Un momento articolato e curioso per approfondire contemporaneamente
la storia del Polesine e il grande genio di Dante Alighieri
Rovigo - Palazzo Rocale
La quercia di Dante
In anticipo di un anno sui festeggiamenti e le celebrazioni di Dante Alighieri in Polesine si dà vita ad un progetto dedicato Dante e alla mitica Quercia di Dante, l'albero possente che dominava il paesaggio in quel di Ariano nel Polesine.
Il progetto vede la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, del Comune di Rovigo, dell’Accademia dei Concordi, del Parco regionale del Delta del Po Veneto (Riserva della Biosfera Mab Unesco), il Comune di Ariano nel Polesine, insieme ad altre istituzioni territoriali e nazionali.
Secondo la vulgata, che forse non ha alcuna radice storica ma che in Polesine è assunta a “dogma”, il Poeta dovrebbe la propria salvezza a questo gigante verde. Si tramanda infatti che Dante, rientrando da una ambasceria a Venezia, si sia smarrito nell’intrico di acque e boschi del Delta.
Per ritrovare la strada, si sarebbe arrampicato su un albero particolarmente possente, individuato nella colossale “Grande Rovra di San Basilio”.
“Rovra”, in polesano, sta per quercia o farnia. Nello specifico, il monumentale esemplare di Quercus robur che dominava l’argine del Po di Goro, nei pressi di San Basilio. Un albero che risulta citato, per la sua altezza e maestosità, in un atto notarile del 1548.
Nell’estate del 1321 Dante sarebbe realmente transitato per San Basilio, ospite dell’Hospitium gestito dai Monaci di Pomposa.
La Rovra di Dante oggi non domina più il paesaggio del Delta. Nel 2013 il tempo ha avuto la meglio sull'albero alto più di 26 metri, con un tronco che per essere abbracciato richiedeva 10 bambini o 6 adulti. Per il Polesine fu la perdita non solo del decano dei suoi alberi ma di un simbolo particolarmente amato.
A Rovigo, a Palazzo Roncale, una mostra rievocherà la storia della “Grande Quercia”, proponendo immagini dell’albero e della sua caduta, esponendo anche una “reliquia” dell'albero e il sudario che una artista stese sul suo tronco abbattuto, ricavandone una specie di “sindone”.
All’omaggio alla Grande Quercia si affiancherà un omaggio al Poeta. Il suo fulcro sarà la mostra “Visioni dell’Inferno”, rievocazioni della prima Cantica affidate a tre artisti internazionali, uno per ciascuno degli ultimi tre secoli.
L’Inferno in versione ottocentesca non poteva che essere quello, universalmente noto, del francese Gustave Doré, di cui in mostra sarà l’intero corpus di 75 tavole. Per evocare l’Inferno in versione novecentesca, sono state riunite le immagini di “Dante’s Inferno (1958–60)” dello statunitense Robert Rauschenberg. Un’artista donna, la tedesca Brigitte Brand è stata, infine, chiamata ad illustrare, con un’opera originale, una sua visione dell’Inferno oggi. L’artista proporrà in mostra anche un suo Omaggio alla Grande Quercia.
Per questo progetto, dall’Accademia dei Concordi e dalla Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo emergeranno e verranno esposte anche alcune preziose, antiche edizioni della Commedia, mentre un corner sarà riservato all’originale volume “L’Inferno di Dante. Una storia naturale” (Mondadori, 2010) illustrato e commentato da Patrick Waterhouse e Walter Hutton, due giovani artisti in residenza a Fabrica, il laboratorio creativo di Benetton.
Un ulteriore corner esporrà l’“Inferno di Topolino” del 1949, disegnato da Angelo Bioletto e sceneggiato da Guido Martina in terzine dantesche. Un omaggio davvero originale a Dante è quello del maestro mangaka più famoso al mondo, Go Nagai, che ha reinterpretato da par suo la Divina Commedia. La mostra ne proporrà alcune tavole.
Il progetto “La Quercia di Dante” non si limita però alla sola mostra. Nel corso della rassegna sono in calendario incontri con uomini di pensiero per stimolare originali visioni e riflessioni intorno all’Inferno dantesco, la cui lettura integrale è prevista nel corso di una lunga maratona.
In Accademia dei Concordi Leopoldo Benacchio, professore ordinario presso l'Osservatorio Astronomico di Padova, terrà una conferenza che sarà incentrata sulla visione del cielo e dell'astronomia che si aveva ai tempi di Dante come è descritta nella Divina Commedia.
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