Divagazioni sotto l'ombrellone o in cima ai monti
Una lacrima sul viso
Intervista a Bobby Solo tra ricordi e futuro
di Roberto Bonsi
Bobby Solo ...???. Chi era costui?. Ma sopratutto per sua ed anche nostra fortuna, chi è ancora?. In questa piena parafrasi di fatto molto simile a quella di manzoniana memoria, pur restando nel campo del ludico e nella storia del costume, vogliamo ora tracciarvi l'epopea artistica di Roberto Satti "alias" Bobby Solo, il beneamato, noto e poliedrico artista (n.d.a.: almeno per tutti coloro che hanno felicemente superati gli oltre trenta anni dai fatidici "anta", ma anche da diversi giovani) cantautore e chitarrista di "razza", nonché attore sui "sets" di diversi "musicarelli" (n.d.a.: pellicole, la cui trama era presa a prestito da motivi di successo, films un tempo di moda e con un largo seguito di pubblico), Roberto sarebbe stato uno dei tanti ragazzotti di buona famiglia, quella della buona borghesia capitolina, se un bel dì, ancora nella giovanissima età dei "teen", non si fosse messo a "flirtare" con una sua coetanea, americana di origine; e fu grazie a questa americanina, che ebbe l' "imput" per poi con il tempo iniziare una lunga e luminosa attività canzonettistica, di fatto incominciata con il "botto" sanremese del fortunatissimo brano: "Una lacrima sul viso".
La ragazzina in questione fu per lui una sorta di amore platonico, ma questo poco importa, in quanto è così per tanti ragazzi di quell'età. Il cantante romano, per una serie di coincidenze, riusci a salire sul classico "treno della vita", quello da prendersi al volo, ed ottenne un contratto discografico, che lo vide quasi subito "proiettato" al "Festival di Sanremo", nella sua quindicesima edizione, cioè quella dell'anno 1964.
Bobby Solo, pur da autentico "outsider" fu candidato alla vittoria finale, in quell'imprevedibile "roulette" che sempre è stato il "Festival" per antonomasia, ma una fastidiosa laringite, lo costrinse ad esibirsi fuori gara con il "playback" che fu usato per la prima volta al "Festival:, proprio in quell'occasione. I ... "soliti maligni", che mai mancano tra il pubblico, e sopratutto fra i colleghi critici musicali, dissero, che la sua, si chiamava semplicemente "fifa boia", ma il tempo è passato, ed ai posteri non interessa più l' "ardua sentenza".
"bom, bom, bom, bom, bom, bom, bom, bom ...", questo é il suono onomatopeico che rappresentava ed ancora rappresenta l'indovinato attacco iniziale di questa fortunata e bella canzone, che vendette all'epoca, oltre due milioni di copie di dischi, guadagnandosi così due "dischi d'oro", cifra iperbolica per quei tempi oggi remoti, ma ora tutto questo, come sappiamo é radicalmente cambiato.
Bobby, essendo come abbiamo detto "fuori gara", non vinse, ma (n.d.a: scusate il gioco di parole), rimase Solo, di nome ma non di fatto, in quanto conquistò subito una vastissima platea composta da milioni e milioni di persone, in Italia ed in quasi tutto il mondo. Bobby vinse l'anno successivo con il brano: "Se piangi, se ridi" in "tandem" con l'italo-americano Frankie Laine, pezzo che fu poi inciso anche dalla "grande" Mina.
