’è magnato er sorcio che ciò in mano
fo un cricche “che ce vôle? Co’n momento
cambia l’icona, er programma s’è aggiornato.”

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