#262 - 2 maggio 2020
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Cinema

Rodolfo Valentino

l’intramontabile sole di Levante e Ponente

Un ricordo nel 125esimo anniversario genetliaco

di Margherita Lamesta

Rodolfo Valentino, al secolo Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina d'Antonguella, secondo di tre fratelli, nacque a Castellaneta, nel tarantino, il 6 Maggio di 125 anni fa’, cosmopolita già nel DNA: madre francese e padre pugliese. Trasformatosi in un giovane di rara bellezza, diventò la più lucente delle star hollywoodiane, dalla fama ineguagliata tutt’oggi. Dopo la sua morte prematura, a soli 31 anni, nel De Longre Park di Hollywood fu innalzata in suo onore la statua Aspirazione, l’unica eretta sinora in ricordo di un divo cinematografico.

Rodolfo ValentinoRodolfo Valentino

Non è mai oro tutto ciò che luccica, tuttavia, e non lo è stato neppure per una leggenda come Rodolfo Valentino.
In amore, malgrado le possibilità di successo raddoppiate da un chiacchierato orientamento bisessuale, anche Rudy, come tutti i comuni mortali, patì il rifiuto. Fece scalpore la vicenda relativa a Carlos Gardel, infatti. «La cosa che più vorrei al mondo è far l’amore con quell’uomo» sembra abbia confidato Valentino a un amico, riferendosi alla star musicale argentina.

Piantato dalle due mogli, fu accusato d’impotenza e schernito dal Chicago Herald Examiner con un articolo non firmato, che lo definì «un piumino per cipria rosa, un dandy effeminato, corruttore dei costumi americani».
Tanto amato in vita, con la morte la sua fama si trasformò in pura idolatria, alimentata di generazione in generazione e testimoniata dai fiori freschi lasciati sulla sua tomba, ancora oggi, a circa un secolo dalla sua scomparsa.

Rodolfo ValentinoRodolfo Valentino

Quaranta pellicole in soli dieci anni, lanciò mode e richiamò l’attenzione di sociologi e psicologi per le interminabili file all’entrata dei cinema, in occasione della proiezione de Lo Sceicco Bianco, nel ’21.
Sarà un caso ma il suo destino era segnato. Nel 1895, mentre Rudy nasceva, Parigi dava i natali alla settima arte, proprio come nel 1926, quando il divo si spense a New York, sotto i ferri, per una peritonite, l’era gloriosa del muto batté in ritirata, con Il cantante di jazz (1927) passato alla storia come il primo film sonoro.

«La morte di Valentino è una delle più grandi tragedie che abbia mai colpito il mondo cinematografico. Come attore possedeva arte e distinzione. Come amico, riscuoteva affetto e ammirazione» fu il commiato di Charlie Chaplin.
Al trasferimento delle sue spoglie mortali nella Corte degli Apostoli del Memorial Park Cemetery di Hollywood, il cantante Rudy Vallee, con una canzone trasmessa da tutti i canali radio statunitensi, lo salutò così: “C'è una nuova stella in cielo questa sera, Rudy Valentino”.

Rodolfo ValentinoRodolfo Valentino

La sua improvvisa scomparsa scatenò un’isteria collettiva. Pola Negri, sua ultima amante, svenne sulla bara. A Londra, una giovane attrice inglese, Margaret Scott, prima del suicidio commissionò addirittura il proprio necrologio su un quotidiano, con le seguenti parole: “Margaret Scott, 27 anni, straziata dal dolore per la morte del celebre attore Rodolfo Valentino, si è avvelenata ieri nella sua abitazione: l’estate scorsa aveva avuto la fortuna di trascorrere qualche tempo a Biarritz in compagnia dell’astro del cinema”.

Di estrazione borghese e piuttosto indisciplinato, Valentino possedeva un magnetismo e una sensualità esplosivi, che fecero dello schermo il loro habitat d’elezione. Talentato nella danza, lavorò come taxi dancer per balli di coppia, a 50 dollari la settimana. Poi, da Saint Francisco, grazie all’ingaggio per una tournée di una compagnia teatrale di operetta, finalmente poté raggiungere la bramata Hollywood.
Nel 1921, la svolta: I quattro cavalieri dell’Apocalisse lo rivelò al grande pubblico, nel ruolo di un avventuriero libertino riscattato da un’eroica morte in battaglia. Indimenticabile la scena del tango, che gli regalò l’appellativo di sex-symbol.
Sua l’affermazione “per gli occhi di una donna si può anche andare in prigione”, pronunciata dopo l’arresto per bigamia.

