#264 - 30 maggio 2020
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Editoriale

In occasione dei 50 anni dalla Carta dei Diritti dei Lavoratori

Lavoro

di Dante Fasciolo

Il Bel Paese morde il freno,
troppo a lungo ha atteso inoperoso,
e seppure preoccupato, ora è deciso
a dare il meglio di se in opera
e rimettere in moto quel magico motore
che da sempre mantiene in vita
la creatività e la professionalità.

Quel magico motore italiano
si chiama da sempre: Lavoro.
Ce lo ricorda l’articolo primo della Costituzione
quando nell’enunciarlo ha voluto
sottolineare il diritto di ciascuno
a collaborare alla rinascita e allo sviluppo
della Nazione in totale dignità.

Pagine amare hanno dato negli anni
una lettura opaca e contraddittoria
dei termini che avrebbero dovuto guidare
l’azione politica e amministrativa
dei comparti del lavoro,
prepotentemente si sono inseriti nel merito
interessi voraci, e furbizie irrefrenabili.

Oggi, a cinquant’anni da quel progetto
di nome: Statuto dei Lavoratori
che avrebbe dovuto sancire doveri e diritti
senza equivoci e senza inganni,
nonostante alcuni lodevoli risultati,
mette a nudo le incongruenze dell’evoluzione
dei rapporti Lavoro-Società.

Non basteranno più comizi e piazze piene,
slogan e promesse, richieste e contentini…
Il Bel Paese riparte solo se nelle coscienze
prende forma un più determinato
assetto delle prerogative dei valori
e delle esigenze umane cogenti.

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