Tutti, noi, specie quelli un po' in su con gli anni come lo scrivente, hanno "coralmente" accompagnato Bobby Solo, nelle sue numerose "performances" canore di successo, in tutto questo lungo periodo partito da allora sino ai giorni nostri. Quell'anno nello stabilimento di Alba in provincia di Cuneo, "decollava" per rendere l'intero globo terracqueo "goloso" di lei, la "mitica Nutella, mentre a Sanremo", nell'imperiese, "esplodeva" per l'appunto, il Bobby, con la sua ma anche "nostra" orecchiabilissima e non banale ... "lacrima ...". Il preciso "imput " del quale abbiamo accennato qualche riga più su, fu quello che la ragazzina su citata gli parlava spesso di un cantante americano che allora iniziava ad essere in voga negli "States", ma che era ancora uno sconosciuto qui da noi, ed era un giovane autenticamente bravo, che rispondeva al nome di Elvis Presley, e che si presentava sui palcoscenici e nelle varie tv d'America, con un fare ... ardito per l'epoca, esibendosi muovendo il bacino, e per questo, fu soprannominato: "Elvis the pelvis". Sempre più incuriosito, Bobby si mise in contatto con la sua unica sorella, che è ancora vivente, e che ha ben 91anni, e si chiama Fiorenza, la quale vive negli Stati Uniti. La stessa, gli spedì due dischi di questo artista, e Bobby, nell'ascoltarlo, ebbe come una ... folgorazione, e si mise pian piano a ricalcarne di fatto, le orme, dapprima però seguendo i consigli, come un fratello maggiore ed amico, del bravo Little Tony, che per primo, dopo buoni successi in terra britannica, trovò chiara fama nel suo Paese natale, per l'appunto, l'Italia.
La famiglia di Bobby Solo, era originaria della Venezia-Giulia, ma lui, come si é scritto è nato nella capitale, e si sente pur sempre: "romano de Roma". Chi scrive ha di recente incontrato Bobby Solo, e gli ha fatto alcune domande, ed ecco qui la prima:
Nel corso dei tuoi cosiddetti " anni d'oro", hai avuto tanti successi e tante soddisfazioni, ora che il tutto si è un po' placato, anche se tu comunque rimani un vero e proprio "evergreen," non scevro però da autentiche ed ottime proposte innovative, cosa rimpiangi in "toto" di quel periodo?. - - -- Non credo di avere rimpianti diversi da tutti quanti gli artisti ... . Bobby Solo, stava strimpellando con la sua chitarra, nella sala d'attesa di un'importante Casa discografica, attirando involontariamente l'attenzione del General-manager, il noto Vincenzo Micocci, al quale piacquero i brani, e nel 1963 incise il suo primissimo disco intitolato: "Ora che sei una donna", con nella facciata B "Valeria". Ci fu poi il discusso ma trionfale debutto sanremese, inanellando di seguito una lunga serie di grandi successi discografici e di pubblico plaudente, tutto questo da allora sino ai giorni nostri. Nel discorrere con "zio Bobby" (n.d.a.: così ama approcciarsi simpaticamente con gli altri, grazie anche al suo fare affabile ed intelligente), siamo arrivati a chiedergli dei suoi inizi, cosa che anche i muri conoscono perfettamente, ma è sempre meglio una veloce "rinfrescatina". Io ho incominciato, incalza Bobby, in modo molto strano. A 14 anni non avevo nessuna velleità di pensare ad un lavoro futuro. Ero molto pigro. Ero grasso "cicciotello" e con i capelli a spazzola. Timidissimo, il più timido della classe, tant'è vero che mi ero scelto l'amico più muscoloso, un certo Mulieri, un "picchiatore" di 14 anni che mi faceva da "protettore", perché ero insicuro e timido. Quindi non sapevo ancora cosa fare. Forse mi sarebbe piaciuto fare il ferroviere, non quello sulla locomotiva, ma quello che smistava i binari, perché seduto, non fa un lavoro molto faticoso, e di concentrazione, naturalmente!..Se no si possono provocare scontri fra i treni. A 14 anni, mi innamorai di una coetanea, bionda e con gli occhi verdi e la coda di cavallo. Lei era del Woyming, ed era figlia del corrispondente a Roma del "The New Yorker Tribune". Lei andava alla