Televisore gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Zona gialla, zona arancione, zona arancione rinforzato, zona rossa, tampone molecolare tampone rapido, numero dei contagi, terapie intensive, decessi, Dpcm settimanale, variante brasiliana, variante inglese, variante sudafricana…
Ad interrompere la geremiade giornaliera a cui, nostro malgrado, i media ci hanno abituato da circa un anno a questa parte, arriva finalmente, tra molte polemiche, il tanto atteso Festival di San Remo: non importa se le poltrone sono vuote dato che il pubblico non è stato ammesso in platea per motivi sanitari; non importano le cacofonie kitsch del pretenzioso cantante Achille Lauro, non importa il livello complessivamente scadente dei testi delle canzoni, ascrivibili in gran parte al genere “depresso-disperato”: quel che conta è che finalmente quello snervante rosario sgranato quotidianamente dai professionisti della notizia per qualche giorno – Deo gratias! - si interromperà e ci lascerà rifiatare un pochino.
Questa settantunesima edizione – del tutto anomala rispetto alle precedenti, data la situazione - è condotta magistralmente, come lo scorso anno, dal’ottimo Amadeus affiancato dal suo amico Rosario Fiorello, geniale improvvisatore, come ce ne sono pochi; e coadiuvato da una orchestra di eccellenti musicisti: tanto che la presenza avvolgente e coinvolgente della musica sopperisce egregiamente all’assenza visiva del pubblico.
Tra i cantanti in gara ci piace menzionare l’immarcescibile Orietta Berti rimasta sempre fedele al suo stile, nonostante siano trascorsi decenni dai tempi in cui ancora si esibiva Nilla Pizzi, e la giovane Noemi dalla voce graffiante.
Molti i volti sconosciuti al pubblico televisivo, ma invitati a gareggiare dal direttore artistico Amadeus perché molto apprezzati dal mondo giovanile.
Numerosi gli ospiti, uno tra tutti la mitica Loredana Bertè, abbigliata- come sempre- da quindicenne, dalla raucedine impostata, che si è esibita in un medley dei suoi più orecchiati successi.
Il pensiero dei conduttori, dei partecipanti e degli ospiti va di frequente alla drammatica situazione in cui versa tutto il mondo dello spettacolo a causa della pandemia: i teatri e i cinema sono chiusi, i concerti ancora non si possono fare. Molti artisti e moltissimi operatori del settore versano in serie condizioni economiche, talvolta al limite dell’indigenza, mentre gli aiuti dello stato sono risibili se non inesistenti. E’, questo, uno dei settori più penalizzati dalle restrizioni sanitarie e, almeno fono ad ora, non si vedono luci all’orizzonte.