Rodolfo ValentinoRodolfo Valentino

Niente affatto vanesio, in realtà, fu un artista eclettico, poliglotta e costantemente desideroso di migliorarsi. A testimoniarlo la sua biblioteca ricca di libri e opere d’arte. Con le pellicole Monsieur Beaucaire del 1924 e Notte nuziale del 1925, inoltre, l’irraggiungibile divo ebbe occasione di portare alla luce un insospettabile talento per la commedia e una sorprendente autoironia, di cui si mostrò dotato.
Fu anche poeta, intellettuale e ricercatore. La sua aria triste, tuttavia, rivelò quanto il successo lo avesse schiacciato nell’intimo, imprigionandolo nel ruolo di amante ideale, appioppatogli da un pubblico frivolo e attratto soltanto dalla sua bellezza selvaggia.
Nei Ruggenti Anni Venti, Rudy precorse i tempi, incarnando il prototipo del sex-symbol, ma non fece in tempo a consegnare alla storia qualcosa che andasse oltre la semplice superficie, sebbene avesse molto più da offrire ai fan di allora, di oggi e forse anche del futuro.

A ricordare l’indimenticabile star, sin dal 1972, è stato istituito il Premio Valentino.
Di seguito, un’intervista in esclusiva al Dr. Carlo Apollonio, ideatore e presidente del premio intitolato alla leggenda pugliese e orgoglio nazionale.

Rodolfo ValentinoRodolfo Valentino

D - Il Premio Valentino è nato da una sua idea per premiare i talenti pugliesi ed è rimasto in Puglia fino al 1981. Poi, dal 1982 è stato portato a Los Angeles, grazie a Liz Taylor, per restarvi fino al 1995. Perché questo cambio di location?

R - L’idea del “Premio Valentino” è nata, nel Gennaio del 1972, per un fortuito “impatto” del sottoscritto con la triste e obbrobriosa immagine di Rodolfo Valentino nei panni del “Figlio dello Sceicco”, impressa su una pseudo ceramica attaccata a un muretto di circa 4 mt. x 3, in una via di Castellaneta. Rodolfo Valentino, un intraprendente e ambizioso giovane pugliese non rassegnato ad immaginare e programmare il suo futuro, la sua vita in una delle più povere e geograficamente emarginate regioni d’Italia, aveva avuto l’insolito coraggio di fare a meno dei rassicuranti affetti familiari, degli amici, del suo Paese, della sua Terra e partire per diventare, in pochi anni, Rudy Valentino, il mito del cinema mondiale. Da pugliese ho subito pensato che il “pugliese” più conosciuto, più celebre e ricordato al mondo, aveva diritto a una memoria rispettosa e riconoscente, quantomeno con un premio cinematografico a lui dedicato, se non altro per aver fatto conoscere il nome della sua Terra a tutto il mondo.

D - Il Premio è tornato in Europa nel 1996 e nel 2002 ha varcato di nuovo i confini del Vecchio Continente, per approdare in Brasile e andare, poi, altrove. Qual è, però, il legame del Premio con la Terra di Valentino?

R - Il Governatore della California, Edmund G. Brown Jr., dopo la venuta in Puglia di grandi star hollywoodiane ed europee per ritirare personalmente, come da regolamento, il Premio Valentino (Elizabeth Taylor, Richard Burton, Rita Hayworth, James Mason, Gloria Swanson, Liza Minnelli, Glenn Ford, Ingrid Bergman, Anthony Quinn, Raquel Welch, Isabelle Huppert, Alain Delon, Jeanne Moreau ed altre ancora), in occasione della prima edizione del Premio in California, nel nome di Valentino, ha proclamato, il 2 Febbraio 1982, il gemellaggio tra lo Stato di California e la Regione Puglia.
Un caso eccezionale per la legislazione californiana, che non prevede gemellaggi tra lo Stato ed una Regione di un qualsiasi altro Paese del mondo.
Il Sindaco di Los Angeles, Tom Bradley, in occasione della prima edizione americana della manifestazione, nel 1982, e dopo una sua visita ufficiale in Puglia, volle inserire il Premio Valentino tra i programmi culturali della Città, stabilendo un legame tra la Puglia, Terra natale di Valentino, e la capitale mondiale del cinema, dove l’attore pugliese era stato immortalato.

