Televisione...
gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Passano rapidi i giorni che, in quest’ultimo scampolo di primavera, aggiungono, all’incertezza del momento, i capricci del clima; e portano, come in sottofondo, il ricordo - che appare remoto – della rumorosa, policroma “Estate romana”: quest’anno varcheremo sommessamente, con inusuale riserbo, le sospirate soglie della calda stagione. Ma l’impegno di questo breve articolo ci impone di dar di piglio al telecomando alla ricerca di qualche chicca che val la pena di essere riferita.
Ci imbattiamo, con piacevole sorpresa, nel neonato programma di Renzo Arbore “Striminzitic Show” (Rai2, seconda serata) condotto assieme a Gegè Telesforo, scritto con il collaboratore di sempre, Ugo Porcelli, e realizzato interamente a casa del geniale artista foggiano: ci siamo rilassati e divertiti davanti ad una sarabanda di video più e meno noti, alcuni storici, altri recentissimi tratti dallo sterminato archivio personale di Arbore che, tra un frammento e l’altro, duetta, improvvisando come al solito, con l’amico musicista.
Renzo Arbore è un re Mida redivivo che sa trasformare in spettacolo tutto ciò che tocca. Ricordiamo sempre con piacere e con una punta di nostalgia i suoi storici programmi con i quali ha letteralmente trasformato il modo di fare televisione: “L’altra Domenica”, “Quelli della notte”, “Indietro tutta”. Ci piace anche ricordare i personaggi che lo hanno affiancato, da Boncompagni a Pazzaglia, da De Crescenzo a Marenco; e quelli che ha promosso (Arbore è stato un prolifico scopritore di talenti): da Benigni a Frassica, dalla Laurito allo stesso Telesforo.
Cambiamo registro emotivo per rammaricarci alla notizia della morte di Roberto Gervaso, giornalista e scrittore che abbiamo sempre apprezzato per la sua brillante sagacia e per il simpatico, lucido cinismo del suo agile pensiero. I numerosi saggi storici scritti assieme all’amico Indro Montanelli sono stati una lettura frequente dei miei vent’anni. Per un decennio ha condotto su Rete4 “Peste e corna” un programma di satira sociale e politica da cui lanciava con equanime generosità i suoi strali acuminati. Eccolo a soffermarsi, come spesso faceva, sui difetti degli italiani: “ Uno dei nostri peggiori, più antichi e radicati vizi è il conformismo, che poi porta al trasformismo…Cerchiamo sempre una via di scampo, non vogliamo mai comprometterci, vogliamo sempre salvarci: salvarci la pelle e possibilmente anche l’anima… E poi questa attrazione verso il vincitore. A un certo punto nel nemico vincitore scopriamo il liberatore, come diceva Longanesi, e tutto diventa più facile”. Parole, queste, che non passano mai di moda.