#286 - 22 maggio 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

Racconto di fotografia tra rischio e ubbidienza

Due episodi da non dimenticare

Storie di mafia

di
Santi Visalli

Durante la mia carriera di fotogiornalista ho avuto diverse opportunità di fotografare alcuni soggetti appartenenti alla Mafia. Sia vivi che morti.

Storie di mafiaStorie di mafia

Io allora vivevo a New York. Erano le 2 del mattino quando incominciò a squillare il mio telefono: Pronto Visalli? - si sono io - "Qui la redazione dell'Europeo, il direttore Melega le vuole parlare - Me lo passi pure - pronto Visalli cosa fai, hai letto i giornali? - No non ancora, sono le due del mattino, stavo dormendo - ah scusa volevo dirti è morto Carlo Gambino il boss di tutti i boss. ci saranno i funerali e ci dovresti fare un servizio - Non penso sia possibile, questi non fanno passare nessuno - devi fare a tuti i costi, qualsiasi cosa ti giovi, copriamo noi tutte le spese - Okay, dovrei affittare una limousine con autista forse anche un elicottero - ti ho detto che non badiamo a spese, mettiti subito in moto, ah e mandaci subito i rullini via fuori sacco* - (Allora non c’era il digitale, non si facevano scansioni e non esisteva il web). Tutto era primitivo rispetto ad oggi, ma bello, dovevi usare la Capoccia.

Storie di mafia

Melega era subentrato al leggendario Tommaso Giglio che aveva fatto dell’Europeo uno dei settimanali più interessanti d’Europa.
Giglio si era circondato da giornalisti di razza: Alberto Ongaro, Enzo Magrì, Guido Gerosa.
con quali io ho lavorato per più di vent’ anni. C’erano anche altri giornalisti che però sputavano veleno, ma io con questi non ci lavoravo. In seguito Giglio partì per l’Argentina con l’incarico di risanare la Rizzoli a Buenos Aires, vittima della P2, ”Un’altra Mafia”.

All’alba scesi in città ed incominciai a telefonare. Prenotai una limousine con autista in livrea a tanto di cappello e guati. Era un irlandese e quando gli ho detto cosa bisognava fare incominciò a tremare dalla paura. Avrei preferito un siciliano ma al momento erano tutti prenotati per i funerali del Boss.
Io mi vestii tutto di nero avevo un impermeabile di cerata nero sotto il quale nascondevo una Leica con un solo obiettivo (un 50mm). In testa avevo la famosa coppola nera.
Per primo, assieme al mio tremante autista, mi recai alla chiesa Lady of Grace Church a Brooklyn. Qui è stato facile fotografare: c'erano centinai di fotografi ma non tutti professionisti. La maggior parte erano della FBI e della Polizia Criminale. Loro usano sempre queste occasioni per procurarsi foto di criminali. In un articolo l’indomani il New York Times, descrivendo l’evento scrisse: tutti i mafiosi presenti erano stati identificati sia dalla Polizia sia anche dalla FBI. Ad eccezione di una persona con un impermeabile nero e la tipica coppola nera siciliana. Quello ero io.

Storie di mafiaStorie di mafia

Dalla chiesa partimmo per il cimitero. Entrati nell’autostrada per andare verso il Queens, dissi al mio autista d’infilarsi al terzo posto del corteo dopo le prime due macchine che seguivano il feretro. L’Autista, ancora più tremante di prima, esegui i miei ordini e così siamo riusciti ad entrare nel cimitero e finire il nostro servizio.
Qui nascosto dietro un albero riuscii a fare un altro rullino ero contento, avevo scattato 3 rullini e mi avviai verso la mia macchina quando due “gorilla” della famiglia Gambino m’incastrarono fra di loro e mi presero la macchina fotografica. L’aprirono tolsero il rullino e senza dire una parola mi restituirono la mia Leica.

Storie di mafia

Nel 1982 venni in Calabria per iniziare un servizio sulla Magna Grecia.
Era il Lunedì di Pasqua e fui invitato da alcuni amici a passare quel giorno in un oliveto nei pressi di Locri.
Dopo un pò vicino a noi arrivò una numerosa famiglia che prese posto sotto un enorme albero d’olivo. Il mio accompagnatore mi disse che uno di quei signori era un grosso esponente della Ndrangheta calabrese, e di stare calmo con le macchine fotografiche.

Ma io non lo volli ascoltare, l’istinto di fotografare era più forte di me. Allora mi avvicinai al gruppo mi presentai come fotografo Siculo-Americano e chiesi il permesso di fotografare. - Prego, fate pure - .
Loro avevano un giradischi ed al suono di Calabrisella Mia incominciarono a ballare. Non potete immaginare la mia gioia. Avevo fatto un grasso scoop.
Finita la festa, un signore con una lupara sulla spalla mi fece cenno di accompagnarlo. Mi prese sottobraccio e mi disse: - un patruni voli u rullinu, e voi questo favore non glielo potete rifiutare.
Ed io ubbidii!

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