Piccaia-Omaggio a Fibonacci riprende il suo viaggio a Chiasso,
e a novembre sarà al Battistero di Velate di Varese.
La mostra ha il supporto delle associazioni Container Lab Italia Hong Kong
e The International Propeller Club,
delle Aziende Swiss Logistics Center, Logwin, OLG e Netmediaclick.
Giorgio Piccaia
Omaggio a Fibonacci
Il progetto artistico di Giorgio Piccaia riprende forza e vigore a Chiasso.
L’anno scorso il 7 febbraio veniva inaugurata con un convegno questa bella mostra allo spazio d’arte della Swiss Logistics Center della città svizzera di confine. Questo 17 giugno, e fino a fine luglio sarà possibile vedere le oltre 40 opere tra olii, acrilici, carte di papiro e piccole sculture dell’artista italo-svizzero.
“In questi sedici mesi - ci spiega Piccaia - ho lavorato intensamente sul matematico pisano, dipingendo grandi tele, e realizzando ceramiche e sculture, una di queste Il Rosario di Fibonacci sarà posizionata entro l’estate nel cortile del municipio di Erba, altre saranno esposte nello Spazio Arte della Swiss Logistics Center in anteprima”.
Bruno Arrigoni sindaco di Chiasso, nella prefazione del catalogo scrive:
“È un grande piacere per me offrire il mio contributo, con questo breve invito, alla riapertura della mostra del maestro Giorgio Piccaia in onore del matematico Fibonacci, allestita presso Swiss Logistics Center di Via Soldini a Chiasso. La mostra era stata sospesa l’8 marzo 2020 a causa della pandemia… Stiamo finalmente uscendo da un periodo molto complicato. Eventi come questo contribuiscono al ritorno alla normalità, alla vita di tutti i giorni come la conoscevamo prima della pandemia, e ad apprezzare ogni singola iniziativa anche in ambito culturale. Con piacere invito quindi tutta la popolazione del Mendrisiotto - e non solo - a visitare questa mostra che pone con grande piacere degli occhi il pensiero fra arte e scienze esatte, rapporto che sta alla base del futuro della nostra società”.
Presta attenzione anche anche Francesco Cevasco, giornalista a lungo responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera, che per le note introduttive del catalogo scrive: “L’impossibile che resta tale finché per la prima volta si avvera, la matematica che diventa estetica, il canto dei numeri e dei ritmi cosmici che rimbalzano dall’infinito ieri all’infinito domani... E quel Fibonacci che gira nella testa e nel cuore, nell’anima e tra le mani di Giorgio Piccaia. Una ispirazione che viene da lontano. Tempi di studi giovanili, quando il maestro di oggi era un buon allievo (ma soltanto in matematica). Gli bastava ascoltare le interrogazioni degli altri e poi la sua era da voto 9. Scritto in numeri arabi, quelli che Fibonacci aveva imposto aggiungendo lo 0.
Anche adesso, anche qui, i numeri sfilano tra le opere di Piccaia. Ma si arrampicano liberi tra queste pareti. L’artista ne rispetta il segno e si precipita nel loro senso ma dà loro pure uno sguardo spirituale, un soffio esoterico. Sembra frantumarli sulle tante tele che in realtà compongono un unico segmento di una infinita sequenza.
Al suo essere artista, Piccaia aggiunge – senza falsa modestia – “libero pensatore”; gli piace l’accumulo: pittore, scultore, artefice di installazioni, ceramista, architetto, allievo di Jerzy Grotowski. Dal regista polacco ha mutuato il concetto che quel che conta sono il rapporto e il dialogo con il tuo pubblico non l’orpello seduttivo che gli costruisci attorno in un teatro o negli spazi di una mostra.
Onnivoro, si impadronisce di ogni materia: cucina la ceramica, fa lievitare la tela, farcisce il plexiglas, dà forma e terza dimensione al colore. E la luce esplode”.