#289 - 3 luglio 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

Tra origami, panettone e veleno

Due incontri da non dimenticare

Michele Sindona

di

Santi Visalli

Michele Sindona

Il primo appuntamento fotografico con Michele Sindona fu il 10 di Settembre del 1975. Era un pomeriggio splendido con quella luce nordica accecante quasi autunnale. Andai a trovarlo nel suo ufficio Newyorchese in un prestigioso grattacielo al 450 Park Ave. La sua segretaria, la Signora Castiglione, mi fece subito passare nellʼufficio dellʼavvocato che stava seduto dietro una scrivania piena di origami. LʼArte orientale di piegare la carta, per farne degli animaletti ed altri oggetti. Arte attribuita di solito al Giappone. E Sindona ne era un Maestro.

Per rompere il ghiaccio, dopo essermi presentato, con una vigorosa stretta di mano, gli chiesi subito il significato di tutti quegli oggetti che colmavano la sua scrivania.
Questa per me è una forma di relax mi disse. Però li faccio anche quando durante un colloquio dʼaffari mi viene posta una domanda diffide, dove al momento, non voglio dare una risposta affrettata o banale. Ed allora mi prendo un pò di tempo prima di rispondere facendo Origami. Prima da giovane li facevo con le banconote, come vede oggi uso la carta patinata che costa molto meno della moneta cartacea.
Sindona era molto alto per un siciliano, aveva la fronte larga e gli occhi penetranti.

Michele SindonaMichele Sindona

Quando gli dissi che ero Messinese, Lui ,che era di Patti, Provincia di Messina, fece unʼenorme risata aggiungendo allora Buddace sei. Cosi vengono chiamati i Messinesi dagli altri siciliani. Buddace (Sciarrano) è un pesce locale che tiene sempre la bocca aperta. Questo per dire che i Messinesi non sanno tenere segreti e che a Messina non esisteva lʼomertà, almeno allora, o fino ai tempi di mio nonno.

Incominciai a fotografarlo. Dopo un pò gli chiesi di scendere giù sulla strada per mostrare che stava a New York. Ma lui si rifiutò. Allora gli chiesi di sedersi sul davanzale della finestra per avere sullo sfondo dei grattacieli. Io avevo messo la mia Nikon su un cavalletto. Ma essendo lui in controluce volevo assicurarmi che lʼesposizione fosse esatta. A questo punto presi un esposimetro e mi avviai a passo svelto verso (U Ziu Micheli) cosi lo chiamavano gli intimi.
Immediatamente Sindona diventò pallido e si irriggidì, chiuse le mani come se volesse aggrapparsi a qualcosa. Capii subito cosa gli era volato per la testa in questi pochi istanti. (questo mi vuole buttare giù dalla finestra). Allora di colpo mi fermai, e con molta enfasi gli spiegai perchè mi stavo avvicinando.
Sig. Sindona lei è in controluce ed io voglio che le foto siano ben esposte. Riassicurato torno al suo colore normale ed alla fine gli feci circa 5 rullini in bianco e nero.

Michele SindonaMichele Sindona

Il secondo incontro fu in occasione dʼ illustrare un articolo di Enzo Magrì per l”Europeo. Questa volta Sindona ci invitò nel suo appartamento allʼHotel Pierre.
Qui il decoro era diverso di quello del suo ufficio. Alle pareti cʼerano appesi quadri di grandi autori ed era proprio in questo lussuoso ambiente che lui conduceva i suoi affari. Infatti dopo circa unʼora dʼintervista arrivò una telefonata. Sindona si alzo dal divano e ci disse: Ragazzi ve ne dovete andare immediatamente perchè sta salendo il Gobbetto. Cosi uscimmo e lʼintervista fu ripresa un paio di giorni dopo.
Nel frattempo Andreotti che era tornato a Roma dichiarò alla stampa, che gli chiedeva se avesse incontrato Sindona a New York , disse "no mai visto, non lo conosco neanche”.

Nell' Agosto del 1982 mi chiamò la rivista TIME. Santi stiamo preparando un servizio sul finanziere italiano Michele Sindona lo abbiamo contattato in prigione a Otisville e ci ha detto che si fa fotografare solo da te. Sei disposto ad andare a fotografarlo per noi in prigione?
Quando arrivai a Otisville Sindona mi accolse con grande calore. Stava giocando a scacchi con un enorme uomo di colore. Chi lo sa forse i suoi amici glielo avevano messo li per protezione. Immediatamente mi disse, con la voce di una ragazzino che aveva fatto il bravo, (diglielo tu a questo qua che non ci crede chi ero io. Per favore digli chi sono (voleva dire chi ero).

Michele Sindona

Dopo avergli, fatto qualche rullino a colore ci fermammo a chiacchierare. Fra le tante cose mi disse che se ne voleva tornare in prigione in Italia. Al che io lo sconsigliai, in Italia lo faranno fuori gli dissi. Lui mi rispose che conosceva tanta gente importante e che sapeva tantissime cose su grossi personaggi. Ed io gli risposi ed è proprio per questo che lei deve stare lontano dallʼItalia se no finirà come Pisciotta.
Non mi credette e acconsentì allʼestradizione presentata dalla Magistratura Italiana.
Nel Marzo del 1986 mori in prigione a Voghera avvelenato. Prima di lasciarlo gli chiesi se voleva che gli portassi qualcosa di “Messinese”, come un piatto di piscistoccu a ghiotta , Arancine, Cannoli. No mi disse “portami un Panettone”. Sindona di Patti era diventato Milanese.

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