La Mistica
Parte Quinta
di Ruggero Scarponi
La porta si aprì e apparve Clelia che con il dito sul naso faceva cenno di non fare rumore per non richiamare l’attenzione dell’ostessa.
- Shhh! – disse. – Ti prego Prete, fammi entrare, debbo parlarti, è importante.
Padre Solinas fece cenno di entrare e di richiudere ben bene la porta. - Entra bambina mia, avvicinati e raccontami che cosa ti preoccupa.
Padre Solinas si scostò, invitando la ragazza a sedersi al bordo del letto. - Ma…non so…se posso – disse vergognosa Clelia…non vorrei che pensasse male di me…
- E perché mai? Per quello che hanno detto gli uomini di sotto? Non preoccuparti di loro. Piuttosto, che cosa vuoi dirmi?
- Ho sentito dire che vai a trovare una ragazza che compie prodigi e che si chiama Miriam, in un posto molto lontano, è vero?
- Certo che è vero. Ma a te chi lo ha raccontato? Io non ne ho fatto cenno con nessuno.
- Stamattina prima del tuo arrivo, Prete, si è fermato qui da noi il mandriano Mirko. È lui che mi ha raccontato tutto.
- Mirko? Un ragazzetto con i capelli rossi?
- È lui – confermò Clelia. – Mi ha raccontato di te e del tuo progetto di raggiungere la valle di Petroshian. Fammi venire con te Prete, portami via da questo posto.
- Piccola mia e come posso fare? Volentieri ti toglierei da quella donna ma in che modo? Non ho denaro per riscattarti. E poi cosa faresti in giro con un vecchio prete. Ci vorrà almeno un mese per arrivare da Miriam e nel frattempo come vivremo? Ho appena il necessario per me solo, non ho abbastanza risorse per tutti e due.
Clelia allora tirò fuori dal corpetto una borsa di cuoio. - Ho dei risparmi Prete. Abbastanza per tutti e due. Da sola non potrei mai farcela. Una ragazza in giro da sola non fa molta strada. Ti prego fammi venire con te. Ti servirò come fossi il mio padrone.
Padre Solinas ascoltava commosso. Mentre parlava la ragazza metteva in mostra dei denti piccoli e bianchi e una luce velata rendeva languidi i suoi occhi scuri. Clelia era così bella e implorante che il religioso non sapeva veramente cosa rispondere. Da una parte ne era intenerito ma dall’altra si rendeva conto di come fosse difficile procedere insieme senza suscitare la malignità della gente. - Non è che non voglio – disse esitante – è che non si può…
Clelia allora gli si gettò con le braccia al collo, mentre due lacrimoni le rigavano le gote.
Non poté non stringerla a sé né accarezzarla teneramente sulla testa, Padre Solinas. - Va bene, va bene – cedette – ma a un patto. Camminerai almeno a dieci passi dietro di me. E indosserai un abito che non richiami gli sguardi degli uomini…
- Perché mi dici questo, Prete? – Chiese sorpresa Clelia. – Pensi che questo che indosso…
- Ci siamo capiti ragazza. Queste sono le mie condizioni. Seguimi, ma non venirmi troppo vicino. Di volta in volta vedrò di trovarti un riparo per la notte.
Per il cibo…beh per quello sarà più facile. Potremo mangiare insieme, mi auguro. Però adesso devi dirmi la verità. Perché vuoi venire con me?
Alla domanda Clelia restò un istante pensierosa, poi senza dare risposta fece spallucce. - Come – si stupì il prete – vieni via e non sai nemmeno perché?
- Che importanza può avere? Qualsiasi posto sarà meglio di qui…E poi…E poi…Vorrei trovare qualche cosa…
Non terminò la frase. Allora Padre Solinas le sollevò il mento con la mano e disse: - E pensi di trovarla dove vado io?
- Sicuro! So che la troverò.
-Shhh! – fece improvvisamente Solinas – un rumore! Forse ti stanno cercando. - Portami con te, Prete, non lasciarmi qui…
- Shhh, t’ho detto, se continui a blaterare ti farai scoprire. Ora va! Fila, va a prepararti. Tra un’ora io mi rimetto in cammino. Ti aspetterò al primo crocicchio. Ma bada di fare come t’ho detto. Se ci scoprono non potrò far nulla per te.
Clelia sgusciò fuori dalla camera di Padre Solinas facendo attenzione che nessuno la vedesse. Dentro la casa intanto si sentivano rumori vari. Era evidente che la padrona la cercava e stava cominciando a spazientirsi. - Starà con quel fannullone di Mirko. – Sbraitava l’ostessa, tutta rossa in viso - appena se la può svignare va sempre con quello straccione mentre qui c’è tanto lavoro da fare. Come se il pane che mi mangia piovesse dal cielo e non dovesse guadagnarselo! Stavolta, parola mia, la batterò come si merita la sgualdrinella.
Clelia intanto, che aveva preparato la fuga da tempo, stava per mettere in atto il suo piano. Era scesa in cantina, dove aveva nascosto il bagaglio, una sacca contenente un vestito di ricambio e poche altre cose. Il denaro, lo aveva nascosto nel corpetto. Uscì dalla locanda per la finestra dello scantinato che dava sul retro della casa. In breve raggiunse Padre Solinas, ma fece attenzione nel mantenere la distanza come le aveva raccomandato il prete.
Iniziarono il viaggio come due viandanti qualsiasi che non si conoscono e camminarono così, alcune ore. Quando il sole cominciò a scendere sotto l’orizzonte, padre Solinas fece cenno alla ragazza di avvicinarsi. - Vieni qua bambina mia – le disse paterno – avrai fame a quest’ora. Laggiù in quel boschetto potremo ripararci e mangiare qualche cosa. Con me ho una pagnotta di pane e due salsicce, accenderemo un bel fuoco e le arrostiremo, vedrai che buona cena.
- Tu Prete, però – disse Clelia – ora devi metterti tranquillo, a riposo. Penso a tutto io. Sono brava, sai. Alla locanda ho imparato a cucinare, vedrai Prete, stasera ti leccherai le dita.
Padre Solinas, accettò di buon grado che fosse Clelia a preparare tutto. Si sistemarono in una radura nel mezzo di una macchia di betulle dove scovarono persino una piccola cavità tra le rocce, utilissima a fornire un riparo per la notte.