La Persistenza del cielo
di Ilaria Sordi
Io vengo dalle zolle e dalla ruggine
dei vigneti, del legno tarlato
e della robinia, dalle stoppie
e dai rovi, dal volo delle poiane,
da uno scampolo di cielo
strappato a settembre
e dalle reliquie di un amen
Abito la roggia, il gracidare,
l’intonaco rotto e le litanie
nelle aie del tramonto
quando il sole si frange negli occhi
Io sogno marine in burrasca,
ma ho un cuore di terra
e qualche crepa,
mani tese alle mani
e una parola sul punto di scivolare