Strani suoni di campane
... ho qualche “pensiero nel cassetto” (invece dei consueti sogni),
quindi ogni tanto mentre sistemo il mio pc o li getto o li lascio nel dimenticatoio...
di Cecilia Di Rocco
In estate si procede alle pulizie delle "polveri invernali", si ha bisogno di spalancare le finestre e di rinnovare: che cosa? tutto ..basta che ci dia l'idea di nuovo...una tendina, togliere dall'armadio quel golf che sono tre anni che esce ed entra dall'armadio invernale senza mai essere stato indossato...così finalmente quest'anno ci decidiamo a riciclarlo...
A questa fissa di pulizia e rinnovo non si sottrae neppure il nostro pc e più che mai convinti di accumulare inutili informazioni , una bella "spulciatina" non si nega ....
Nelle "spulciatine" puoi trovare di tutto ...files dimenticati, vecchie foto...etc..... ma quando trovi qualcosa che hai volutamente ignorare, pur sapendone l'esistenza, devi avere il coraggio di portarlo alla luce e decidere: lo metto in una pennetta e lo archivio o lo cestino??
Oggi ho trovato questa pagina da me scritta nel 2014 poco dopo la morte di mamma..... che dite la cestino o l'archivio?
eccola, titolo: Le campane.
Non sono mai stata una cristiana praticante, in chiesa guardavo gli altri per regolarmi se stare seduta, alzarmi, farmi il segno della croce. Non sapevo le preghiere a memoria tranne le classiche imparate da mamma quand’ero bambina.
Le campane, soprattutto, non potevo udirne il suono senza avere un disagio, un senso di malessere inspiegabile.
Impressionata dai vari film sul diavolo, relativi esorcismi e bimbi posseduti che mietevano vittime a più non posso, avevo paura che, come la visione dell’aglio per i vampiri, così il suono delle campane potesse infastidire l’eventuale spirito maligno che mi possedeva.
Visto, però, che mi possedeva solo in occasione del suono delle campane, mi parve giusto abbandonare quest’insana ipotesi, a favore di una più logica indagine delle mie nascoste motivazioni probabilmente da ricercare in un sé remoto.
Pur tentando, ogni tanto, di analizzarmi a fondo non trovavo nessun nesso apparente.
Non ci pensai più e lasciai le cose come stavano, ormai tranquillizzata che nessun “piccolo diavolo” albergasse in me.
Dopo pochi giorni dalla scomparsa di mia mamma, ebbi modo di fare attenzione alla domenicale suonata campanaria.
Con mio stupore non provai alcun fastidio. Com’era possibile in un momento così particolare in cui, al contrario quel suono avrebbe dovuto enfatizzare la sua dipartita?
Lo stupore divenne meraviglia quando a quel suono si accompagnò un mio lieve sorriso del tutto inconsapevole ed istintivo.
Smisi di digitare sul pc l’email da inviare e mi fermai.
Abituata a scandagliare dentro me stessa sin dall’infanzia, mi resi conto, affacciandomi alla finestra sul cortile nel mio animo , che vi trovai fiori e soavità, calore e vento lieve.
Niente drammi, né viscidi insetti che vi trovavo anni prima, blatte enormi che mi procuravano paura e mi facevano chiudere le persiane del mio inconscio.
Non comprendevo.
Mia mamma era morta da 20 giorni e per quanto serena, la lacrima era in agguato dietro l’uscio, ora addirittura le campane mi piacevano???
Roba da matti, pensavo, allora sono “fuori di testa” totalmente!!!
Provai a non pensare, a non analizzare a non mettere sotto il microscopio sempre tutto per capire, per sapere…..lasciai il ragionamento a favore della libertà della mente sperando in una soluzione
Dopo pochi minuti mentre continuavo la scrittura dell’email, ebbi la risposta, non quella a seguito di un ragionamento ma quella più vera e più profonda.
Quello che noi semplici definiamo “intuito”: il suono delle campane non era più il bisturi che incideva le mie carni facendone uscire scorte di bile accumulate in anni, ora il bisturi scopriva campi di margherite, giornate limpide.
La consapevolezza profonda di un mondo che per quanto potesse colpirmi, abbattermi, ammalarmi e farmi morire, non mi avrebbe tolto il premio finale: tornare ai primordi ed all’amore che l’universo aveva creato, caotico , senza leggi matematiche, disordinato, affidato al caso ed allo svolgersi della vita, mutevole, bislacca.
Ero un granello di polvere cosmica che nel cosmo ritornerà, ma questa volta essere un granello talmente piccolo da essere misurato con le scale nanometriche, non mi faceva paura non mi dava il senso del nulla, al contrario ero la goccia unita al mare in un mare in cui mia mamma mi aveva preceduta."