In occasione del "2020 Anno Internazionale della salute delle piante"
Viaggio tra le strane piante che ci circondano
Canto degli alberi
In tempo di quarantena, uno scrittore ritorna alla sua città d'origine, Mantova. È solo. Le uniche uscite che, un po' furtivamente, si concede sono lunghe passeggiate notturne. Avvolto nel silenzio profondo di una città trasfigurata, quasi metafisica, rimane colpito dalla forza dirompente di alcune piante ed alberi cresciuti in posti ostili: in un interstizio di cemento, tra due muri o due pietre di una casa...Da più parti indicato come il più importante scrittore italiano vivente, Antonio Moresco ci consegna un’opera suggestiva e onirica che affronta il rapporto di un uomo con la natura arborea e ha tanto da insegnarci sul tempo che stiamo vivendo.
"Ho scritto questo libro nei mesi di isolamento per la pandemia - scrive Moresco - I suoi protagonisti sono gli alberi, in particolare gli alberi murati, quelli che crescono dentro i muri delle case degli uomini, visti come una nuova specie crocevia tra più mondi (vegetale, minerale, umano) e prefigurativa. L'ho scritto mentre ero anch'io murato, come tutte le donne e gli uomini del nostro Paese e del mondo, in un momento cruciale anche della mia vita personale, per di più bloccato dal divieto di viaggiare in una casa di Mantova, la città dove sono nato e ho trascorso l'infanzia e l'adolescenza, scatola nera della mia vita.
Questo libro anche per me inaspettato è la mia risposta di scrittore a questo trauma e il mio appello a compiere un salto di piani e di specie e a dare vita a una metamorfosi.
L'ho scritto giorno dopo giorno, in totale solitudine, con ispirazione, liberando in un unico flusso narrativo testimonianza, corpo a corpo col mondo, autobiografia trascesa, abbandono lirico, romanzo drammaturgico e figurale, canto, sogno, immaginazione, invenzione."
Il colloquio che lo scrittore intesse con gli alberi – anima arborea del vivente – è l’estremo tentativo di redenzione di un’umanità stremata dal suo stesso egoismo, che sta divorando le risorse del proprio habitat, rendendolo inabitabile e condannandosi così all’estinzione.
Così scrive IIaria Giannini in una sua articolata recensione : La denuncia ambientalista che Moresco lanciava già ne “Il grido” qui assume la dimensione epica di un lungo addio alla nostra specie per come la conosciamo. Il canto degli alberi è il saluto all’essere umano, sciocca e piccola creatura che non impara dai propri errori, si muove da secoli seguendo le stesse dinamiche di potere e vuole sempre di più. Il mondo vegetale lancia un monito ben preciso: quest’essere accidentalmente apparso sulla Terra e capace anche di produrre pura bellezza, come la musica, dovrà mutare radicalmente per sopravvivere.