#282 - 20 marzo 2021
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

Televisore gioia e dolore

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Frammenti di cronaca televisiva

di Luigi Capano

Per cominciare, un plauso al nuovo programma di Rai1, “Canzone segreta” – in onda il venerdì in prima serata - condotto con garbo e maestria dall’attrice partenopea Serena Rossi. Un spettacolo gradevole e ben dosato in cui si avvicendano personaggi noti al pubblico televisivo ai quali, a sorpresa, vien fatto rivivere, con la complicità dei propri familiari, un ricordo emozionante della loro vita punteggiato dalle note e dalle parole di una canzone a loro cara, eseguita dal vivo dall’interprete originario.

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Purtroppo, anche Raul Casadei, “il re del liscio”, ha dovuto arrendersi all’infernale virus. Lo ricordo - non era ancora così conosciuto come lo è oggi - quando si esibiva con la sua orchestrina nei rutilanti caffè di Salsomaggiore affollati di turisti termali. Ero bambino allora e quella musica così vivace e gioiosa che si mescolava con tanta armonia ai fiori dei lunghi viali alberati, mi divertiva e mi coinvolgeva moltissimo.

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La parola del momento è “vaccino”, e l’abusatissima “resilienza” - Deo gratias!- segna il passo. Finalmente ci sembra quasi di intravedere la tanto agognata via d’uscita dal cul de sac in cui ci ha cacciato il perfido microbo; da Bruxelles si parla perfino di approntare una patente vaccinale; ma qualcosa da noi sta andando storto con AstraZeneca - è il nome di uno dei vaccini – e, giustamente, in questi giorni non si parla d’altro che di alcuni decessi per trombosi conseguenti alla somministrazione, nonostante le rassicurazioni dell'Ema. Comunque stiano le cose, la sfiducia nelle competenze istituzionali dei nostri dirigenti, nonostante Draghi, torna nuovamente ad alimentarsi. E, di rimbalzo, i virologi continuano ad avvicendarsi su tutti i palinsesti televisivi. Ricordiamo che in concomitanza con l’impennata dei contagi dello scorso autunno usciva, con una tempistica da commedia degli equivoci, il libro del Ministro della salute, Fabrizio Speranza, “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute”, immediatamente ritirato dalle librerie, vista la mala parata. Ma Draghi - che immaginiamo lungimirante - ha deciso di dar fiducia al solerte ministro confermandogli il delicato incarico. Come ha, con intelligenza, suggerito Flavio Briatore, ospite di Paolo Del Debbio a Dritto e Rovescio su Retequattro, Speranza dovrebbe immediatamente vaccinarsi pubblicamente con AstraZeneca per tentare di rimediare alla confusione mediatica ed al conseguente panico seminato maldestramente in questi giorni.

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Ra1 dedica in prima serata un film alla vita del grande Renato Carosone, indimenticato autore e interprete della canzone napoletana oltre che ottimo jazzista: “Carosello Carosone” diretto da Lucio Pellegrini con le musiche di Stefano Bollani e interpretato dal giovane attore Eduardo Scarpetta che porta il nome del suo trisavolo, celebre commediografo e padre degli ancor più celebri fratelli De Filippo.

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