Ministro Franceschini: «I borghi possono diventare la nuova frontiera del lavoro creativo»
Un Natale di speranza
Nei borghi, la vita
Di Claudio Bacilieri*
Eccoci al primo 25 dicembre con pandemia. Mercatini di Natale affollati, negozi sfavillanti, città illuminate con bellissime decorazioni, località di villeggiatura e stazioni sciistiche prese d’assalto: tutto da dimenticare. L’inaspettato passaggio dalla condizione di mobilità globale a uno stato di immobilità forzata o di spostamenti ridotti, ci fa riscoprire ciò che è vicino a noi. Il turismo di prossimità, di cui tanto si è parlato, è diventato tendenza.
Conoscere i luoghi cui apparteniamo è come tornare a casa, dopo averli ignorati perché troppo vicini per meritare una visita. In una recente intervista il quasi centenario sociologo francese Edgar Morin ha detto che “il confinamento fisico dovrebbe incoraggiare il de-confinamento delle menti”.
Di fronte alla triplice crisi - biologica, economica e di civiltà - scatenata dalla pandemia, la nostra umanità può uscire rafforzata.
Alla chiusura occorre rispondere aprendo la mente, ripensando se stessi e sentendosi partecipi di un destino comune, che riguarda tutti gli abitanti della Terra.
Ecco allora che in questo numero della rivista non troverete le solite mete natalizie.
Il Natale questa volta è diverso.
Sottoguda e Guardiagrele: all’ombra della Marmolada o nel cuore della Maiella, ci sono tanti boschi dove perdersi, sentieri dove svincolarsi dal reale e immaginare la ripresa cambiando strada.
Più vicini alla terra, inglobando l’umano nella natura.
Lagundo e Scena: il fascino discreto dell’Alto Adige.
San Lorenzo Dorsin, un borgo che profuma di Trentino, come Vallarsa e l’Alpe Cimbra.
Posti dove si vive bene, come le città che sono sempre in testa alle classifiche sulla qualità della vita: Belluno, che ci regala anche la copertina, Pordenone, Sondrio, Varese.
Per il mare abbiamo scelto Lerici, dove il borgo di Tellaro incanta anche d’inverno.
Nardò in Puglia e Gibellina in Sicilia disegnano scenari diversi: uno barocco e festoso, l’altro - la grande opera di land art di Alberto Burri a Gibellina Vecchia sulle macerie del terremoto - straniante ma non meno affascinante.
Abbiamo poi altri tre borghi: Montegridolfo e San Leo in Romagna e uno in Calabria, Tropea, appena entrato nella rete dei “più belli d’Italia”.
Nelle terre di Urbino, due studiose “cacciatrici di paesaggi” hanno ritrovato i fondali di quindici opere di Raffaello, cresciuto con quei panorami negli occhi.
Infine, un apologo di Ignazio Silone ci ha portato in Abruzzo: il mandorlo che fiorisce a dicembre per dare rifugio alla Sacra Famiglia in fuga sugli Appennini, è un invito alla speranza.
Anche il ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini nella sua intervista ci dà un messaggio di speranza: i borghi possono diventare la nuova frontiera del lavoro creativo. I nostri 308 piccoli gioielli di un’Italia non più dimenticata, li trovate nella nuova guida dei Borghi più belli d’Italia 2021, in libreria e in edicola. Arrivata alla quattordicesima edizione, la guida sfoggia la novità della realtà aumentata: oltre trecento tra filmati, immagini e racconti vocali la rendono interattiva utilizzando uno smartphone o un tablet.
* Direttore responsabile di Borghi magazine