Rodolfo ValentinoRodolfo Valentino

D - Che differenze di fruizione e accoglienza ha ravvisato, in tutti questi anni di Premio, tra il pubblico italiano, americano e degli altri Paesi in cui è stato ospitato?

R - Eventi come il Premio Valentino hanno contribuito a far conoscere ed apprezzare ancor più e meglio, in America e negli altri Paesi in cui è stato realizzato, tradizioni e potenzialità turistiche della regione Puglia - storia, cultura, architettura, artigianato - attraverso interviste, servizi di giornali e televisioni internazionali alle star premiate, oltre ai suoi prodotti locali presentati in un’apposita mostra di una settimana, nei saloni del Century Plaza di Los Angeles.
Anche questo è, da quasi cinquant’anni, l’indissolubile legame tra il Premio e la Terra di Valentino.

D - Secondo la sua esperienza, cosa ha lasciato nelle generazioni contemporanee la stella di Rodolfo Valentino?

R - Forse, l’essere stato il primo grande protagonista della storia del cinema, il primo grande personaggio fotografato, pubblicizzato, amato ed imitato dalle generazioni di quel tempo, ha determinato lo sviluppo e il perpetuarsi, nell’arco di un secolo, con mezzi di diffusione sempre più efficaci, dell’immagine in chiave “moderna” del personaggio, del divo del cinema, della televisione, dello sport, della star. Mai paragonabile, però, per arco temporale, alla stella di Valentino.

D - Perché il fenomeno Valentino ha raggiunto un successo tale da restare ineguagliato ancora oggi? E perché è stato fatale al punto che la sua morte ha provocato malori e suicidi?

R - Il fenomeno Valentino nasce nel 1920, un secolo fa.
La quasi fantascientifica invenzione dei fratelli Lumière aveva fatto conoscere al mondo grandi attori come Buster Keaton, Charlie Chaplin, Rodolfo Valentino.
La giovane età di Valentino, le sue origini latine, la sua avvenenza fisica, la sua ricercata eleganza, la sua innata gentilezza con le donne, avevano fatto di lui il divo, l’idolo, il sogno di milioni di donne americane (e non solo), invidiato, imitato e “odiato” dagli uomini di mezzo mondo. Per lo schermo, l’attore versatile, capace e affascinante; il classico fenomeno di massa.
La sua improvvisa e mai chiarita morte, alla giovanissima età di 31 anni e all’apice del successo mondiale, provocò facilmente forme di sconforto, dolore, fanatismo e isterismo collettivo.

Rodolfo ValentinoRodolfo Valentino

D - Che caratteristiche deve dimostrare di avere il potenziale vincitore del Premio Valentino?

R - Il Premio Valentino, come vuole il regolamento, è al servizio del personaggio nel cinema. Personaggio è infatti, per il pubblico, quello disegnato da un interprete, e per l’interprete da un regista, che determina il successo di un film. Nell’assegnazione del Premio, comunque, la Giuria cerca sempre di scegliere il più alto e profondo legame possibile con lo stesso Valentino, considerandolo come pietra di paragone, per talento, carisma e glamour.
L’incontro dei premiati all’ombra del celebre Rudy è così, ogni volta, un’occasione utile per riaprire il vecchio discorso sul divismo, un fenomeno che a torto si vuole morto, mentre ha soltanto allargato i suoi confini e cambiato le sue apparenze.
Il divo, la star, la vedette esiste sempre.
Non a caso, del resto, i veri divi del cinema - la cui memoria, conservandosi intatta, mostra palesemente di non essere figlia di una futile infatuazione contemporanea - rivisitati oggi nei loro film, si rivelano sorprendentemente bravi. Valentino non fa eccezione, anzi è bravissimo, con la sua, anche se datata, recitazione.

I Premi Valentino per la carriera, (3 statuine d’oro opera dello scultore Aurelio Mortet), vengono annualmente assegnati da una Giuria Internazionale di critici cinematografici, ad un attore, un’attrice ed un regista, che nella loro carriera abbiano raggiunto, come Valentino, l’apice del successo internazionale, affermandosi essi stessi come indimenticabili personaggi dell’arte cinematografica. I Premi Valentino per l’anno, (8 statuine d’argento), vanno annualmente ad attrici, attori e registi che abbiano curato e portato al successo di pubblico e critica, personaggi particolarmente significativi nell’ambito della produzione cinematografica presentata in Italia o all’estero, nel corso dell’anno cui il Premio è riferito.
Lo statuto prevede anche Premi Valentino per attori giovani (In passato il Premio è stato assegnato ad attori giovani come: Ornella Muti, Marco Leto, Lino Capolicchio, Leonora Fani, Saverio Marconi, Michele Riondino, Ennio Lorezin, Sergio Rubini). La consegna del Premio non può avvenire se non ritirato personalmente dal vincitore durante la cerimonia di premiazione.
Solo in caso di forza maggiore la consegna potrà essere rinviata all’anno successivo e comunque non oltre.

