8 luglio - Giornata Internazionale del Mediterraneo
Occorre moltiplicare la solidarietà
Mare nostrum?
Le Nazioni Unite ci ricordano che ogni anno, l' otto luglio, la Giornata Mondiale del Mediterraneo; e le tematiche segnalate ogni anno sono legate sempre al rapporto che l'uomo ha con il mare...eterno ed indissolubile. E ogni anno emergono sempre maggiore evidenza le discrepanze di questa convivenza. Si, ogni anno, dobbiamo ammetterlo, le condizioni del "mare nostrum" peggiora le sue condizioni di salute, e di riflesso anche le condizioni generali della vita dell'uomo che ne usufruisce.
Sappiamo che la colpa è di noi tutti, e và divisa secondo la responsabilità che ciascuno di noi occupa nella vita civile.
Non vogliamo attardarci sugli argomenti di crisi ricorrenti, ne scegliamo uno, legato alla solidarietà tra popoli che si specchiano in questo mare.
Il Mediterraneo da culla della civiltà si è trasformato in cimitero più grande d’Europa.
Crocevia di culture, teatro di scambi, cornice dove sono germogliate le idee, oggi è diventato piuttosto una barriera che divide e separa quando non ultima destinazione per quanti cercano condizioni di vita più dignitose lontani dalla loro terra.
Dall’inizio dell’anno tra i migranti sono centinaia le vittime di cui il Mediterraneo ha restituito un corpo o una traccia: cifre dietro le quali ci sono vite spezzate. Il Mediterraneo inghiotte illusioni e storie di persone che avrebbero potuto avere un destino diverso, se solo avessero avuto l’opportunità di scrivere un altro finale, senza neppure dover lasciare il loro Paese, il loro affetti e le loro radici.
La maggior parte dei migranti sbarcati in Italia proviene dai Paesi dell’Africa settentrionale e subsahariana: la Tunisia innanzitutto, seguita da Nigeria, Guinea, Costa d’Avorio, Senegal, Mali, Eritrea e Sudan.
L’8 luglio, Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo, è l’occasione per accendere i riflettori sui problemi geopolitici dell’area mediterranea e onorare la memoria di tutti i caduti del nostro mare: i migranti, ma anche i pescatori, i marinai e tutte le persone che nel mare avevano riposto fiducia per inseguire una speranza o un sogno.
Una giornata della memoria che però vuole anche essere il pretesto per ragionare su un futuro diverso per chi è costretto a partire. Con questa logica, si vuole sostenere il diritto di quanti non vogliono sradicarsi, offrendo loro una chance per rimanere.
Nascono da questa convinzione i tanti progetti messi in atto dalle varie organizzazioni di solidarietà nel settore lavoro e di difesa dalla tratta in specie nella regione di Tambacounda, in Senegal, uno dei nodi del traffico di esseri umani attraverso l’Africa subsahariana verso l’Europa.
In questo senso si vuole ricordare l'azione di un piccolo ufficio progetti di Don Bosco 2000, un’associazione che si occupa di migrazione in Italia e di prevenzione alla migrazione in ambito internazionale, in stretta collaborazione con Missioni Don Bosco e il VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo).
L’obiettivo è quello di creare opportunità di impiego concrete promuovendo la micro-imprenditorialità giovanile in ambito turistico, artigianale e agricolo.
Una di queste iniziative prevede la realizzazione di un orti nei villaggi nella logica della Cooperazione Circolare, che ridefinisce il ruolo dei migranti rientrati nel Paese d’origine nei termini di “cooperanti circolari” e tutori nell’ambito di iniziative contro la tratta.
Un circolo virtuoso che valorizza le persone e le competenze, non spezza le radici e restituisce al viaggio attraverso il Mediterraneo il suo senso di esperienza di conoscenza, di formazione e di scambio.