scuola americana: "Mary Mount" sulla Via Cassia. La incontravo durante le ore di libertà, nel parco di Piazza delle Muse, sempre a Roma. Mi innamorai di lei, in maniera assolutamente platonica, senza neanche un bacio approfondito. Erano tempi diversi da quelli di oggi. Lei mi parlava sempre di Elvis Presley, ed io non sapevo neppure chi fosse. Non c'erano i computers, Spotyfy, I Tunes, non esistevano tutte queste grandi facilitazioni, per avere all'istante ogni informazione. Elvis era un bel ragazzo con il ciuffo a banana e le basette, io mi camuffai facendomi crescere i capelli contro il parere di mio padre che era un colonnello severissimo, amante della musica sinfonica ed operistica, e che detestava il rock'n roll. Però non bastava avere il capello un po' più lungo ed avere della brillantina in testa. Di seguito mi feci regalare una chitarra da mia madre. Allora Bobby, proseguiamo!!!. Dopo la tua prima vittoria datata anno 1965, vincesti poi in condivisione con Iva Zanicchi nel 1969 con l'indovinatissima: "Zingara", con testo del mio amico, il bravo Luigi Albertelli. Rendici partecipi di quei momenti. Il mio caro amico Gianni Morandi, con il quale avevo già fatta una solida amicizia, durante i vari ed itineranti "Cantagiri" ..., giravano insieme, sulla sua Alfa-Giulia "Super" color "Bordeaux", e si andava a 140 km. all'ora nelle curve a gomito tra l'Umbria e le Marche. Con Gianni, andavo sempre nella sua casa di allora a Tor' Lupara di Mentana, e lì un giorno mi disse: -"Ho fondata una Casa editrice musicale chiamata: "Mi-Mo", con Franco Migliacci (n.d.a.: il "leggendario" produttore discografico, e lo fu anche di Modugno, e Gianni), mi fece sentire una decina di pezzi, questo con la sua chitarra. Le mie chitarre, le ho comprate, ricomprare e rivendute. Mentre Morandi le ha tutte conservate, e proprio con la sua, mi fece sentire: "Bada bambina". Io gli dissi: -"No!!!. Questo non é un rock 'n roll, fallo fare a Little Tony ..."-. E cosi fu!. Poi mi fece sentire: "Zingara". Ia apprezzai molto questa canzone, e la portai alla Ricordi, e lì, dopo, decisero con la RI-FI, la casa discografica di Iva Zanicchi, di portarci al "Festival di Sanremo", e lì conobbi questa bella ragazza, simpatica, con la quale, poi feci anche una copertina sul settimanale: "Gente", la cui foto fu scattata all'Idroscalo di Milano. Da allora é nata una grande amicizia, e se c'è un'artista con la quale potrei fare dei duetti è proprio Iva Zanicchi, per la sua aggressività vocale blues. Poi lei ha fatto il suo percorso ed io il mio. Apprezzo molto il modo di cantare di Iva Zanicchi.
Tu, caro Bobby, un paio di annetti fa, con Little Tony e con Rosanna Fratello, hai costituito un "trio" di successo, e vi chiamaste: I "Ro.bo.t. Ci racconti un po'? - Mi sembra fosse il 1991?. Venni contattato per creare un "trio", per un programma sperimentale di Mediaset, in quanto la stessa, non sapeva che cosa mettere alla mattina, come programmi. Si era in una fase pionieristica, e loro pensarono che essendo a casa la mattina dalle 10 a mezzogiorno, le massaie e le donne, che potevano apprezzare la discografia di Little Tony, di Rosanna Fratello e di Bobby Solo, pensarono di metterci insieme. L'idea venne all'impresario Dino Vitola, un impresario molto potente e molto conosciuto, e ben introdotto nelle Reti berlusconiane, e devo dire che ci pagarono molto, molto profumatamente. Fu un bellissimo periodo. Andavamo ad incidere le nostre voci, nello Studio di Agrate Brianza, del nostro caro e "grande" amico Mino Reitano, come sai, purtroppo scomparso. Diciamo che fu una bellissima esperienza, sia dal lato artistico che su quello economico-monetario. Così nacquero i "Ro.bo.t.". Non abbiamo mai fatto spettacoli insieme, perché gli impresari non si mettevano mai d'accordo sui soldi. L'unica volta che ci esibimmo, fu davanti davanti a 30.000 persone ad Aprilia in provincia di Latina, una cosa mai vista!.
