#273 - 31 ottobre 2020
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero del giornale - ultimo per il 2025 - ci accomapgnerà fino a NATALE e le Festività del VECCHIO ANNO. Allo scoccare della mezzanotte del 31 DICEMBRE con il Brindisi del NUOVO ANNO, andrà in rete il nuovo numero 370: GIOVEDI 1° GENNAIO 2026 - CORDIALI AUGURI DI BUON NATALE BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Arte

Le Dolomiti nel cuore e nella tavolozza

Arte ...nel tempo della pandemia

Il Latemar

Adesso credo di parlare col vento e faccio ritratti di montagne:

ùnon c’è limite alla pazzia creata dalla mancanza di amici e di contatti sociali

Di Filippo Parodi

Le canne d'organo di pietra, il Latemar (50x29). Un cielo di nuvole blu della nostalgia colora il fondale su cui si poggia questo gigante con le sue canne d'organo di pietra. Il vento, che gioca con i vapori e stempera colori che ha portato da lontano, è disponibile al concerto: si alza veloce sul podio da direttore in alto, ancora più in alto poi si tuffa tra le canne, spazza le bocchette, raggiunge la base screziata di bianco, riemerge sollevando pizzicate di nevischio, accorda la sua voce potente alla risposta delle guglie frementi.

Il Latemar

La musica cambia quando l'aria incontra le grandi canne centrali che sembrano assorbire le note più acute, poi gorgheggia vorticando intorno alle guglie sottili, si placa sulle balze innevate, riprende forza gettandosi nei salti verticali.
E' un concerto per organo e vento che non sempre riusciamo a sentire perchè il vento è scapestrato e spesso si distrae per giocare con i vapori colorati: in basso dove si è creata una zona di distacco tra le cime più alte, ha mescolato al blu soffi di ametista rubati alle pianure del sud.
Ho chiesto al vento, che conosce le parti più nascoste delle crode perchè le ha carezzate o schiaffeggiate, spinte fino a farle tremare, di guidarmi in questo tipo di ritratto dell'organo di pietra, come se fosse un volto di cui cercare l'espressione. Qualche consiglio me lo ha dato:- cercare con le ombre scure di staccare le tante canne che lui sa far vibrare così bene – qualche macchia di neve sui picchi in ombra per creare lontananze e profondità – toni caldi di dolomia al tramonto per aumentare I contrasti con le ombre – scurire cime più lontane per aumentare il sentimento della lontananza e il mistero – seguire con la penna le zone che separano la massima luce dall'ombra più scura. Ho cercato di seguire i suoi consigli non so fino a che punto.
Ora il vento è tornato tra le nuvole blu, forse sta pensando ad un altro concerto ma non so se riuscirete ad ascoltarlo.

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