forgiato negli ambienti dell'arte fiorentina
Riccardo Cecchi: ritratti
Una ricerca puntuale della realtà nella classicità
di Carlo Marraffa
E’ lecito definirlo figlio d’arte, e per quanti conoscono i lavori di Wilma e Vittore Cecchi non sarà difficile rintracciare nei ritratti del figlio Riccardo il segno di quell’esperienza familiare inserita nel tessuto artistico di una città d’arte per eccellenza quale è Firenze.
Riccardo Cecchi classe 1953 è un biologo, ma da sempre ama la pittura e il disegno. Non è difficile apprendere dai genitori i rudimenti del disegno e del ritratto, e sarà il liceo Artistico di Firenze a forgiarne la vocazione. Più tardi, gli incontri con numerosi maestri: i fratelli Trovarelli, Renzo Biason, Natale Filaninno… apriranno un ventaglio veriegato di opportunità espressive, ed infine l’approdo allo studio del Maestro Pietro Annigoni che imprimerà nel Cecchi la cifra che maggiormente distingue a distanza di anni i suoi lavori, in specie nella ritrattistica.
Per umiltà, Cecchi dice di non potersi definire artista…”Poiché - afferma – credo mi difetti la fantasia; direi piuttosto che potrei essere un tecnico della pittura. Mi piace, come si vede, l'arte accademica, ma non ho assolutamente niente contro l'arte informale: considero l'una e l'altra, infatti, semplicemente due modi diversi di rappresentare le cose”.
Una rapida carellata tra le immagini, ci permette di dare una positiva valutazione delle opere del Cecchi, inserite in quel filone di classicità e di approccio al reale, capaci di conciliare la soavità delle espressioni e la ricerca anche minuta dei particolari. Volti di personaggi cari alla sua infanzia: Il ritratto della nonna; o della sua maturità: Il volto della figlia Margherita fanciulla; o di uno sconosciuto Beppe…bene si appaiano ai volti di personaggi noti quali Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi.
Ovunque emergono una capacità tecnica e un valore pittorico; ecco a supporto di una raggiunta maturità stilistica ed artistica i ritratti di Castiglione e Berenson mutuati rispettivamente da Raffaello e da Annigoni; ed infine il ritratto di Annigoni, il suo maestro.