Torneresti al "Festival di Sanremo"?. Certo, che tornerei a "Sanremo"!!!. Il Festival é comunque una piattaforma molto importante ed anche di carattere internazionale. "Sanremo", secondo me, non è più una manifestazione nella quale sono "regine" le canzoni. Una cosa era vedere negli anni'50 Nilla Pizzi con la scollatura, le labbra lucide e il rossetto, molto "sexy", che cantava: "Grazie dei fior" e "L'Edera", una cosa era vedere Modugno con la giacca bianca e i baffi ed i capelli neri, con quel suo sorriso, cantare: "Ciao, ciao bambina"; ma in un' epoca di 800 e passa canali "Sky " e di altre Tv, in un'epoca di duecento milioni di video, costosi ed anche importanti, in un mondo mediatico così veloce. Secondo me, "Sanremo" è uno spettacolo inframezzato di canzoni, che raccoglie milioni di telespettatori, che hanno tutti una grande aspettativa, quindi sono tutti curiosissimi, e la cosa attrae moltissimo, anche se poi le canzoni, sempre secondo me, non lasciano il segno, come lo hanno fatto, ad esempio: "Volare" e "Quando, quando, quando" del "grande" Tony Renis, e quant'altro ... . "Io che non vivo più di un'ora senza te" di Pino Donaggio, che è stato inciso anche da Elvis Presley e da Dusty Springfield, e da molti altri, oppure: "Quando mi innamoro ", in inglese: "A man without love", che fu inciso da Helgelbert Humperdinck, e "Gli occhi miei", in inglese: " Help yourself", cantato da Tom Jones, e tutto questo ora non avviene, perché i tempi sono cambiati, ma "Sanremo" è una piattaforma che ti dà un'immensa popolarità. Ad ogni modo, certo che tornerei a "Sanremo". Hi Bobby!. Raccontaci dei tuoi prossimi progetti. - I miei progetti prossimi, futuri, vertono in questo modo: innanzi tutto, insieme ad un produttore discografico, con il quale sono amico da 45 anni. Lui è di Salerno, ma ha una sua società di produzione a Cernusco sul Naviglio, nell'"Hinterland" milanese. Un anno fa fa ho raccolte dieci canzoni italiane del periodo anni '50/'60, che a suo tempo hanno venduto decine di milioni di copie, dischi interpretati da cantanti italo- americani, ad esempio: "Amore scusami" con Al Martino, "Luna rossa" con Frank Sinatra, "Quando, Quando, quando", con Michael Buble', "Il Padrino" sempre con Al. Martino è "Parlami d'amore" con Vic Damone, "Anema e core " e "L' Edera" con Cliff Richard, il "Presley" inglese. Tutte queste stupende canzoni, io le ho incise in quella lingua, con gli arrangiamenti più o meno simili a quelli di quell'epoca, ma con le tecnologie di oggi. Nella prossima stagione li proporremo alle varie Tv italiane.
Nel lontano 1968, ci fu a detta di tutti, il miglior "Festival ", dove li debuttò alla "grande" la tua concittadina Giuliana Valci, con il motivo: "Sera" degli allora giovanissi autori: Lo Vecchio-Vecchioni, e la stessa si esibì in doppia esecuzione con la Cinquetti. Qualche mese dopo, tu e la Valci, unitamente al napoletano Peppino Gagliardi, incideste quasi contemporaneamente quel struggente brano dal titolo: "Amore mi manchi", versione italiana dell 'americano: "Honey" di Bobby Goldsboro. Mi parli brevemente di Giuliana, cara amica di una vita, e da oltre un anno scomparsa.?. - Cosa ti posso dire di Giuliana Valci?. Era una bellissima donna, con le efelidi, romana come il sottoscritto. Aveva una gran bella voce. Ha lavorato anche in RAI. L'ho conosciuta, ma solo di sfuggita, ma so che lei mi stimava molto, ed io stimavo molto lei. L'ho conosciuta tramite alcuni impresari sempre di Roma. Mi dispiace che non ci sia più. Aveva una bella voce, era una bellissima donna, una bravissima artista, una bella persona.
Guardando alla musica di oggi, faresti un lavoro musicale con un "rapper"? - Non escludo di collaborare con un "rapper". Tutto quanto ho dapprima escluso, poi lo ho incluso, non per un fatto di incoerenza, ma perché poi ne sono rimasto convinto. Realmente, penso che però sia l'ultima spiaggia, questa, per i cantanti di una certa età. Non credo nel "rap" all'italiana, però ci credono milioni di persone ... .
Della vita privata di Bobby, ne parlano spesso i rotocalchi, ma ora a noi, qui non interessa. Adesso Bobby Solo, con la sua famiglia, vive nelle Tre Venezie, nei pressi di una base americana, e rimane un "sempreverde" con ancora tanta voglia di fare, ed ancora ci stupirà alla "grande", con le uniche ... "armi", la sua chitarra e la sua voce.