Rodolfo ValentinoRodolfo Valentino

D - Era talento puro, il suo, o piuttosto era riuscito ad offrire al pubblico qualcosa, che il mondo ancora non conosceva e di cui dimostrò di aver bisogno?

R - Il talento di Valentino era istintivo, puro, naturale. Non era un personaggio costruito nei “laboratori d’immagine” delle già esistenti e operanti major hollywoodiane. In quel contesto storico, gli americani, le americane in particolare, e il mondo sentivano la mancanza e la necessità di un personaggio raffinato, elegante, appassionato del quale innamorarsi, da sognare e imitare.

D - Pensa che il successo di Valentino si sarebbe mantenuto con l’avvento del sonoro? E avrebbe potuto anche amplificarsi? A qualcuno accadde: Greta Garbo, per esempio.

R - La breve carriera e l’enorme successo di Valentino si sono interrotti a soli 31 anni, nel 1926. Con i radicali cambiamenti sociali, politici, economici, culturali e di costume, è molto difficile immaginare come, se e quanto sarebbe potuto durare e addirittura amplificarsi oggi, il successo di Valentino. Era un altro tempo, un altro mondo. Greta Garbo è vissuta fino al 1990, Valentino è mancato 64 anni prima. E’ difficile immaginare come e se avrebbe potuto continuare e ancor più svilupparsi il suo enorme successo in un mondo diversissimo dal suo dove era nato, cresciuto e diventato un mito. Un secolo fa.

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D - Perché, secondo lei, sociologi e psicologi ancora oggi considerano il caso Valentino come un fenomeno tutt’ora inspiegabile?

R - Il successo e la fama di Valentino.
Se si pensa a quel periodo storico, l’America degli anni venti, è difficile per chiunque spiegarsi e spiegare l’epocale successo di un giovane artista, non americano, senza mezzi, appoggi o conoscenze tra i “poteri forti” di Hollywood.

D . Quanto pensa che il pubblico di oggi possa essere interessato alla chiacchierata omosessualità del divo, confermata da un diario pubblicato postumo nel ‘31 e reso famoso nel ’60 ma ancora di dubbia autenticità?

R - Il fantomatico diario. Il pubblico di oggi - è un dato più che assodato - ha cessato da cinquant’anni di soffermarsi a perdere tempo su chiacchiere di natura omosessuale, pubblicate da gente senza scrupoli per facili guadagni o ricatti. Immaginiamo, poi, un diario sull’argomento, scritto da un personaggio di successo mondiale con il quale avrebbe certamente non solo danneggiato, ma distrutto la propria carriera e vita. Valentino non era né stupido né ignorante. Chiacchiere di cento anni fa!

D - Cosa manca ai divi odierni, che impedisce loro di raggiungere una fama leggendaria come quella di Rodolfo Valentino? O è solo una diversa percezione delle cose, essendo cambiato radicalmente il rapporto fra pubblico e divo?... Ammesso che i divi ci siano ancora, oggi…

R - Oggi i divi ci sono e sono tanti. Sono in troppi. Oggi non c’è la star, ci sono” le star”. Sono star quelle del cinema, della televisione, dello sport, della moda, del giornalismo, della politica. Tutte sono o si sentono star. Devono essere sempre pronte, però, ad alzarsi e cedere il posto al nuovo arrivato con foto più patinata, la nuova “star” con il “servizio” più lungo in TV, o con il produttore che paga meglio. Tanto la permanenza al primo posto del boxoffice, dell’ammirazione, della notorietà, del rispetto del pubblico, non durerà, non può durare cent’anni!

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D - Qualche anticipazione sulla prossima edizione ai tempi del coronavirus?

R - La prossima edizione del Premio Valentino, la quarantaquattresima, era programmata per il prossimo 29 Giugno, nel Teatro Petruzzelli di Bari, in occasione del gemellaggio tra la Città di Bari e Los Angeles. E’ aggiornata a data da destinarsi a causa del Covid.19.

D - Un aneddoto rimasto impresso, dal ’72 ad oggi?

R - Un aneddoto? Il Premio è un aneddoto!

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